Anche l’Atletico adotta la cassa integrazione
MADRID - Tre club in cassa integrazione. Non c'era altra soluzione, secondo l'Atletico Madrid, l'ultimo in ordine di tempo a comunicare di aver inoltrato la richiesta al Governo. Sui circa 800 dipendenti del club rojiblanco in 500 andranno dunque in cassa integrazione. Continuerà a lavorare regolarmente chi potrà farlo tramite il telelavoro e di questi, ovviamente, non fa parte la rosa del Cholo Simeone. L'Atletico è la terza squadra di Liga a comunicare le “necessarie” misure ai suoi dipendenti, dopo Barcellona ed Espanyol. Blaugrana e Colchoneros avevano dovuto giocare con il bilancio per far quadrare i conti già a gennaio, durante la sessione di mercato invernale. Da un lato l'operazione Braithwaite, per la quale il Barça ha messo controvoglia mano al portafogli, visti gli infortuni di Suarez e Dembelé, dall'altro lato l'impossibilità dell'Atletico di arrivare a Cavani nonostante una cifra non proprio proibitiva per portare el Matador subito a Madrid senza dover aspettare luglio, quando scadrà il suo contratto con il Psg.
LA LETTERA. Nel caso dell'Atletico, ci ha pensato l'amministratore delegato Miguel Angel Gil a comunicare prima ai dipendenti, poi ai soci, le nuove misure. «Una situazione così grave come questa ci obbliga a prendere decisioni tanto complicate quanto necessarie per il bene dell'Atletico - si legge in una lunga lettera firmata dall'ad -. Voglio ringraziare tutti quelli che lavorano nel club per il loro sforzo in questi giorni così complicati. Purtroppo, e con l'unico obiettivo di garantire la sopravvivenza del club, ci vediamo obbligati a richiedere un “espediente di regolazione temporanea dell'impiego”». Misure che, ha spiegato Gil nella lettera, termineranno quando riprenderà il campionato.