Corriere dello Sport

CUORE DI ZION

La corsa alle donazioni di tante stelle della NBA Williamson paga gli stipendi a tutti i dipendenti dell’arena dei Pelicans di New Orleans per il prossimo mese

- Di Roberto Zanni

Il primo è stato Kevin Love, amore di cognome e anche di fatto. Poi un po’ tutte le stelle della NBA si sono messe in fila per aiutare quelli che alla fine saranno i più colpiti, economicam­ente, dallo stop della League: i lavoratori delle arene dove si svolgono le partite.

Così dopo i $100.000 di Kevin Love a Cleveland, sono arrivati quelli di Giannis Atentokoun­mpo e il suo compagno di squadra Khris Middleton a Milwaukee, quindi Blake Griffin a Detroit. Un elenco della solidariet­à lungo che comprende anche le società con i loro proprietar­i in testa: dal milione di dollari di Golden State, destinato a un fondo per le catastrofi che è stato creato dalla Warriors Community Foundation, a Dallas, Phoenix, Atlanta, Milwaukee, Indiana, Toronto, Houston, Sacramento, solo per nominare alcune delle franchigie che si sono immediatam­ente impegnate ad aiutare i loro dipendenti, senza i quali poi le partite non potrebbero svolgersi. Per la maggior parte do loro si tratta di lavori a ore, spesso un secondo impiego, ma fondamenta­le per l'economia della famiglia.

ZION. In questa corsa a offrire un aiuto a chi più ne ha bisogno, un posto particolar­e lo merita Zion Williamson, compagno di squadra di Nicolò Melli. È il nuovo fenomeno della NBA, scelto col numero 1 da New Orleans all'ultimo Draft, un mix di potenza e tecnica, l'immagine del super cestista del terzo millennio. Adesso Zion, con la decisione che ha preso, è diventato anche l'emblema della generosità, almeno nel mondo della NBA: al primo anno nella grande League, passati nemmeno due giorni dalla decisione di fermare tutto per la positività al Coronaviru­s prima di Rudy Gobert e poi di Donovan Mitchell a Utah, Williamson ha annunciato che per i prossimi 30 giorni (il termine, al momento, della sospension­e) pagherà di propria tasca gli stipendi di tutti i lavoratori dello Smoothie King Center, l'arena di New Orleans dei Pelicans.

Non si deve dimenticar­e che si tratta solo di un ragazzo di 19 anni, al debutto nel mondo dei pro. «Questo - il post del giocatore su Instagram - è un piccolo modo per esprimere il mio sostegno e apprezzame­nto per tutte le meraviglio­se persone che sono grandiose con me e con i miei compagni di squadra, speriamo di poterci unire per alleviare lo stress e le difficoltà causate da questa emergenza sanitaria nazionale. New Orleans è una città incredibil­mente resistente, ma a volte un po’ di aiuto in più può rendere le cose più facili per la comunità».

L'IDEA. Nel frattempo Spencer Dinwiddie, uno dei migliori giocatori di Brooklyn, che per primo ai Nets aveva sollecitat­o la proprietà a pensare ai lavoratori del Barclay Center, ha lanciato una proposta per i playoff 2020: preliminar­i per le squadre dal 26º al 30º posto, poi 28 squadre con le migliori 4 in azione solo al secondo turno, un tabellone stile tennis. «Così - ha spiegato - non si arriverebb­e ad agosto e non ci sarebbero effetti negativi sulla stagione 2020-2021».

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ANSA Zion Williamson, appena 19 anni, star dei Pelicans

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