Giomi: Lunedì al Governo il nostro piano
«L’atletica ripartirà dai giovani Aiuteremo le realtà del territorio soprattutto chi gestisce impianti»
«Abbiamo il dovere di immaginare il nostro movimento alla ripresa dell'attività per consentire alle società e alle migliaia di operatori di tornare al proprio lavoro nelle migliori condizioni». Così il presidente Fidal, Alfio Giomi, al termine di cinque ore di consiglio federale in streaming, in cui si è tentato di ridisegnare il calendario nazionale dell'atletica. Soprattutto di individuare le criticità legate al Covit-19 che stanno mettendo in ginocchio migliaia di società piccole e grandi in tutto il Paese. Lo stop generalizzato, che salvaguarda ancora un barlume di attività individuale per azzurri e azzurrini, ha di fatto azzerato tutta l'attività di base e la promozione giovanile.
Come si muove l'atletica italiana di fronte a questa drammatica epidemia?
«Abbiamo deliberato la sospensione di tutta l'attività agonistica sul territorio nazionale fino al 31 maggio, salvo diverse indicazioni del Governo. Niente Golden Gala il 28 maggio a Napoli, attendiamo di vedere come si muoveranno la federazione mondiale ed europea». Quali saranno le priorità?
«Il settore giovanile, la nostra base e il nostro futuro. Sarà una ripresa graduale dell'attività, dal livello provinciale. I Tricolori junior e promesse slitterebbero a fine settembre e a ottobre i cadetti. Visto che è stato rinviato al 2021 l'Europeo U.18 di Rieti, contiamo di sostituirlo con i Tricolori allievi il 17-19 luglio».
A proposito di Rieti, dall'entrata in vigore dei decreti solo una dozzina di atleti elite possono ancora allenarsi al Guidobaldi, ma la struttura è off limits ai 450 ragazzi che giornalmente frequentavano le scuole di atletica.
«Conosco questa situazione, ce ne sono tante uguali in Italia. Per questo abbiamo delineato una sorta road map con interventi a favore dell'attività di base e, soprattutto, delle nostre società, cellule vitali del movimento. Con il nostro consigliere federale, l'avvocato Matteo De Sensi, abbiamo elaborato un'analisi delle cose da fare che lunedì invieremo al Governo».
Di cosa si tratta esattamente? «E' una richiesta di interventi straordinari. Non ci sono cifre, ma solo un elenco di criticità sulle quali intervenire ora per poter ripartire domani. Le società soffrono due volte, con il reclutamento e la gestione di impianti. Per questo in attesa di una risposta alle misure richieste, le società potranno fare tesseramenti biennali (2020-2021) al costo di un annuale. Un intervento sostanziale dovrà essere rivolto a quelle società che gestiscono gli impianti. Abbiamo casi difficili, come la Quercia Rovereto, gestore di un impianto che ha perso il 70% del bilancio. Penso al XXV Aprile di Milano gestito dalla Pro
Patria. Abbiamo problemi anche a Roma, dove siamo noi come Fidal a gestire direttamente il Paolo Rosi, il Martellini e il Giannattasio di Ostia e questo nonostante il Campidoglio abbia sospeso i canoni. Tra 15 giorni sarà pronta una analisi delle perdite. Che andranno aggiornate evidentemente in base alla durata dell'epidemia». Interverrete anche con il bilancio federale?
«Oltre allo stanziamento nel bilancio Fidal 2020 di 1.238.000 euro alle società, questo sarà incrementato di una somma pari al 50% dell'eventuale avanzo di amministrazione 2019. Dobbiamo pensare alle sofferenze in atto un po' in tutti i settori, inclusi gli organizzatori di gare, cui sono venuti meno introiti necessari spesso all'attività giovanile».
Lo spostamento di un anno dei Giochi, porterebbe al rinvio delle elezioni presidenziali che la Fidal ha fissato il 29 novembre.
«Ne so poco, dico solo che sarebbe folle cambiare la governance di una federazione pochi mesi prima di una Olimpiade».
«Le società soffrono due volte: sia per il reclutamento che per la gestione»