OLIMPIADE A PRIMAVERA POI IL VOTO
Strategie dietro la scelta della nuova data Bach vuole arrivare alle elezioni del giugno 2021 con i Giochi già svolti. Ipotesi vista con favore pure dai leader politici giapponesi
La XXXII Olimpiade estiva di Tokyo, slittata al 2021, potrebbe essere la prima a chiamarsi Olimpiade primaverile. Sulle date per il ricollocamento dei Giochi sono già in atto confronti accessi tra i principali azionisti dei cinque cerchi. Vale a dire Cio, federazioni internazionali, comitati olimpici e istituzioni giapponesi. E non sempre le ipotesi prese in esame tengono conto delle esigenze degli atleti, le cui opinioni sono tornate a essere marginali.
«Si svolgeranno entro e non oltre l’estate 2021» il monito di Thomas Bach, che negli ultimi due giorni non ha mai escluso un rinvio limitato alla primavera del prossimo anno. Dicono perché, se per ipotesi i Giochi si svolgessero a marzo, questi ricadrebbero nell’anno fiscale 2020. Per John Coates, l’australiano membro Cio che è a capo della commissione di coordinamento per Tokyo, l’Olimpiade dovrà cadere nell’estate del 2021 tra la fine del torneo di Wimbledon (10 luglio) e l’inizio degli US Open di tennis (30 agosto). Questa ipotesi, pur apprezzata dalle Tv, costringerebbe però al rinvio i Mondiali di nuoto (Fukuoka, 16 luglio-1 agosto) e di atletica (Eugene, 6-15 agosto). Da qui l’anticipazione a giugno dei Giochi, cui pensa pure il membro Cio italiano Malagò.
In queste ultime ore tuttavia hanno preso a girare indiscrezioni sui reali motivi che spingerebbero, da Losanna a Tokyo, verso una Olimpiade di Primavera. Thomas Bach preferirebbe arrivare al congresso elettivo di giugno 2021, in Grecia, con i Giochi già disputarato ti. Con un successo acquisito non avrebbe problema a essere riconfermato per acclamazione. Il vero rivale da temere non è ancora neppure membro Cio: quel Seb Coe che guida l’atletica mondiale dal 2015, ma che finora non è stato ritenuto degno da Bach di rappresentare la regina dei Giochi tra i cento e passa signori dell’Olimpismo.
Un anticipo alla primavera sarebbe gradito anche al premier Shinzo Abe, che così potrebbe allungare il record di permanenza da capo del governo alle elezioni fissate nel 2021. Stessa scadenza che assilla la governatrice di Tokyo Metropolitana, Yuriki Koike, in odore di riconferma. Giochi di primavera non starebbero bene all’atletica, dopo lo spostamento dei Mondiali indoor di Nanchino di due settimane fa alla fine di marzo del prossimo anno.
IMPENNATA. Intanto anche il Giappone si appresta a vivere le prime misure forti per fronteggiare il contagio del Covid-19. Tokyo ha supel’Hokkaido, diventando l’area più colpita. Seppure i casi giornalieri siano ancora limitati, sono saliti a 41 rispetto al record di 17, per un totale di 2012 positivi. Tanto è bastato alla governatrice Koike per convincerla a raccomandare alla popolazione della capitale di stare rintanata in casa nel weekend. La stessa governatrice che, intervenendo ieri a una riunione straordinaria del comitato organizzatore, ha ammonito sui costi extra: «Saranno enormi, questa è la vera sfida che abbiamo». Alcuni studi parlano di quasi tre miliardi. Una cifra che potrebbe anche non bastare per il Ceo di Tokyo 2020, Yoshiro Mori: «Dobbiamo rifare tutto quello che avevamo preparato in sette anni: ci costerà un’enormità perché tutta la logistica è stravolta». Il Cio sarà chiamato a partecipare agli extra oneri. Questo determinerà minori fondi (rispetto al mezzo miliardo) da distribuire alle federazioni internazionali.
Su una cosa però Losanna e Tokyo concordano: fare presto per definire una nuova data. Problema di non facile soluzione. Il Cio si è dato un mese di tempo, vanno consultate le 33 federazioni internazionali olimpiche e (forse) anche i rappresentanti degli atleti. Dopo aver valutato però anche le ambizioni elettorali di Bach, Abe e della signora Koike.
Il presidente del Cio potrebbe sacrificare le istanze degli atleti pur di battere Coe