Corriere dello Sport

INSIGNE: GATTUSO PUNTO DI RIFERIMENT­O

L’attaccante parla anche della Nazionale: «Competitiv­i pure nel 2021» «Con il tecnico ci sentiamo quasi ogni giorno. Si dialoga su tutto ma mi manca molto il campo»

- di Antonio Giordano

Un mese fa: Napoli-Torino 2-1, e non s’era ancora dentro questa bolla che ora accoglie tutti e spinge a guardarsi dentro, a sentire se stesso, a (s)ragionare, perché non c’è un futuro. «Mi manca tanto il campo, mi mancano gli allenament­i, ma è giusto stare in casa». Un mese dopo da quel 29 febbraio (Napoli-Torino 2-1) Lorenzo Insigne esce per un attimo, via Skype, dalle pareti domestiche, mette il naso fuori dalla quotidiani­tà soffocante, si concede attraverso Sky per raccontare se stesso, la sua Napoli.

CHAT. Un mese alle spalle e un’incognita in quell’orizzonte che gli si para dinnanzi da Posillipo - e sarebbe un gran bel panorama - ma che lascia intraveder­e solo una nube e la paura che il Napoli esorcizza secondo il linguaggio moderno dei giovani. «Noi giocatori ci sentiamo attraverso le chat, ci prendiamo in giro sulla lunghezza dei capelli e quella della barba: chi sta messo peggio sono io, almeno rispetto a Mertens, a Callejon e a Mario Rui, con i quali ho maggiori contatti .... ». E poi c’è

Gattuso, ch’è divenuto il suo punto di riferiment­o, la spalla sulla quale andare a poggiarsi in quell’inverno gelido e rovinoso, denso di polemiche, di amarezza, di quell’ammutiname­nto ch’è divenuto l’epicentro d’un semestre insospetta­bile. Però almeno quello è passato e il calcio, che rimane un dettaglio dell’esistenza, se n’era accorto: «Ci stiamo allenando ognuno nelle nostre abitazioni: lavoriamo utilizzand­o tabelle che ci sono state consegnate e ci mettiamo lo stesso impegno. Io parlo spesso con Gattuso, ho un ottimo rapporto, gli sono grato perché mi ha fatto subito sentire importante. Ha un carattere deciso, è esigente, dice ciò che pensa senza filtri. Essere guidati da un allenatore che ha avuto una enorme esperienza da giocatore ci può arricchire tanto. Gattuso ha vinto tutto e mette a nostra disposizio­ne le sue grandi conoscenze». Verranno periodi migliori, e succederà, e quando si uscirà da questa «prigione» e sarà possibile riappropri­arsi della normalità che è svanita nel nulla, ci sarà modo per rituffarsi nel calcio, per ripensare ai tiri a giro, ai gol e anche alle ambizioni che per il momento Insigne ha adagiato ai margini della propria esistenza. Un mese fa, quando ancora si pensava che in fin dei conti «fosse solo un’influenza», c’erano tante cose sulle quali accomodars­i, dolcemente, per esempio l’Europeo, che ora resta un’immagine un po’ sbiadita che si perde in lontananza. «Ma abbiamo costruito una Nazionale solida. Vorrà dire che saremo competitiv­i anche nel 2021, quando magari recuperere­mo anche qualche infortunat­o. Vogliamo essere protagonis­ti e voglio esserlo con il Napoli. Con Gattuso ci sentiamo quasi tutti i giorni e non discutiamo solo di calcio ma anche delle rispettive famiglie e di questa situazione che stiamo vivendo». Un mese fa sembrava tutto più bello.

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MOSCA Lorenzo Insigne, 28 anni, attaccante e capitano del Napoli
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