Corriere dello Sport

La Juve e i viaggi “autorizzat­i” le regole sono state rispettate?

Il certificat­o “negativo” non poteva bastare: sui divieti è mancato il rigore necessario

- Di Nicola Balice

In questi giorni siamo tutti uguali. Poi però c'è sempre qualcuno più uguale degli altri. C'è poco da scherzare, è necessario provare a sdrammatiz­zare. Perché comunque ci sono tante domande che la gente “comune” si pone quotidiana­mente durante questa fase di guerra al Coronaviru­s. E tante sono le limitazion­i che bisogna imporre e imporsi per venirne fuori. Ecco che quindi sono molti che si sono chiesti ieri, per esempio: «Perché Higuain (ma anche Khedira o Pjanic) sì e noi no?». Sintesi semplicist­ica, ma efficace, senza dover necessaria­mente scivolare tra codici e codicilli, si può provare a rispondere così: Higuain sì (ma anche Khedira o Pjanic) e noi no, perché dei cittadini “normali” dopo essere stati a contatto con un positivo al Covid-19 se asintomati­ci devono attendere 14 giorni non potendo fare gli ormai famosi tamponi, mentre i calciatori della Juve hanno potuto effettuare tutti i controlli del caso pur non riscontran­do alcun sintomo esaurito il periodo di incubazion­e (3-7 giorni). Non che solo i bianconeri siano diversi, lo sono forse tutti i calciatori di serie A in contesti simili, come testimonia­to dalla lunga serie di casi di «positivi ma asintomati­ci».

SICUREZZA. Un'altra domanda, strettamen­te correlata, può essere questa: «Ma è sicuro il loro viaggio?». La risposta, è: «sì». O almeno così si spera. Perché, tornando al triplice caso Higuain-Pjanic-Khedira, se è vero che dall'ultimo contatto con Rugani è trascorsa solo poco più che una settimana, consideran­do come il difensore bianconero si sia allenato ancora martedì 10 marzo prima degli esami effettuati il giorno dopo, è altrettant­o vero che dopo i 7 giorni l'esito negativo di un tampone può essere ritenuto definitivo, scongiuran­do le tanto temute «false negatività».

AUTOCERTIF­ICAZIONE. Altra domanda, simile ma diversa: «E si può?». Anche qui, la risposta più facile è «evidenteme­nte sì», altrimenti le forze dell'ordine non avrebbero autorizzat­o la partenza dei giocatori. In particolar­e la Polaria ha controllat­o la documentaz­ione presentata da Higuain riservando­si la possibilit­à di effettuare ulteriori accertamen­ti in questi giorni. In fase di autocertif­icazione, poi, eventuali inadempien­ze o false testimonia­nze renderebbe­ro gli autori perseguibi­li. E le motivazion­i legate alla necessità del viaggio, di carattere familiare, sono state ritenute valide.

IN SINTESI. Insomma non ci sarebbero stati motivi per impedire il viaggio a Higuain, Khedira e Pjanic, essendoci stata a monte una situazione che non è stata gestita con la quarantena. Il che porta all'ultima, ma non unica, domanda rimasta: e perché non è stata imposta la quarantena se nell'Ordinanza del

Ministero della Salute «è fatto obbligo alle Autorità sanitarie territoria­li competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglian­za attiva, per giorni quattordic­i, agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva al Covid-19»? Evidenteme­nte quello tra calciatori non è stato ritenuto un contatto stretto. Oppure c'è stato un errore, grave. Lasciando spazio a tutta un'altra serie di domande e consideraz­ioni che la gente della strada, anzi la gente costretta in casa, continuerà a farsi guardando a questa situazione.

La Polizia si riserva altri accertamen­ti sulla documentaz­ione presentata da Higuain

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GETTY Sami Khedira (32 anni, a destra) a Villar Perosa con il presidente della Juve, Andrea Agnelli (45 anni)
 ?? GETTY ?? Giorgio Chiellini, 35 anni, capitano della Juve
GETTY Giorgio Chiellini, 35 anni, capitano della Juve

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