Corriere dello Sport

La testa di Eraldo il talento di D’Amico i piedi di Diego

IL CALCIO SECONDO PECCI, UNO CHE HA GIOCATO COL CERVELLO

- G.B. gmail.com Zajimi Uvil, Tirana, Albania - hotmail.com Pasquale Esposito, alice.it

ancora). Io sin da piccolo l’ho visto sempre o quasi cupo e facile ad arrabbiars­i, e non ne capivo il perché. Forse la differenza fra un colpo di pistola e questo virus è che la pistola faceva morire all’istante... En passant, “io resto a casa” aiuta a pensare, a scrivere. Ad esempio una poesia: “Le cose di ieri”

Le cose di ieri son quelle che penso, più sono lontane è più le ripasso.

Rivedo dettagli che gusto, che amo, e scopro gli istanti che non ho vissuto. Amplifico,allargo, invento finanche.

Là tutto è più bello di quello che adesso avrò da un cammino veloce, da un cambio di cielo

Che sempre mi perdo.

Dai lampi di gioia in mezzo ai miei vecchi. In mezzo ai miei nuovi, in mezzo ai tuoi occhi. a Tirana, per andare insieme a Kuci di Albania Est, e in quello dell’Ovest, viaggio da anni programato, mai fatto. Ce la faremo! Isolato a casa, vedo tv, libri, scrivo e leggo le storie italiane dello sport, tra di loro tanti i tuoi articoli mi tengono compagnia, grazie! A presto.

Prima o poi racconterò perché le origini dei miei avi sono albanesi, migranti al seguito di Scanderbeg, Giorgio Castriota. Firmato: Italo Kuci.

Caro Cucci, comprando il “Corriere dello Sport” la mia attenzione non è caduta sul braccio di ferro tra le pay tv e la Lega, ognuno fa i propri interessi, ma come al solito, a rimetterci saremo noi abbonati a cui non verrà dato il rimborso per le partite non giocate. La cosa che mi ha interessat­o di più è l’intervista del nostro (più suo in verità) amico Pecci Eraldo, un uomo quasi unico per serietà, profession­alità, ironia e tant’altro. Mi sono innamorato di lui già quando giocava nel Bologna, per poi adorarlo al Torino ed infine l’immensa gioia di vederlo giocare, seppur per un anno solo, a Napoli insieme a Maradona, oltre ad avere il privilegio di conoscerlo e stringergl­i la mano. Della sua intervista ho scelto tre passaggi da porre alla sua attenzione. Alla domanda «Cosa stai imparando di te e in generale del mondo in questa emergenza?», lui ha risposto: «Spero di non essere un uccello del malaugurio ma temo che questa solidariet­à, questo essere tutti più buoni sia un illusione. Un mese dopo la fine dell’incubo, ognuno tornerà a correre per il suo vantaggio». La seconda sui giocatori ed i loro assistiti. Alla domanda a proposito di quello che ritiene il miglior talento, Vincenzo D’Amico, Eraldo ha risposto: «Oggi sono tutti robot al guinzaglio del procurator­e. Non giudico, sia chiaro, ma è così. C’era la vita, allora, non solo il pallone». L’ultima, riguarda gli argomenti più in voga su questa rubrica. Le vittorie ed i trofei vinti, lui risponde così: «Non sono le vittorie, ma è il racconto che resta nella storia del calcio. Di Maradona forse non sai quello che ha vinto o quanto guadagnava, ma le sue giocate sì. Sono quelle che restano».

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