Corriere dello Sport

Stop al Giro delle Fiandre

- A.g.

I belgi si sono accorti di quello che sta succedendo nel mondo quando gli hanno detto che il 5 aprile non si correrà il Giro delle Fiandre. I primi provvedime­nti del governo di Bruxelles, la dichiarazi­one di pandemia, l’annullamen­to di tutte le corse fino al 31 marzo: erano segnali preoccupan­ti, certo, ma finché che rimaneva un posto in calendario per la classica più bella del mondo, c’era una speranza che la situazione non fosse così grave. Da ieri anche il Belgio sa che siamo di fronte a una guerra: dopo Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e Giro d’Italia, anche il Giro delle Fiandre si arrende. Non era più successo dopo l’interruzio­ne dovuta alla prima guerra mondiale: dal 1919 al 2019 la Ronde era andata in scena sempre e comunque, anche negli anni in cui il nazismo straziava il cuore dell’Europa.

L’annuncio è arrivato dal ministro dello sport Ben Weyts, che ha parlato sulla radio nazionale. «Non credo che sia realistico correre la Ronde. Siamo onesti, non credo che sarà fattibile. Pensare che il mondo intero possa spostarsi nelle Fiandre pochi giorni dopo il 3 aprile, quando dovrebbero terminare le varie misure di contenimen­to non è pensabile. Dobbiamo anche mostrare un senso di responsabi­lità». Gli ha fatto eco Tomas van den Spiegel, direttore dell’organizzaz­ione. «Non è possibile imporre determinat­e misure fino al 3 aprile e due giorni dopo organizzar­e la più grande festa popolare nelle Fiandre. In questo momento ci sono cose più importanti. Ci metteremo al lavoro per cercare una nuova data». Negli ultimi anni era stata la paura del terrorismo internazio­nale ad agitare la vigilia delle classiche, adesso tutto quanto sembra soltanto un ricordo sbiadito. Dell’ultima edizione della Ronde ci rimane invece il capolavoro di Alberto Bettiol, indimentic­abile.

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ANSA Alberto Bettiol, 26 anni, ultimo trionfator­e al Fiandre

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