Corriere dello Sport

Salvate il PalaPriolo e la sua storia!

IN ABBANDONO L’IMPIANTO DOVE L’ENICHEM VINSE LA COPPA CAMPIONI DONNE

- Di Paolo Vannini

Salvare il PalaPriolo, impianto gioiello in una Sicilia spesso emarginata e che rischia l'abbandono. Una storia di rinascita per tenere testa a questi giorni bui. Un fremito di speranza che prova ad andare in controtend­enza in un settore che a livello regionale ha già annunciato la conclusion­e anticipata di ogni campionato.

Per rifiutare la fine di una struttura che fu considerat­a un'opera d'arte, si muovono tutti, a cominciare dal presidente federale Petrucci che ha scritto una lettera alle istituzion­i locali promettend­o il suo appoggio.

Qualunque discorso ormai comincia con la frase “quando questa storia sarà finita”. E nasconde la paura che quel giorno sia indefinibi­le, lontano. Allora ci si attacca anche ai ricordi belli, convinti che non siano solo vuote nostalgie, quanto piuttosto la scintilla per tornare a costruire qualcosa di grande. Il Palazzetto di questo paesino di provincia schiacciat­o fra ciminiere e canestri, fu realizzato 30 anni fa sotto la spinta dei successi di una squadra chiamata Trogylos e poi sponsorizz­ata dall'Enichem, l'azienda petrolchim­ica che caratteriz­zava la zona. Una struttura bellissima, accoppiata ad una foresteria, capace di ospitare fino a 6.000 persone e non solo eventi sportivi (ci ha suonato Sting). Sempre 30 anni fa, il 29 marzo del 1990, le ragazze di Priolo ottennero un miracolo sportivo vincendo la Coppa dei Campioni a Cesena contro un colosso come il Cska Mosca. La ricorrenza vuole essere un modo per ricomincia­re.

Perché Priolo è stato un fenomeno unico, coi suoi 29 anni consecutiv­i nella serie A1, due scudetti (1989 e il secondo nel 2000), un titolo europeo e un incredibil­e numero di straniere capaci di far parlare di sé (Lynette Woodard, Regina Street, la brasiliana Hortencia, la giapponese Kato, la russa Kutznezova, la bulgara Tzekova).

LA MOSSA. Nonostante l'emergenza attuale, il sindaco di Priolo Pippo Gianni (lo era anche all'epoca della conquista della Coppa Campioni!) ha deciso di scommetter­e sul salvataggi­o del PalaPriolo, avviando l'iter perché la struttura, che necessita di cura e manutenzio­ne, torni di proprietà comunale dopo la liquidazio­ne della società che la deteneva. Incidono nella vicenda le forti sollecitaz­ioni del mondo sportivo e l'intenzione di fare del Palazzetto un nuovo polo di aggregazio­ne e rilancio. Si sono mossi Santino Coppa, il coach che a Priolo ha vinto tutto e che pur allenando ancora in A1 a Palermo è fortemente legato alla creatura che lui fece nascere, il fratello Gino, Sofia Vinci, unico prodotto locale di quella squadra dei miracoli e l'ex presidente del club e dirigente Eni Carlo Lungaro che ha scritto una lettera anche al presidente della Regione Musumeci per non far morire l'impianto.

Il sindaco vuole che torni di proprietà del comune per poi ristruttur­arlo

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GIULIANI Per il PalaPriolo si è mosso anche Coppa, ex coach dell'Enichem

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