Cronache dal silenzio
La Leonessa d’Italia è in ginocchio. Il ruggito è sempre più lieve. Gli ospedali non hanno più posti e gli obitori non riescono più a contenere le salme. «Mai ci saremmo aspettati una devastazione così» ammettono i medici di Brescia impegnati a combattere un avversario invisibile che continua ad avere la meglio. Lo dicono i numeri dei contagiati che aumentano ogni giorno, dal primo caso del 24 febbraio quando un operatore di una struttura per disabili di Pontevico, nella Bassa, risultò positivo al Covid-19. I malati sono più di 3800 e i morti 500. Non c’è più un comune, sui 205, che non abbia almeno una persona infettata. E ora tremano tutti, anche i giovani. Perché il ritornello «si ammalano soprattutto anziani con patologie» inizia a non essere più così vero. Il 15% dei morti complessivi per Coronavirus è residente a Brescia. Ci sono tanti ultraottantenni certo, ma nell’elenco troviamo anche 60enni, 50enni e non sempre già con problemi precedenti. La vittima più giovane aveva 38 anni ed era uno dei ragazzi affetti da disabilità che frequentava la struttura dove lavorava il primo contagiato della provincia. L’altro giorno è morto anche un secondo ospite della stessa cooperativa. Catene che nessuno riesce a spezzare, come accade nelle case di riposo. A Quinzano 18 anziani sono stati contagiati uno dietro l’altro. E sono morti in una settimana. «Non siamo riusciti a proteggerli» è il commento del presidente della casa di riposo. Altri sono in condizioni critiche e l’elenco potrebbe drammaticamente allungarsi.
«Quando arriverà la fine di questo incubo?» si chiede la gente. In una delle città più industrializzate di Italia, conosciuta da sempre come la patria del tondino, le più grandi aziende si sono fermate. Anche Beretta, marchio planetario, ha, è proprio il caso di dirlo, deposto le armi. Ieri è arrivato pure l’annuncio che la Mille Miglia, la gara per auto storiche conosciuta in tutto il mondo, è stata rinviata. Da maggio a fine ottobre. Non era mai successo. «È il nostro 11 settembre» ripete il sindaco del capoluogo Emilio Del Bono che implora via internet la gente a rimanere a casa. Anche perché gli ospedali sono al collasso. Agli Spedali Civili, riferimento della sanità lombarda, arriva un paziente positivo ogni mezz’ora, alla Poliambulanza, clinica privata e seconda struttura per numero di posti letto, interi reparti sono stati trasferiti altrove per lasciare spazio a persone affette da Coronavirus. All’ospedale di Chiari, ovest della provincia a pochi chilometri