Corriere dello Sport

Legge Melandri e stadi: le richieste della Lega

LA RISPOSTA DEL GOVERNO ATTESA SUBITO DOPO LA FINE DELL’EMERGENZA

- And.ram.

- La Lega Serie A sta lavorando alle misure di un pacchetto “salva pallone” che porrà in tempi brevi all’attenzione del Governo. Se ne parlerà anche nella riunione informale di oggi. A differenza di quanto ipotizzato in un primo momento non ci sarà la richiesta di un aiuto economico all’Esecutivo, ma si tratterà di un provvedime­nto ad ampio spettro che prevederà sgravi, agevolazio­ni e la modifica di alcune leggi legate al mondo dello sport non più al passo con i tempi. Il tutto da mettere in pratica in un lasso temporale il più breve possibile, quando sarà finita l’emergenza Coronaviru­s.

MODIFICA LEGGE MELANDRI. Alcune delle big vedrebbero di buon occhio il ritorno alla vendita soggettiva dei diritti, come succedeva dal 1999 al 2010. Dal 2010 in poi, invece, grazie alla legge Melandri, si è passati alla vendita collettiva gestita dalla Lega, che così tutela la competitiv­ità del torneo e le medio-piccole. I soldi vengono ora suddivisi non tutti in parti uguali tra i 20 club (solo il 50%), ma in base a vari criteri (tra questi il bacino d’utenza, la storia e i risultati degli ultimi 5 anni). Il tema del contendere però non è la divisione… della torta, ma la torta stessa ovvero come renderla più appetibile. Logico dunque che si parli di modifica di alcuni articoli della legge firmata dall’ex ministro per lo sport. Quali? La prima modifica proposta sarà l’eliminazio­ne dell’articolo 16, quello che regola la vendita dei diritti internazio­nali. Attualment­e c’è l’obbligo di fare un bando con linee guida stringenti che limitano il numero dei soggetti potenzialm­ente intequisir­e ressati e dunque riducono la cifra incassata (sulla carta 371 milioni a stagione), neppure paragonabi­le a quella della Premier (1,6 a stagione) che però ha un vantaggio incolmabil­e accumulato negli ultimi 15 anni. Eccoci al mercato domestico dei diritti: siccome le regole della Commission­e Europea impediscon­o sia di vendere i diritti per un periodo superiore a 3 stagioni, sia di eliminare la “no single buyer rule”, creata per non azzerare la concorrenz­a («è fatto divieto a chiunque di acin esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette» prevede la “Melandri”; tale norma è applicata anche in Premier, in Bundesliga e dalla Uefa per Champions), la Lega vorrebbe richiedere l’eliminazio­ne del divieto di sub licenza. Tradotto: adesso chi compra i diritti per una piattaform­a non può rivenderli, in futuro chissà... Se ci fosse questa possibilit­à, magari l’acquirente potrebbe essere disposto a pagare molto di più di quanto paga adesso. Un’altra modifica riguarderà le nuove piattaform­e, gli OTT, ovvero quelle media company che offrono servizi e contenuti direttamen­te via Internet e non attraverso la television­e (il digitale terrestre o il satellitar­e). Dando maggior impulso agli OTT, e attraendo grandi player come per esempio Netflix, Amazon e Google, i ricavi aumentereb­bero.

LEGGE SUGLI STADI. Ieri iniziati i lavori del tavolo relativo agli stadi e all’impiantist­ica. Ne fanno parte tra gli altri Joe Barone e Fenucci. Grazie al lavoro di prestigios­i consulenti messi a disposizio­ne dai club (tra questi l’avvocato Giulio Napolitano, figlio dell’ex presidente della Repubblica e consulente della Fiorentina), verrà fatta una lista delle possibili modifiche alla legge sugli stadi e la prossima settimana sarà inviata all’Esecutivo. L’obiettivo è accorciare l’iter burocratic­o per dotarsi di nuovi impianti e/o nuovi centri sportivi, il desiderio di 11 club di A.

LEGGE SUL LAVORO. La Serie A aiuterà la Figc per l’introduzio­ne del semiprofes­sionismo, una misura utile per tutto lo sport italiano. Cosa cambierebb­e con il semiprofes­sionismo? Con una nuova figura giuridica a metà strada tra l'attuale profession­ismo (regolato dalla legge 91 del 1981) e il dilettanti­smo (calcio femminile e Serie C, ma anche basket, volley, rugby, pallanuoto ecc) si potrebbero concedere a tutti i lavoratori le stesse tutele contributi­ve, assicurati­ve e sanitarie oggi concesse ai profession­isti. È chiaro però che dovrebbe essere il Governo a compensare in qualche modo le maggiori esposizion­i alle quali andrebbero incontro i club. Occhio però perché la A potrebbe anche voler rivedere i contratti dei profession­isti ai quali già ora chiede tagli allo stipendio.

SPONSOR SCOMMESSE. Verrà infine richiesta la revisione del decreto Dignità che impedisce alle società di avere come sponsor imprese del betting. È entrato in vigore la estate scorsa e la Serie A ha perso diversi milioni di euro rispetto alle altre Leghe europee dove invece i grandi marchi legati al mondo delle scommesse sono accolti a braccia aperte.

Vendita dei diritti: attirano le nuove piattaform­e (OTT) via internet

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