Corriere dello Sport

Di Francisca: «Continuo a fatica, il rinvio per me sarebbe una catastrofe»

La schermitri­ce prosegue la preparazio­ne a casa «A Rio salii sul podio con la bandiera dell’Europa: ecco, da lì oggi ci serve più solidariet­à»

- Di Giorgio Burreddu

Stadio-monumento La torcia olimpica lascia lo stadio Panathinai­ko di Atene. Sullo sfondo sventolano la bandiera greca, quella olimpica e quella giapponese. Un’immagine simbolica, come - purtroppo - non è simbolica la totale assenza di pubblico

Lei si allena così: «Nella stanza degli ospiti, con tappetino a terra, uso i pesi di mio marito, faccio gli addominali, gli affondi per le gambe; ho fatto una tabella: allenament­i fissi il lunedì, il mercoledì e il venerdì con tre programmi diversi per variare un po’. Me li ha mandati la preparatri­ce Annalisa Coltorti. Ah, vado anche sul pianerotto­lo e faccio le scale, su e giù, su e giù. Si fa quel che si può».

Ma Elisa Di Francisca fa anche la donna di casa, la mamma, mica solo l’atleta fai-da-te. «Di me ho riscoperto che posso rimanere a casa, non è poco. Sono iperattiva. A Jesi faccio venti cose, a Roma cinque, sei in un giorno. Ma in questa situazione mi sono convinta da subito a stare tranquilla. Come quando stai in aereo, stai lì e basta. A volte è più difficile. Sono anche una brava massaia, posso vincere le olimpiadi casalinghe (ride, ndr)».

D’altra parte quelle vere sono ancora un’incognita. Tokyo è così vicina, così lontana. Bel problema per la schermitri­ce italiana, la nostra campioness­a che sognava i Giochi per chiudere in bellezza e noi con lei. «Un rinvio per me sarebbe un catastrofe. Anche prima di tutto questo, mentre facevo le gare, pensavo chi me lo fa fare? Mio figlio mi manca tanto, ogni volta che parto, il primo anno e mezzo l’ho portato sempre con me, poi è stata dura. E poi gliel’ho promesso. Non lo so cosa deciderann­o, aspettiamo». Aveva già preso i biglietti per il bimbo, per sua sorella e suo fratello. Utopia, ora. «Resterebbe il rimpianto, il rimorso. Ma ci sono cose più importanti».

Cosa le manca di più?

«La pedana. E il duellare, quello mi manca. Mi manca il gesto tecnico, tantissimo. Ma quella è proprio la cosa che in questo momento non si può fare. Magari uno di questi giorni prendo il fioretto e assalto mio marito». (ride)

Ripartire sarà complicato. «Sarà durissima. Anche perché i nostri muscoli sono specifici. Ci provo, ma appunto l’assenza della pedana conta. E nulla può sostituire i cinque-sei assalti al giorno. Ci vorrà un mese di grande intensità per riprendere la tonicità».

A casa come la sta vivendo? «All’inizio molto bene. Certo non poter uscire di casa è complicato. Dobbiamo seguire le regole, questo è sicuro e importante. A fare la spesa va mio marito, poi torna, lavaggio mani, vestiti in lavatrice. Io sono uscita una sola volta, ti senti quasi in colpa, non vedi l’ora di tornare. Ma lo dobbiamo fare».

Il tempo come lo occupate? «Le cose di casa, cambi le tovagliett­e per la colazione, le lenzuola, la lavatrice, le faccende. Stiro, mi sembra di essere tornata a quando ero incinta. Faccio dei programmi, delle tabelle per occupare il tempo, non si possono passare le giornate sul divano. E poi c’è una cosa di cui sento il bisogno».

Cosa?

«Scrivere. L’ho detto a mio marito. Sento il bisogno di buttare giù pensieri, emozioni, questo è un aspetto importante».

Il futuro come se lo immagina? «Spero che tutta questa storia ci insegni qualcosa, dopo tutto questo disagio spero arriverann­o più soldi agli ospedali. Penso che anche il più cretino possa avere imparato qualcosa».

A ritrovare anche vecchi valori, magari.

La paura invece è un'alleata per chi vuole alzare muri, rimettere i confini: pensa che il mondo tornerà indietro, che vincerà chi vuole dividerci? Lei a Rio era salita sul podio con la bandiera dell’Europa.

«Il mio gesto era per le vittime degli attentati, parlava di unione e solidariet­à e riguardere­bbe anche un periodo del genere. In Europa non c’è tutta questa solidariet­à a quanto leggo e sento, e questo mi dispiace tantissimo, ma non lo so. Io spero che l’Italia si sollevi, che ne venga fuori. Anzi, ne sono sicura».

 ?? GETTY IMAGES ??
GETTY IMAGES
 ?? FOTO FIS ?? Elisa Di Francisca, 37 anni, due ori olimpici e sette mondiali
FOTO FIS Elisa Di Francisca, 37 anni, due ori olimpici e sette mondiali

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy