Corriere dello Sport

«Un grande buio, ma il calcio tornerà»

IL PATRON DEL MODENA, OLTRE 80 ANNI DI PASSIONE, HA UNA CERTEZZA

- Di Stefano Ferrari

«Sono tifoso del Modena da quando ero bambino, da tantissimi anni quindi. Ma per la prima volta da allora, pur essendo io oggi il presidente della società, sto pensando ad altro. Perché che il calcio si sia fermato, abbia deciso di attendere tempi migliori, lo reputo una cosa molto giusta, una cosa necessaria. E io spero che tutto questo finisca presto, per lo sport e per tutte le persone che rischiano in questo momento, dai lavoratori ai dirigenti, al sistema Italia». Romano Sghedoni è sull’ottantina ed è un grande imprendito­re, oltre ad essere l’unico azionista e patron del Modena calcio. Oltre mezzo secolo fa ha fondato la Kerakoll a Sassuolo ma che a Sassuolo ha la sede operativa, perché il cuore di Sghedoni è da sempre a Modena: «E’ sempre stata la mia passione, ho sempre seguito il Modena nei vari campionati, sia quando le cose andavano bene e ci regalavano tante soddisfazi­oni, ma anche nei momenti peggiori, quando le cose andavano meno bene. Per questo sono entrato nel Modena due ani fa, per rimetterlo in piedi, per dare una mano alla sua rinascita. E’ una passione vera, alla quale tengo tanto, così come è giusto che ci tengano tanti tifosi che erano ritornati allo stadio dopo un periodo negativo».

Ma ora è necessario stare fermi. «Il calcio è giusto che abbia fatto un passo indietro: ci sono problemi molto più seri da risolvere, che riguardano tutto il nostro Paese, l’Italia e anche il resto d’Europa. Peraltro mi ha fatto un po’ specie vedere che il calcio italiano si sia fermato subito e che invece in altre parti del Vecchio Continente si sia continuato a giocare, quasi come se non fosse un problema così serio per loro. Invece lo è per tutti, e mi auguro che il nostro sistema regga, che regga la mia fabbrica così come tutte le fabbriche dell’Emilia-Romagna e del nostro Paese».

Lo sfogo di Sghedoni lascia però spazio ad una speranza, che il calcio così come il resto delle attività possano riprendere una volta passata la bufera: «Ora è il momento dello stare quieti in casa, dello attenti, così come per i calciatori e tutto il nostro staff di riguardars­i e stare attenti; qualcuno sostiene che la stagione sia già finita, che non si riprenderà più a giocare e tutto venga rimandato a tempi migliori. Io spero di no, spero che fra qualche tempo tutto torni alla normalità e anche il calcio italiano e la serie C di conseguenz­a possano ripartire. Ma non ne sono certo. Quel che spero è di rivedere il Modena in campo, di tornare allo stadio la domenica e ritornare a gioire e penare per questi colori. Spero che ci siano tutte le condizioni per le aziende, per il Paese di riprenders­i e tornare a vivere nel modo migliore. Il calcio tornerà».

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Romano Sghedoni

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