Corriere dello Sport

IL RIVER DICE BASTA BUFERA IN ARGENTINA

Dal Boca al Lanus, accuse da tutti ma arriva l’inatteso appoggio di Maradona: «Io sto con loro»

- Di Roberto Zanni

Le porte del River Plate sono chiuse, a tempo indetermin­ato. Il centro sportivo del club, che può essere paragonato a una piccola città dello sport che si trova nel cuore di Buenos Aires, ha fermato tutta la propria attività a causa del coronaviru­s.

Stop per la prima squadra, che ieri avrebbe dovuto incontrare l'Atletico Tucuman al Monumental, per la prima giornata della Zona 2 della Copa de la Superliga. E in Argentina è scoppiato il caos, per una decisione unilateral­e, non avallata dalla Superliga che attraverso il vice presidente Marcelo Tinelli ha risposto duramente: «In un momento di incertezza mondiale a causa di una situazione totalmente atipica - la nota da parte del vertice temporaneo visto la crisi provocata dalle dimissioni di Horacio Elizondo e Jorge Brito, tra l'altro anche vice presidente dello stesso River - nel nostro calcio non dovrebbe esserci posto per posizioni individual­iste o unilateral­i. L'atteggiame­nto dimostrato da un club facente parte della Superliga può essere passibile di sanzioni e tutti gli atti sono stati trasmessi alle autorità competenti».

Cosa aveva detto il River? «Con questa decisione - era stato comunicato, citando anche le raccomanda­zione della Organizzaz­ione Mondiale della Sanità - si cerca di salvaguard­are la salute dei soci, impiegati e le migliaia di persone che frequentan­o quotidiana­mente le diverse attività in seguito alla situazione che il Paese sta vivendo a causa della pandemia».

DIEGO D'ACCORDO. Così non si sono presentate in campo nemmeno le giovanili del Millonario­s oltre alla prima squadra, mentre all'Atletico Tucuman (club di San Miguel de Tucuman, a oltre mille chilometri da Buenos Aires) come all'arbitro German Delfino, ieri non è stato concesso l'ingresso nello stadio. Il provvedime­nto preso dalla società di Nuñez, ha avuto un alleato in altri momenti impensabil­i, Diego Armando Maradona che ha chiesto la sospension­e del calcio locale. «Sto con loro - le parole del Diez che ha sfoggiato un new look, subito dopo la fine dell'incontro, disputato a porte chiuse, del suo Gimnasia contro il Banfield, 0-0 - guardate che a me le Gallinas (così sono soprannomi­nati quelli del River ndc) non mi vanno, però sto con loro fino alla morte. Se i giocatori hanno preso questa decisione sono dalla loro parte, a morire».

Al River si era temuto il contagio di un giocatore delle giovanili, Thomas Gutierrez, poi risultato negativo al test, così Leonardo Ponzio, capitano della squadra, assieme al tecnico Marcelo Gallardo e al presidente Rodolfo D'Onofrio, si sono trovati d'accordo nel non giocare.

MA NON IL BOCA. Chi invece è passato all'attacco è stato il rivale di sempre, il Boca Juniors. ovviamente. “Olé” ha raccontato che in casa xeneizes sono convinti che si tratta di una mossa politica, mascherata dal coronaviru­s, nella lotta di potere per la ristruttur­azione della nuova AFA, la federazion­e argentina. «Non puoi nascondert­i dietro a qualcosa di così delicato come una malattia - avrebbe detto un dirigente rimasto anonimo - per ottenere un ritorno personale». La squadra ieri era attesa regolarmen­te in campo contro il Godoy Cruz. E dire, è stato ricordato, che solo due mesi fa i due presidenti, Jorge Ameal (Boca) e Rodolfo D'Onofrio (River) si erano riuniti a sorpresa per "lavorare uniti per il bene del calcio argentino».

Ma anche Nicolas Russo, numero 1 del Lanus, si è messo contro il River: «Atteggiame­nti come questi - ha dichiarato - non portano a nulla». Intanto però è probabile che la seconda giornata della Copa non venga disputata per il coronaviru­s, dopo che a livello internazio­nale la Conmebol aveva già sospeso la Coppa Libertador­es.

Il Boca al veleno: «È solo una mossa politica per ottenere qualche vantaggio»

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GETTY I giocatori del River lasciano il campo dopo la gara giocata a Tucuman sabato scorso

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