ANCHE LA FERRARI AI BOX
Ieri l’annuncio: la continuità aziendale sarà garantita dall’utilizzo dello smart-working Camilleri: «Giusto fermarsi per tutelare chi lavora con noi e le loro famiglie. Saremo pronti a ripartire»
La Ferrari non è abituata a rallentare, ma stavolta si deve proprio fermare. Stop a tutta la produzione per due settimane, fino al 27 marzo, a causa del coronavirus. Il provvedimento, preso dal comitato esecutivo formato da azienda e sindacato, è stato deciso «nell’interesse primario del benessere dei lavoratori - come spiega il comunicato della società - e segue una serie di rigorose disposizioni già attuate a tutela della sicurezza dell'ambiente di lavoro, nel rispetto del Decreto del Governo Italiano dello scorso 11 marzo e dei precedenti». Ormai, anche a Maranello la situazione era oltre la soglia della criticità. Tutta la filiera era compromessa e l’azienda «che ha proseguito l'attività operativa mettendo sempre al primo posto la salute dei lavoratori, ha riscontrato le prime serie difficoltà nella catena di fornitura che non permettono di assicurare la continuità produttiva».
Impossibile continuare in questa situazione. Anche e soprattutto per tutelare la salute dei 4000 dipendenti. Ovviamente, il blocco è stato esteso alla Gestione Sportiva, del resto anche la Formula 1 si è rassegnata a veder saltare i primi appuntamenti della nuova stagione. Continueranno, come in tante aziende, le attività che possono contare sullo smart working e che già si erano ricalibrate negli scorsi giorni sulle nuove esigenze. Nelle due settimane di interruzione il salario dei dipendenti sarà inoltre coperto da «istituti contrattuali interamente pagati dall’azienda». «In un momento come questo», ha spiegato il Ceo della Ferrari, Louis Camilleri, «i miei ringraziamenti vanno prima di tutto alle persone della Ferrari, che con il loro straordinario impegno in questi ultimi giorni hanno dimostrato l'attaccamento e la passione che contraddistingue il nostro marchio. Assieme ai nostri fornitori, sono stati loro a garantire fino ad adesso la continuità aziendale. È proprio nel loro rispetto e per la tutela della loro serenità e di quella delle loro famiglie, che abbiamo preso questa decisione». E’ ancora molto presto per ipotizzare quando passerà la tempesta virale, nessuno può fare previsioni certe, ma a Maranello si pensa al futuro partendo proprio dal presente. «Lo smart working, che riguarda circa l'80% degli impiegati, garantisce di fatto la continuità aziendale», sottolinea Giorgio Uriti della Fim-Cisl Emilia-Romagna. «Nello stesso tempo la Ferrari, alla quale riconosciamo l'impegno che ha messo da subito nella piena applicazione dei decreti del Governo, prenderà ulteriori misure per la maggior tutela possibile dei suoi dipendenti. Saremo impegnati anche in queste due settimane per garantire ai lavoratori prevenzione, igiene, salute e sicurezza, vigilando sulla condizione lavorativa che i dipendenti troveranno al rientro da questo periodo». L’anno scorso per la prima volta la Ferrari ha superato la soglia delle 10 mila vetture prodotte, e recentemente l’azienda aveva rivisto in crescita le previsioni per il 2020. Ora non resta che seguire le direttive, e farsi trovare pronti per quando l’emergenza finirà. «Ferrari ha a cuore naturalmente anche i propri clienti e i propri fan - ha concluso Camilleri - e per loro ci faremo trovare pronti a una grande ripartenza».