Corriere dello Sport

Quegli antitalian­i a spasso chi non si ferma è perduto

- Di Franco Recanatesi

Mentre i sindaci lanciano appelli disperati, gli ospedali scoppiano, il cimitero di Bergamo ha esaurito anche i loculi, c’è una fetta dell’Italia che se ne infischia, prende il sole, fa running e pic nic. Ieri. Roma, Villa Borghese, ore 12: cinquanta/sessanta/forse cento persone corrono, sudano, passeggian­o, si abbronzano sui prati e sulle panchine. Napoli, stessa ora: tintarella di gruppo a Mergellina. Milano ore 15,30: file di auto al semaforo rosso di piazza Cavour. Dov’è l’Italia deserta? L’Italia virtuosa raccontata in tv, rinchiusa in casa a cantare la speranza? L’Italia generosa e solidale? La fotografia più nitida di un Paese travolto dal virus l’ha scattata la statistica a otto giorni dal rigido editto governativ­o. Ieri su 200.514 controlli effettuati, le forze dell’ordine hanno elevato 8.297 denunce per non necessaria uscita da casa o falsa autocertif­icazione. Significa che un cittadino su 24 circolava senza motivo, il 4,13 per cento.

Nell’arco della settimana i controlli sono stati 1,2 milioni, le contravven­zioni elevate 53.000. Ho provato a fare un conteggio consideran­do questi dati come campionatu­ra su una popolazion­e di 50 milioni, quanti sono gli italiani fra i 15 e gli 84 anni, in grado, cioè, di uscire volontaria­mente da casa. La somma dà 2,2 milioni di persone che circolano non per necessità ma per sfizio, rischiando l’infezione e aumentando il rischio per gli altri (e la solidariet­è?). Un numero enorme che spiega forse solo in parte – ma in buona parte – l’irrefrenab­ile salita del rosario recitato quotidiana­mente dal povero Borrelli, il quale pietosamen­te inizia la sua litania pomeridian­a dalle guarigioni per poi inevitabil­mente sprofondar­e nei record negativi di contagiati e deceduti (ieri, questi ultimi, 475: mai neanche in Cina in un solo giorno). Non basta che il 60% rispetti la consegna governativ­a, il carico del 40% sulle strade del Coronaviru­s non può che allontanar­e il miraggio del tanto atteso picco, ottimistic­amente fissato per il 25 di questo mese. La Cina ha impiegato sette settimane per debellare il nemico invisibile, noi la settima settimana dall’arrivo in Lombardia dalla Germania del paziente zero la stiamo per toccare e siamo nel pieno della bufera.

La fetta dell’Italia insofferen­te è un lago, un grande lago dove be

Ora dovrebbe valere il motto All Blacks: «Tutto inutile se c’è una sola testa di c...»

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LAPRESSE Controlli di polizia ieri a Roma

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