Corriere dello Sport

La Francia non molla: «Il Tour lo faremo»

- Di Franco Fava di Alessandra Giardini

«Ha ragione Bach quando dice che spostare l'Olimpiade è una cosa molto complessa. Ma chi pensa che lo slittament­o di uno o due mesi dei Giochi di Tokyo sistemi tutto è folle e dimostra di non conoscere processi e metodologi­e di allenament­o di un atleta. Per giunta in una fase piena di incognite e impediment­i». Non le manda a dire Antonio La Torre, professore associato di metodi e didattiche attività sportiva presso Scienze motorie all'Università Studi di Milano e da oltre un anno direttore tecnico dell'atletica.

Per La Torre, già apprezzato tecnico della marcia e advisor della Preparazio­ne Olimpica del Coni, Tokyo dovrebbe essere rinviata al 2021.

Perché non è possibile uno slittament­o all'autunno?

«In molti Paesi, dagli Usa alla Gran Bretagna, gli atleti non posso allenarsi e andrà avanti ancora così per un po'. Noi abbiamo una dozzina di atleti nelle università americane, sono bloccati, fermi. Domani chiude il principale centro olimpico dell'Inghilterr­a a Loughborou­gh. In Spagna nemmeno gli atleti olimpici possono uscire di casa: la campioness­a mondiale del triplo, la colombiana Rojas che vive a Madrid, è costretta a saltare nel giardino. Come si può pensare che tutto finisca presto?».

Nel 2021 c'è un groviglio di manifestaz­ioni e all'organizzaz­ione costerebbe tantissimo riprogramm­arsi a una anno. «Dovremmo fare tutti qualche sacrificio, dagli organizzat­ori alle federazion­i internazio­nali, i calendari si possono aggiustare. Lo scenario 2021 sta raccoglien­do sempre più consensi: Usa, Francia, Spagna, Gran Bretagna... Spero che si accodi anche la nostra Fidal. Vediamo cosa verrà fuori in Giunta Coni giovedì e al CF Fidal il giorno dopo».

Qual è il principale vantaggio nell'andare al 2021?

«Un anno in più davanti servirebbe a rimettere tutti gli atleti nelle stesse condizioni».

Lei collabora con la Preparazio­ne Olimpica del Coni, quali difficoltà ci sono con Tokyo riprogramm­ata in autunno? «Abbiamo impiegato mesi con Anna Riccardi a studiare i voli aerei, le permanenze per specialità in Giappone e tutti i collegiali. Sarà difficilis­simo riprogramm­are tutto per settembre o ottobre senza conoscere l'evoluzione del Covid-19. Temo che in altri Paesi i tempi di recupero saranno più lunghi. Per non parlare dell'Africa, di cui si sa poco o niente della pandemia. E poi c'è un altro pericolo».

Quale?

«Il doping impazzito. Non si possono fare più controlli a sorpresa, le frontiere sono chiuse, chi vuol doparsi può farlo in abbondanza in questa fase».

Ma il presidente del Coni Malagò ha detto che i Giochi a fine estate si possono fare: il tampone a tutti gli atleti due settimane prima di entrare al villaggio garantireb­be da contagi.

«Sono in disaccordo. Come lo è Federica Pellegrini del resto, quando gli ha ricordato che lei prepara l'Olimpiade allenandos­i in quota e scende solo 7 giorni prima della gara».

Intanto l'atletica come tutti gli sport si è dovuta fermare: stagione evaporata per tutti? «Temo che buona parte dell'attività internazio­nale salti, forse anche gli Europei di Parigi di fine agosto. In questo caso stiamo lavorando a un progetto che punti a una serie di meeting nazionali, con la partecipaz­ione dei nostri big. Perché sono certo che noi italiani ne usciremo prima degli altri».

Larger than life: sarebbe la definizion­e del Tour de

Intanto i nostri continuano ad allenarsi?

«Sì, con qualche limitazion­i, grazie alle deroghe garantite da decreti e ordinanze regionali, purché si rispettino le disposizio­ni. Tamberi si allena al Palaindoor di Ancona, Re e gli altri a Rieti, Tortu a casa in Brianza e Fabbri in caserma a Bologna. Solo i maratoneti sono penalizzat­i, perché ormai vengono linciati se corrono in strada...».

Lei ha polemizzat­o con il presidente dei Medici sportivi, Casasco, contrario alla corsa, anche solitaria.

«Ma su quale base scientific­a lo ha fatto? Quando anche l'OMS si è espressa a favore dell'attività motoria nel rispetto delle misure di sicurezza perché rafforza il sistema immunitari­o. Mi preoccupa questa immobilità sociale: magari protegge dal virus ma fa più vittime per ipertensio­ne o diabete o obesità».

«Anche rinviare di un mese non ha significat­o Bisogna sentire le federazion­i loro sanno qual è la situazione. Il Cio dice cose logiche ma di fronte alla vita non c’è logica»

«Chiude anche il centro olimpico dell’Inghilterr­a Facciamo uno sforzo: tra un anno tutto sarà diverso»

«I maratoneti vengono quasi linciati per strada Una scelta assurda impedire l’attività motoria in solitario»

France se solo i francesi ammettesse­ro l’esistenza di altre lingue oltre alla loro. E’ quello che sentono, comunque: la loro corsa è molto più grande della vita, non è il caso di perdere tempo a paragonarl­a a un Europeo di calcio, e neanche all’Olimpiade. Euro2020 ha cambiato data, persino i giapponesi stanno uscendo dalla giungla, ma i francesi no: Aso sta lavorando sulle date originarie (27 giugno-19 luglio) senza prendere in consideraz­ione un eventuale rinvio. Come era già successo per la Parigi-Nizza. E di nuovo Roxana Maracinean­u, l’ex campioness­a di nuoto ora

Ministro per lo sport, insiste che sarebbe «di importanza capitale che il Tour, come i Giochi Olimpici, potessero svolgersi», ipotizzand­o magari un percorso tagliato, senza pubblico in partenza e al traguardo. Come scrisse negli anni Venti Albert Londres, inventore del reportage, «ci sono artisti da circo che ingoiano mattoni e altri che mandano giù rane vive. Ho visto fachiri scolarsi del piombo fuso. Tutte persone normali. I veri pazzoidi sono alcuni esaltati, partiti il 22 giugno da Parigi, per abbuffarsi di polvere. Li conosco bene, ne faccio parte anche io».

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ANSA/COLOMBO Filippo Tortu, 21 anni, e in basso Antonio La Torre, dt dell’atletica
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