La Francia non molla: «Il Tour lo faremo»
«Ha ragione Bach quando dice che spostare l'Olimpiade è una cosa molto complessa. Ma chi pensa che lo slittamento di uno o due mesi dei Giochi di Tokyo sistemi tutto è folle e dimostra di non conoscere processi e metodologie di allenamento di un atleta. Per giunta in una fase piena di incognite e impedimenti». Non le manda a dire Antonio La Torre, professore associato di metodi e didattiche attività sportiva presso Scienze motorie all'Università Studi di Milano e da oltre un anno direttore tecnico dell'atletica.
Per La Torre, già apprezzato tecnico della marcia e advisor della Preparazione Olimpica del Coni, Tokyo dovrebbe essere rinviata al 2021.
Perché non è possibile uno slittamento all'autunno?
«In molti Paesi, dagli Usa alla Gran Bretagna, gli atleti non posso allenarsi e andrà avanti ancora così per un po'. Noi abbiamo una dozzina di atleti nelle università americane, sono bloccati, fermi. Domani chiude il principale centro olimpico dell'Inghilterra a Loughborough. In Spagna nemmeno gli atleti olimpici possono uscire di casa: la campionessa mondiale del triplo, la colombiana Rojas che vive a Madrid, è costretta a saltare nel giardino. Come si può pensare che tutto finisca presto?».
Nel 2021 c'è un groviglio di manifestazioni e all'organizzazione costerebbe tantissimo riprogrammarsi a una anno. «Dovremmo fare tutti qualche sacrificio, dagli organizzatori alle federazioni internazionali, i calendari si possono aggiustare. Lo scenario 2021 sta raccogliendo sempre più consensi: Usa, Francia, Spagna, Gran Bretagna... Spero che si accodi anche la nostra Fidal. Vediamo cosa verrà fuori in Giunta Coni giovedì e al CF Fidal il giorno dopo».
Qual è il principale vantaggio nell'andare al 2021?
«Un anno in più davanti servirebbe a rimettere tutti gli atleti nelle stesse condizioni».
Lei collabora con la Preparazione Olimpica del Coni, quali difficoltà ci sono con Tokyo riprogrammata in autunno? «Abbiamo impiegato mesi con Anna Riccardi a studiare i voli aerei, le permanenze per specialità in Giappone e tutti i collegiali. Sarà difficilissimo riprogrammare tutto per settembre o ottobre senza conoscere l'evoluzione del Covid-19. Temo che in altri Paesi i tempi di recupero saranno più lunghi. Per non parlare dell'Africa, di cui si sa poco o niente della pandemia. E poi c'è un altro pericolo».
Quale?
«Il doping impazzito. Non si possono fare più controlli a sorpresa, le frontiere sono chiuse, chi vuol doparsi può farlo in abbondanza in questa fase».
Ma il presidente del Coni Malagò ha detto che i Giochi a fine estate si possono fare: il tampone a tutti gli atleti due settimane prima di entrare al villaggio garantirebbe da contagi.
«Sono in disaccordo. Come lo è Federica Pellegrini del resto, quando gli ha ricordato che lei prepara l'Olimpiade allenandosi in quota e scende solo 7 giorni prima della gara».
Intanto l'atletica come tutti gli sport si è dovuta fermare: stagione evaporata per tutti? «Temo che buona parte dell'attività internazionale salti, forse anche gli Europei di Parigi di fine agosto. In questo caso stiamo lavorando a un progetto che punti a una serie di meeting nazionali, con la partecipazione dei nostri big. Perché sono certo che noi italiani ne usciremo prima degli altri».
Larger than life: sarebbe la definizione del Tour de
Intanto i nostri continuano ad allenarsi?
«Sì, con qualche limitazioni, grazie alle deroghe garantite da decreti e ordinanze regionali, purché si rispettino le disposizioni. Tamberi si allena al Palaindoor di Ancona, Re e gli altri a Rieti, Tortu a casa in Brianza e Fabbri in caserma a Bologna. Solo i maratoneti sono penalizzati, perché ormai vengono linciati se corrono in strada...».
Lei ha polemizzato con il presidente dei Medici sportivi, Casasco, contrario alla corsa, anche solitaria.
«Ma su quale base scientifica lo ha fatto? Quando anche l'OMS si è espressa a favore dell'attività motoria nel rispetto delle misure di sicurezza perché rafforza il sistema immunitario. Mi preoccupa questa immobilità sociale: magari protegge dal virus ma fa più vittime per ipertensione o diabete o obesità».
«Anche rinviare di un mese non ha significato Bisogna sentire le federazioni loro sanno qual è la situazione. Il Cio dice cose logiche ma di fronte alla vita non c’è logica»
«Chiude anche il centro olimpico dell’Inghilterra Facciamo uno sforzo: tra un anno tutto sarà diverso»
«I maratoneti vengono quasi linciati per strada Una scelta assurda impedire l’attività motoria in solitario»
France se solo i francesi ammettessero l’esistenza di altre lingue oltre alla loro. E’ quello che sentono, comunque: la loro corsa è molto più grande della vita, non è il caso di perdere tempo a paragonarla a un Europeo di calcio, e neanche all’Olimpiade. Euro2020 ha cambiato data, persino i giapponesi stanno uscendo dalla giungla, ma i francesi no: Aso sta lavorando sulle date originarie (27 giugno-19 luglio) senza prendere in considerazione un eventuale rinvio. Come era già successo per la Parigi-Nizza. E di nuovo Roxana Maracineanu, l’ex campionessa di nuoto ora
Ministro per lo sport, insiste che sarebbe «di importanza capitale che il Tour, come i Giochi Olimpici, potessero svolgersi», ipotizzando magari un percorso tagliato, senza pubblico in partenza e al traguardo. Come scrisse negli anni Venti Albert Londres, inventore del reportage, «ci sono artisti da circo che ingoiano mattoni e altri che mandano giù rane vive. Ho visto fachiri scolarsi del piombo fuso. Tutte persone normali. I veri pazzoidi sono alcuni esaltati, partiti il 22 giugno da Parigi, per abbuffarsi di polvere. Li conosco bene, ne faccio parte anche io».