«UN SORRISO PER TUTTI ANCHE A PORTE CHIUSE»
Il mondo si è fermato, il wrestling conferma lo show Parla McIntyre, protagonista a Orlando il 4 e 5 aprile «Sono vicino all’Italia e all’Europa, il nostro obiettivo oggi è divertire la gente. È una grande opportunità»
WrestleMania è l'appuntamento annuale più atteso dagli appassionati del wrestling. Sembra incredibile, ma anche in tempi di coronavirus il wrestling non si ferma: il 4 e il 5 aprile a Orlando lo spettacolo è confermato. Anche se a porte chiuse. Tra i protagonisti Drew McIntyre, 34 anni, gigante scozzese di 196 centimetri. Tre-quattro mesi fa ha vinto la Royal Rumble, staccando il biglietto per il main event dello Showcase of the Immortals, insieme alla possibilità di sfidare uno dei campioni del mondo. Se la vedrà con Brock Lesnar, la superstar per eccellenza allo stato attuale e detentore del titolo principale, la WWE Championship. Una sfida che potrebbe consacrare "The Scottish Psychopath" e lanciare una volta per tutte la sua carriera, dopo il tentativo fallito 6 anni fa: «All'epoca - racconta - ero una persona diversa, un ragazzo che la WWE aveva portato in America dalla Scozia. Un giovane che aveva lasciato i suoi parenti, i suoi genitori, i suoi amici dell'Università. Oggi sono cresciuto, diventato uomo, migliorato dentro e fuori dal ring. Ma penso che lo step decisivo per il salto di qualità della mia carriera sia stato l'anno in cui ho lavorato a NXT (il territorio di sviluppo della WWE, ndr), che mi ha consentito di lavorare con Shawn Michaels, un maestro. Così a Raw è arrivato un Drew diverso, stavolta pronto sotto tutti gli aspetti: come professionista e come uomo».
La realtà, spettacolo a parte, però è quella del coronavirus. «Mi sento molto vicino all’Europa e specialmente all’Italia in un momento così, spero di regalare un sorriso a tutti durante il mio match con Brock a WrestleMania. Non posso far altro che ringraziare per l’affetto che mi hanno sempre dimostrato e che ha contribuito a farmi arrivare fino a questo livello. Vi lancio un appello: il 4 e il 5 aprile vedete lo show. Magari può aiutarvi a distrarvi un po’».
Che ricordi ha della sua prima esperienza?
«Ricordo in particolare il gruppo dei 3MB formato insieme a Heath Slater e Jinder Mahal. Quando fu partorita l'idea c'erano grossi piani per noi. Per molti fu un'esperienza fallimentare, ma io penso che tirò fuori un lato della mia personalità che non si era ancora visto. E poi, a distanza di anni, Jinder è diventato WWE Champion, io ne avrò presto l'opportunità e in futuro forse toccherà anche a Heath, che era il leader della stable. Chissà, magari tra 10 anni ci sarà una reunion e tutti saremo stati campioni WWE. Sarebbe una bella rivincita».
E pensare che la prima volta era stato lo stesso Vince McMahon a presentarla come "The Chosen One"...
«Ma non ero pronto. Non avevo ancora costruito la mia storia, il mio percorso. C'è una differenza sostanziale: più di 10 anni fa mi scelse il boss, oggi mi hanno scelto i fan».
Così si ritrova contro Brock Lesnar. È il match più importante della sua carriera?
«A WrestleMania 30, 6 anni fa, Brock Lesnar interrompeva la streak di Undertaker e c'era il main event a tre per il titolo del mondo. Io ero nella Andre The Giant Battle Royal e fui eliminato da Mark Henry, uscendo insieme a Jinder Mahal. Due mesi dopo venni licenziato. Ora è cambiato tutto e sì, questa è l'occasione della mia vita». Spera di potersela giocare in uno dei due main event dello show? «Vincere la Royal Rumble significa partecipare al main event di WrestleMania. Ci sono tanti altri grandi match, come Edge vs Randy Orton o AJ Styles vs Undertaker. Ma loro possono chiudere la prima delle due giornate, lascino a me e Lesnar quella finale».
Cosa significa lavorare con uno come Lesnar?
«Brock è sempre un passo avanti, non solo nello storytelling, ma a guardare il futuro da business man. L'ho osservato nel corso degli anni, è intelligente e furbo. E ora mi trovo qui a lavorare con lui».
Che effetto le fa doverlo affrontare senza pubblico?
«Un mese fa questa situazione era inimmaginabile, ma ora siamo qui, a fare i conti con ciò che sta succedendo. Ho pensato che tutti noi abbiamo una grande opportunità, quella di rendere felice la gente, di divertirla. Non solo i miei amici, mia moglie, i miei amici, non solo l'America, ma tutto il mondo. E allora penso che quando diventerò WWE Champion potrò avvicinarmi alla telecamera fino a toccarla, come se fossi vicino a tutto il mondo che ci sta guardando».
«Poter toccare la telecamera sarà come avvicinarmi a chi sta guardando»