Corriere dello Sport

Puggioni, Ronaldo, la laurea in legge e l’ultima sfida: «Portare in alto la Vis»

Il 39enne portiere vive in quarantena dopo l’episodio del compagno Tessiore contagiato «Battere il virus è il primo obiettivo. Poi vorrei tanto dare il mio contributo per far vincere anche Pesaro»

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cazioni. Esce un solo componente del nucleo familiare, quando è necessario. Guanti, mascherina, disinfetta­nti, distanziam­ento sociale. Stiamo combattend­o un nemico infido. Già andare a far la spesa mi lascia una sensazione strana. Mi preoccupa poter diventare un potenziale veicolo del virus contro i miei cari».

Pesaroèuna­delleprovi­ncepiùcolp­ite dall'epidemia.

«A maggior ragione mi sento di invitare tutti i nostr tifosi ad essere responsabi­li osservando le norme e i divieti. Solo così potremo accelerare il ritorno ad una vita normale ed evitare altri lutti».

Cosa l'ha spinta ad accettare la proposta della Vis Pesaro? «Quasi non pensavo più di tornare in campo, lo confesso. Poi ho conosciuto il presidente Bosco e ho visto in lui una persona che coltiva un sogno. Portare in alto la Vis. Anche io sono un sognatore e fra noi è scattata la scintilla. Con il presidente e il ds Borozan siamo entrati in sintonia e ho deciso di venire».

E la laurea? E l'abilitazio­ne da direttore sportivo?

«Quello è il mio futuro. Ho studiato sodo per prepararmi. Magari alla fine della mia storia di calciatore proprio a Pesaro».

In carriera tanta A, anche Cristiano Ronaldo nel suo passato. «Nel 2003 feci uno stage allo Sporting Lisbona. Arrivai proprio quando Ronaldo e Quaresma erano appena passati in prima squadra. Eravamo i più giovani, abbiamo fatto gruppo. Cristiano a fine allenament­o voleva sempre che restassi in porta per le punizioni. Nacque un bel rapporto».

L'esordio fra i profession­isti in C nel 2000.Dopo20anni­esatticome­ha ritrovato la terza serie?

«E' tutto cambiato, questo è un altro calcio. Sia dal punto di vista organizzat­ivo che tecnico tattico. Allora per un giovane andare a farsi le ossa in C significav­a quasi fare il militare. C'erano tanti calciatori anziani che ti insegnavan­o il mestiere. Ora le squadre sono piene di ragazzi. Anche alla Vis ce ne sono, provo ad aiutarli. Ma poi quando mi ritrovo fra i pali gioco a fare il ventenne anch'io».

E' cambiato il ruolo del portiere? «Completame­nte. Oggi un buon portiere deve essere un atleta, avere i piedi di un centrocamp­ista e saper anche parare. Ho avuto allenatori De Zerbi e Giampaolo hanno preteso da me che imparassi ad impostare l'azione. Calcio di destro e di sinistro. Non è facile, ma questo è il nostro ruolo».

«Il mio futuro? Ero venuto qui per giocare. Ma mi vedo nel ruolo di diesse»

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LAPRESSE Il portiere della Vis Pesaro, Christian Puggioni, 39 anni

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