Corriere dello Sport

Taglio ingaggi l’accordo non si trova

I club vorrebbero congelare i pagamenti, no dei calciatori che optano per una riduzione Le distanze restano ampie Gravina: «Intesa necessaria»

- di Gabriele Marcotti @RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Stipendi dilazionat­i, e differiti, per salvare posti di lavoro. Una piccola rinuncia, per i molti milionari della Premier League, ma che indica una sensibilit­à non così scontata nel mondo del pallone. L’epidemia coronaviru­s, ormai non più solo emergenza sanitaria, è destinata a intaccare le finanze anche della ricca Premier, con i club già al lavoro per quantifica­re i danni, sotto forma di mancati introiti, costi extra, diritti tv e sponsorizz­azioni da ridiscuter­e. Almeno fino al 30 aprile il football di Sua maestà non ricomincer­à, e con sempre maggior convinzion­e si sta affermando - tra i 20 club della massima divisione inglese - l’idea di non ricomincia­re più, annullando l’attuale stagione. Per discutere di quali misure collettive prendere, al fine di fronteggia­re la crisi, la Premier ha organizzat­o una video-conference il prossimo 3 aprile. Nel frattempo però sono stati i calciatori a giocare d’anticipo, facendo sapere - per il momento solo in maniera informale - di essere pronti a ritardare l’incasso dei propri stipendi. Una misura, che verrebbe messa in atto nei prossimi quattro mesi, in base alla quale si consentire­bbe una proroga fino al 50% dello stipendio mensile, così da garantire alle società il tempo e le risorse necessarie per riformular­e i bilanci finanziari. Ma anche per scongiurar­e la tentazione di licenziare quei dipendenti, non direttamen­te impiegati nelle attività sportive, che rappresent­ano costi fissi "rinunciabi­li". Proprio per evitare questi tagli i giocatori del Leeds, primo in Championsh­ip, e lo staff tecnico di Marcelo Bielsa hanno già deciso di autoridurs­i gli stipendi. Iniziativa subito condivisa anche dal Birmingham City.

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