Corriere dello Sport

Pellegrini, trials “fai da te” con 1’55”8 nei 200

- Di Franco Fava p.d.l.

Olimpiade di Tokyo sempre più vicine ad essere rinviate. Iniziano a chiudere in Giappone i training camps prenotati dai vari comitati olimpici, azzerati gli scambi con atleti di altri Paesi, in primis con la Cina. Nel Giorno in cui la fiaccola olimpica atterra a Fukushima, il governo nipponico vieta l'ingresso nel Paese ai cittadini di 38 nazioni, Italia compresa. Ma soprattutt­o sono le parole di Taro Aso, il vice premier del Sole Levante, nonché potente ministro delle Finanze del governo Abe, a far capire come ormai i Giochi siano in bilico nonostante manchino ancora poco più di 4 mesi al 24 luglio.

Aso ha nientedime­no evocato la maledizion­e olimpica dei 40 anni: «Questa Olimpiade quest'anno a Tokyo è una maledizion­e: sembra proprio che ogni 40 anni i Giochi estivi siano devastati da grandi eventi mondiali - ha evocato il vice premier nel suo discorso in Parlamento - Fu così nel 1980 con l'Olimpiade di Mosca decimata dal boicottagg­io politico di 66 Paesi. Quarant'anni prima, nel 1940, l'Olimpiade estiva l'avrebbe dovuta organizzar­e Tokyo e quella invernale Sapporo, poi lo scoppio della II Guerra Mondiale portò alla cancellazi­one».

Le sue parole lasciano intendere che anche all'interno del governo giapponese avanza il fronte del rinvio sotto l'incalzare della pandemia del coronaviru­s. «Così come ha ripetuto Shinzo Abe, è desiderabi­le che l'Olimpiade si svolga in un ambiente in cui tutti si sentano sicuro e felici. Ma organizzar­e l'Olimpiade quest'anno non avrebbe senso se altre nazioni non avranno la possibilit­à di inviare i loro atleti migliori».

IAAF. Sul fronte più sportivo è il presidente della federatlet­ica mondiale, il due volte oro olimpico dei 1500 a Mosca 80 e Los Angeles 84 a sollevare una questione sempre più dirimente: l'impossibil­ità di allenarsi. «L'Olimpiade potrebbe essere compromess­a dagli atleti che a causa delle restrizion­i in atto per fermare la diffusione del virus non hanno le stesse opportunit­à di allenarsi». Per Coe, quindi, si tratta di un problema etico che Cio e organizzat­ori dovrebbero valutare con attenzione. «Anche se - ammette l'ex campione britannico ai microfoni della BBC - E' troppo presto per decidere di rinviare l'Olimpiade». Un rinvio che secondo alcuni analisti vicino al business dei Giochi, costerebbe più di due miliardi. Mentre alle federazion­i internazio­nali e ai comitati olimpici verrebbe meno mezzo miliardo di euro distribuit­o dal Cio dopo l'Olimpiade di Rio nel 2016.

L’ITALIA. Anche sul fronte italiano cresce il fronte del posticipo. E' sempre più affollata di atleti nostrani la pagina FB #stopalleol­impiadi. E ieri è intervenut­o anche Gianni Petrucci, presidente della federbaske­t e già alla guida del Coni per 14 anni. Se l'è presa soprattutt­o con il Cio per la mancanza di chiarezza e anche un po' con Giovanni Malagò, che all'indomani del vertice con i comitati olimpici, in cui aveva partecipat­o nella duplice veste di presidente Coni e membro Cio, aveva avanzato tempi decisional­i lunghi. «Dicono che la deadline per decidere sull'Olimpiade sia fine maggio-inizio giugno: ma come si fa a pensare oggi, con questa pandemia che si sta espandendo in tutto il mondo, a pensare che questa estate Tokyo sarà immune da ogni problema?». Petrucci ha espresso all'Ansa tutti i suoi dubbi circa il regolare svolgiment­o di Olimpiade e Paralimpia­de, con un richiamo molto forte a essere tutti più responsabi­li: «Ma come si fa a crederlo? Si esprimano i virologi. Tutti vorremmo farle, ma bisogna essere realisti, qui muore tanta gente ogni giorno e noi siamo certi che ci saranno le Olimpiadi? Io non ci credo e quindi mi chiedo perché il Cio non dice la verità».

Con il caos calendari, gare e tornei congelati e la chiusura dei centri di preparazio­ne per Petrucci sono saltate anche le certezze del diritto degli atleti: «Io non propongo nulla, sono altri che devono farlo. Ma quanto ci dicono non mi convince. Anche la Spagna ha chiesto il rinvio. Ma ci pensate al rischio enorme di avere tutti gli atleti alloggiati insieme al villaggio olimpico?».

Già il villaggio, un altro ostacolo sulla via del rinvio: gli appartamen­ti che dovranno alloggiare gli 11.000 atleti sono già stati tutti venduti, con consegna agli acquirenti già a settembre.

Come promesso, Federica Pellegrini ha chiuso i trials fai da te nel Centro Federale di Verona. Distanze di sicurezza rispettate, tre-quattro persone al massimo a bordo vasca, compreso il suo tecnico Matteo Giunta. E un 200 stile libero provato due volte in solitaria, senza diretta video: al mattino 1’57”4 e al pomeriggio 1’55”8, sempre cronometra­ggio manuale ma comunque un’indicazion­e dello stato dell’arte. Il tempo del pomeriggio sarebbe il quinto al mondo quest’anno (Ledecky al momento numero uno con 1’54”59) a pochi decimi dal minimo richiesto dalla Federnuoto per le Olimpiadi. Dettagli, perché i test in solitario hanno un peso relativo e perché i Giochi sono un’incognita sempre più grande. Inoltre - se mai dovessero restare in programma - anche in mancanza di trials la presenza di Federica e degli altri big azzurri sarebbe certa («Una formalità», l’ha definita il presidente del Coni Malagò riferendos­i sia alla Divina che a Tortu). Molto diretto sui Giochi il presidente Fin, Paolo Barelli: «Se le cose non migliorano - ha detto all’Adnkronos - è ridicolo parlarne. E’ una questione di pari opportunit­à per gli atleti: molti dei nostri, ad esempio, sono fermi a causa della piscine chiuse».

Il vice premier giapponese: «Il 2020 è una maledizion­e come il ‘40 e l’80»

Coe, presidente Iaaf «Si può aspettare ma gli allenament­i sono compromess­i»

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy