LOTITO NON CI STA IN CAMPO SUBITO
Il club pronto a garantire i tamponi per i suoi giocatori La Lazio, con l’ok dei medici, vuol ripartire in anticipo: protocollo di sicurezza, il termo scanner a Formello
Dentro la spaccatura della Lega, il piano della Lazio va avanti. Lotito sfida i grandi club, Juve e Inter in testa: la ripresa graduale degli allenamenti è diventato l’ultimo terreno di scontro sulla strada, complicata dal diffondersi dell’epidemia, di un possibile riavvio del campionato. Il club biancoceleste, con sedute di lavoro differenziate, punta a riprendere lunedì o nei giorni successivi a Formello, di sicuro prima del 4 aprile (data su cui convergerebbe l’intesa in Lega). L’attesa e la prudenza sono legate all’ipotesi di nuove disposizioni governative, altrimenti Lotito andrà avanti da solo e con i club che lo seguiranno. Oggi nuovo confronto in Lega, ma ieri ha incassato l’autorizzazione a procedere dallo staff medico coordinato dal dottor Ivo Pulcini: a Formello sono convinti di aprire un nuovo fronte coniugando il ripristino degli allenamenti differenziati alla tutela della salute dei calciatori. Il piano è condizionato dalle eventuali misure restrittive che potrebbe adottare il Premier Conte in materia di attività all’aperto nelle prossime ore. La società sta mettendo a punto un protocollo sanitario in piena regola e sicurezza: si eviteranno autogol.
PREVENZIONE. Termo scanner per monitorare e controllare la temperatura dei giocatori all’ingresso nel centro sportivo e l’idea, ecco la notizia, di sottoporre squadra, tecnici, magazzinieri, corpo medico e fisioterapico ai tamponi per controllare la negatività al Covid-19. Lotito intende provvedere a spese della Lazio e avvalendosi di strutture ospedaliere. E’ in attesa di risposte. Da un paio di giorni la società sta verificando passaggi e fattibilità di un’operazione da realizzare contestualmente alla ripresa. Già prima della sospensione a Formello erano entrate mascherine, guanti, camici, occhiali di protezione e lettini mono-uso a disposizione dello staff sanitario.
DISTANZE. Si tratterebbe, nelle intenzioni della Lazio, di sfruttare i 6 campi e gli 8 spogliatoi di Formello (su un’estensione di 26 ettari) per una ripresa graduale degli allenamenti con turni e orari prestabiliti, nell’arco dell’intera giornata, dividendo la squadra in gruppi da 2-3 giocatori. Non c’è l’idea di radunare, da un giorno all’altro, venticinque calciatori all’interno dello stesso spogliatoio. L’ampio spazio del centro sportivo, con le attività sospese dell’intero settore giovanile, lo consentirebbe. Niente partitelle, almeno sino al 15 aprile, ma la possibilità di riprendere un lavoro aerobico e di ricondizionamento muscolare rispetto agli esercizi e al tapis roulant utilizzato a casa. Inzaghi e Lotito sono preoccupati per lo scadimento di forma di una squadra che ha giocato l’ultima partita ufficiale il 29 febbraio e che dal giorno dopo si era fermata per il rinvio della trasferta di Bergamo dall’8 al 15 marzo.
ATTESA. Sino a oggi il governo non ha posto alcun divieto di attività all’aria aperta, ma nell’aria c’è un altro decreto con ulteriori restrizioni: nel mirino i runner che continuano a correre indisturbati in qualsiasi città italiana. Nel caso della Serie A si parla di calciatori professionisti, super controllati. Allo stato attuale è molto più rischioso andare al supermercato a fare la spesa piuttosto che allenarsi in solitudine e con le dovute attenzioni all’interno di un centro sportivo. Ecco perché Lotito sta lavorando per portare avanti il suo piano. Qualora il Premier Conte e il ministro Spadafora adottassero nuove e più severe restrizioni, il protocollo laziale potrebbe essere rivisto, sospeso o rinviato, ma sinora fabbriche e aziende non sono state chiuse (questo è un altro punto analizzato dai presidenti): si prova a lavorare in tipologia “smart working” e il mondo del calcio, per l’indotto generato, si sta muovendo con l’idea di salvare il campionato. La Lazio cercherà di aprire una strada per il ritorno in campo garantendo la sicurezza dei giocatori. Adottando il cosiddetto “distanziamento sociale” non sarebbe ancora calcio, ma si comincerebbe a vedere uno spiraglio di luce.