Zappacosta si può, Smalling è dura
ti della Roma, che non ha battuto ciglio davanti al grave infortunio (doppio) occupandosi di gestirne il lento recupero. Dunque, si va verso un altro anno di Zappacosta a Trigoria senza alcun esborso economico. La Roma dovrà solo riconoscere al giocatore lo stipendio.
DIFFICOLTÀ. Più complesso per Petrachi (o chi per lui) sarà confermare i due diamanti della squadra, Smalling e Mkhitaryan. Sul primo il Manchester United è stato abbastanza rigido: lo avete preso in prestito per 3 milioni, per comprarlo dovete darcene almeno altri 20. A queste cifre la Roma non può e non vuole arrivare, nemmeno se recupererà un posto in Champions League. Ma il punto è che in Inghilterra si sono accorti del suo rilancio in grande stile tanto è vero che il ct Southgate, prima del break, aveva assicurato di tenerlo d’occhio in vista dell’Europeo. Smalling dunque con ogni probabilità tornerà allo United, che per una questione di buoni rapporti ha offerto nei giorni scorsi l’altro difensore Marcos Rojo, argentino mancino classe ‘90 di ritorno dal prestito all’Estudiantes. Non è una prima scelta per Fonseca.
L’ARMENO. Invece per Mkhitaryan, che è entusiasta della Roma e ha un solo anno di contratto residuo con l’Arsenal, il problema non è tanto nelle pretese del club proprietario del cartellino quanto nell’ingaggio del calciatore. Mkhitaryan, grande risorsa per la squadra nelle ultime settimane, guadagna circa 7 milioni netti, più o meno la busta paga di Dzeko. Per trasferirsi in Italia, dove ha fatto nascere il primo figlio Hamlet, ha rinunciato a quasi 2 milioni, ma per restare chiede giustamente un contratto di almeno tre anni a cifre più vicine ai suoi parametri.
CIAO NIKOLA. Nessun dubbio invece per il quarto e ultimo giocatore che la Roma ha preso in prestito: Kalinic tornerà all’Atletico Madrid, con tanti ringraziamenti per la doppietta di Cagliari.
È probabile che il centrale inglese a fine stagione ritorni ai Red Devils