Corriere dello Sport

Quanto è triste il viaggio della torcia olimpica

- F.fa.

tico stadio a forma ellittica, sede dei primi Giochi dell'Era Moderna nel 1896 e teatro della galoppata vittoriosa di Stefano Baldini nella maratona olimpica di 16 anni fa, mancavano gli annunciati campioni giapponesi, la lottatrice Saori Yoshida e il judoka Tadahiro Nomura.

Così come era stato costretto a marcare visita il capo organizzat­ore dei Giochi, Yoshiro Mori, presente solo attraverso un video messaggio. A 82 anni e dopo aver superato un cancro ai polomoni, Mori è stato messo sotto osservazio­ne in relazione alla positività al Covid-19 del vice presidente del comitato olimpico giapponese, Kozo Tashima,

con il quale si era incontrato in più occasioni di recente.

AIRBUS. Nel video messaggio Mori ha auspicato che «la fiamma olimpica una volta arrivata in Giappone possa dilatare le nuvole minacciose che sovrastano il mondo». L'Airbus che ha ospitato il piccolo braciere protetto, è atteso oggi alla base militare di Matsushima, nella prefettura di Miyagi. Tutte le cerimonie ufficiali sono state cancellate. Non ci saranno nemmeno i 200 bambini che avrebbero dovuto accogliere la fiamma. Niente pubblico. Niente sponsor. Il fuoco sacro sarà esposto per due giorni nelle prefetture di

Iwate e Fukushima, per poi iniziare la lunga staffetta attraverso le 46 prefetture dell'arcipelago con la partenza il 26 marzo da Fukushima, resa tristement­e famosa dallo tsunami che nel 2011 causò il disastro alla centrale nucleare.

Fino al primo di aprile gli organizzat­ori hanno chiesto al pubblico di non assieparsi lungo il passaggio della torcia per evitare rischi di contagio. Invito non rispettato però in Grecia, le cui autorità sono state costrette la scorsa settimana a interrompe­re la staffetta a Sparta per eccessivo affollamen­to.

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