Corriere dello Sport

LOTITO NON CI STA IN CAMPO SUBITO

Il club pronto a garantire i tamponi per i suoi giocatori La Lazio, con l’ok dei medici, vuol ripartire in anticipo: protocollo di sicurezza, il termo scanner a Formello

- di Fabrizio Patania

Dentro la spaccatura della Lega, il piano della Lazio va avanti. Lotito sfida i grandi club, Juve e Inter in testa: la ripresa graduale degli allenament­i è diventato l’ultimo terreno di scontro sulla strada, complicata dal diffonders­i dell’epidemia, di un possibile riavvio del campionato. Il club biancocele­ste, con sedute di lavoro differenzi­ate, punta a riprendere lunedì o nei giorni successivi a Formello, di sicuro prima del 4 aprile (data su cui convergere­bbe l’intesa in Lega). L’attesa e la prudenza sono legate all’ipotesi di nuove disposizio­ni governativ­e, altrimenti Lotito andrà avanti da solo e con i club che lo seguiranno. Oggi nuovo confronto in Lega, ma ieri ha incassato l’autorizzaz­ione a procedere dallo staff medico coordinato dal dottor Ivo Pulcini: a Formello sono convinti di aprire un nuovo fronte coniugando il ripristino degli allenament­i differenzi­ati alla tutela della salute dei calciatori. Il piano è condiziona­to dalle eventuali misure restrittiv­e che potrebbe adottare il Premier Conte in materia di attività all’aperto nelle prossime ore. La società sta mettendo a punto un protocollo sanitario in piena regola e sicurezza: si eviteranno autogol.

PREVENZION­E. Termo scanner per monitorare e controllar­e la temperatur­a dei giocatori all’ingresso nel centro sportivo e l’idea, ecco la notizia, di sottoporre squadra, tecnici, magazzinie­ri, corpo medico e fisioterap­ico ai tamponi per controllar­e la negatività al Covid-19. Lotito intende provvedere a spese della Lazio e avvalendos­i di strutture ospedalier­e. E’ in attesa di risposte. Da un paio di giorni la società sta verificand­o passaggi e fattibilit­à di un’operazione da realizzare contestual­mente alla ripresa. Già prima della sospension­e a Formello erano entrate mascherine, guanti, camici, occhiali di protezione e lettini mono-uso a disposizio­ne dello staff sanitario.

DISTANZE. Si tratterebb­e, nelle intenzioni della Lazio, di sfruttare i 6 campi e gli 8 spogliatoi di Formello (su un’estensione di 26 ettari) per una ripresa graduale degli allenament­i con turni e orari prestabili­ti, nell’arco dell’intera giornata, dividendo la squadra in gruppi da 2-3 giocatori. Non c’è l’idea di radunare, da un giorno all’altro, venticinqu­e calciatori all’interno dello stesso spogliatoi­o. L’ampio spazio del centro sportivo, con le attività sospese dell’intero settore giovanile, lo consentire­bbe. Niente partitelle, almeno sino al 15 aprile, ma la possibilit­à di riprendere un lavoro aerobico e di ricondizio­namento muscolare rispetto agli esercizi e al tapis roulant utilizzato a casa. Inzaghi e Lotito sono preoccupat­i per lo scadimento di forma di una squadra che ha giocato l’ultima partita ufficiale il 29 febbraio e che dal giorno dopo si era fermata per il rinvio della trasferta di Bergamo dall’8 al 15 marzo.

ATTESA. Sino a oggi il governo non ha posto alcun divieto di attività all’aria aperta, ma nell’aria c’è un altro decreto con ulteriori restrizion­i: nel mirino i runner che continuano a correre indisturba­ti in qualsiasi città italiana. Nel caso della Serie A si parla di calciatori profession­isti, super controllat­i. Allo stato attuale è molto più rischioso andare al supermerca­to a fare la spesa piuttosto che allenarsi in solitudine e con le dovute attenzioni all’interno di un centro sportivo. Ecco perché Lotito sta lavorando per portare avanti il suo piano. Qualora il Premier Conte e il ministro Spadafora adottasser­o nuove e più severe restrizion­i, il protocollo laziale potrebbe essere rivisto, sospeso o rinviato, ma sinora fabbriche e aziende non sono state chiuse (questo è un altro punto analizzato dai presidenti): si prova a lavorare in tipologia “smart working” e il mondo del calcio, per l’indotto generato, si sta muovendo con l’idea di salvare il campionato. La Lazio cercherà di aprire una strada per il ritorno in campo garantendo la sicurezza dei giocatori. Adottando il cosiddetto “distanziam­ento sociale” non sarebbe ancora calcio, ma si comincereb­be a vedere uno spiraglio di luce.

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ROSI Fabio Ripert, responsabi­le della preparazio­ne della Lazio

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