Quegli antitaliani a spasso chi non si ferma è perduto
Mentre i sindaci lanciano appelli disperati, gli ospedali scoppiano, il cimitero di Bergamo ha esaurito anche i loculi, c’è una fetta dell’Italia che se ne infischia, prende il sole, fa running e pic nic. Ieri. Roma, Villa Borghese, ore 12: cinquanta/sessanta/forse cento persone corrono, sudano, passeggiano, si abbronzano sui prati e sulle panchine. Napoli, stessa ora: tintarella di gruppo a Mergellina. Milano ore 15,30: file di auto al semaforo rosso di piazza Cavour. Dov’è l’Italia deserta? L’Italia virtuosa raccontata in tv, rinchiusa in casa a cantare la speranza? L’Italia generosa e solidale? La fotografia più nitida di un Paese travolto dal virus l’ha scattata la statistica a otto giorni dal rigido editto governativo. Ieri su 200.514 controlli effettuati, le forze dell’ordine hanno elevato 8.297 denunce per non necessaria uscita da casa o falsa autocertificazione. Significa che un cittadino su 24 circolava senza motivo, il 4,13 per cento.
Nell’arco della settimana i controlli sono stati 1,2 milioni, le contravvenzioni elevate 53.000. Ho provato a fare un conteggio considerando questi dati come campionatura su una popolazione di 50 milioni, quanti sono gli italiani fra i 15 e gli 84 anni, in grado, cioè, di uscire volontariamente da casa. La somma dà 2,2 milioni di persone che circolano non per necessità ma per sfizio, rischiando l’infezione e aumentando il rischio per gli altri (e la solidarietè?). Un numero enorme che spiega forse solo in parte – ma in buona parte – l’irrefrenabile salita del rosario recitato quotidianamente dal povero Borrelli, il quale pietosamente inizia la sua litania pomeridiana dalle guarigioni per poi inevitabilmente sprofondare nei record negativi di contagiati e deceduti (ieri, questi ultimi, 475: mai neanche in Cina in un solo giorno). Non basta che il 60% rispetti la consegna governativa, il carico del 40% sulle strade del Coronavirus non può che allontanare il miraggio del tanto atteso picco, ottimisticamente fissato per il 25 di questo mese. La Cina ha impiegato sette settimane per debellare il nemico invisibile, noi la settima settimana dall’arrivo in Lombardia dalla Germania del paziente zero la stiamo per toccare e siamo nel pieno della bufera.
La fetta dell’Italia insofferente è un lago, un grande lago dove be
Ora dovrebbe valere il motto All Blacks: «Tutto inutile se c’è una sola testa di c...»