Patrignani: È dura ma la voglia di finire il campionato c’è
IL PRESIDENTE È ANCHE NUMERO UNO DEGLI INDUSTRIALI DELLA ZONA, HA IL POLSO DELLA SITUAZIONE
Presidente Patrignani, come stanno le cose nella sua Cesena? «Da noi la situazione viene gestita con numeri più bassi rispetto a tante altre realtà, pur se qualche decesso c'è stato. Stiamo in casa dopo una prima fase in cui si è sottovalutato il fenomeno, forse perché non c'era chiarezza. La città è forte e ce la caveremo. Non abbiamo soggetti colpiti, questo è un bene. Per il resto, parliamo tra noi 28 soci scambiandoci soprattutto messaggi nella chat in comune. Tutta la società è sempre in contatto, anche se in questo momento di calcio si parla sì e no. Ne parliamo perché gestiamo una società e ci troviamo nella bufera. C'è preoccupazione per come andrà a finire la stagione e come tenere a posto i bilanci».
La parte tecnica passa in secondo piano: «Ultimamente col campionato fermo non ci siamo sentiti né con il direttore Pelliccioni né con il tecnico Viali. Aspettiamo gli sviluppi, confidando che il coronavirus si attenui».
FILO CON GHIRELLI. Pensa che si riuscirà a ripartire per completare la stagione? «Sento il presidente della Lega, Francesco Ghirelli, mi ha chiamato e ci confrontiamo. Anche lui è preoccupato. La situazione è in divenire, difficile fare previsioni. La voglia di finire il campionato c'è, però ci rendiamo conto che sarà complicato se non impossibile».
Prende il sopravvento l'idea che nulla sarà più come prima: «Soprattutto nella prima fase. Poi ci chiediamo come far tornare la gente allo stadio, un luogo dove ci si abbraccia e si fa festa. La preoccupazione va oltre al calcio, difficilmente se anche ci fossero le porte aperte, i tifosi riprenderebbero subito il loro posto. La salute prevale».
IL MODELLO JUVENTUS. La Juve ha ufficializzato il taglio degli stipendi e anche al Cesena si pongono la questione: «Stiamo ragionando con la Lega Pro e tra noi club. Abbiamo una chat in cui ciascuno dice la sua. Il 3 aprile ci sarà in call conferenze un'assemblea con queste tematiche all'ordine del giorno. Dovremo fare tutti dei sacrifici, anche i giocatori. E' qualcosa di epocale che richiede decisioni epocali».
DURE RIPERCUSSIONI. C'è un sistema produttivo messo a dura prova anche a Cesena. Patrignani ha un'azienda che fornisce materiali igienico-sanitari: «Possiamo stare aperti - spiega - perché commercializzando igienizzanti e mascherine siamo funzionali in quanto collegati a settori attivi. Facciamo una fatica enorme a reperire certi materiali. Abbiamo finito tanta roba in pochi giorni e i rifornimenti sono difficoltosi. Stiamo sul pezzo cercando di dare una mano a chi lavora in prima linea».
E' anche presidente della Confcommercio cesenate, dunque ha un polso della situazione certamente ampio: «Sento tanta preoccupazione. Il commercio e il turismo stanno soffrendo parecchio, le attività sono chiuse con un danno incredibile, Se il governo non ci mette le mani, avremo delle conseguenze devastanti. Serve un piano Marshall». Si dice che sa soli non ci si salva: «Mi dispiace per l'Europa che fa orecchie da mercante non facendo ciò che deve. Lo dico da europeista, così non va bene».
«Il calcio per ora sta in secondo piano Però siamo al lavoro per una soluzione»
«Una crisi mai vista difficile da affrontare Serve un vero Piano Marshall»