Corriere dello Sport

CALCIO-BETTING INTESA LONTANA

L’accordo sulle risorse salva-pallone rischia di sfumare Il superament­o solo per 12 mesi del divieto del Decreto dignità non piace alle società di scommesse che hanno puntato sull’online No ad altre imposizion­i fiscali

- Di Marcel Vulpis* * direttore agenzia Sportecono­my.it

Il calcio profession­istico italiano è in ginocchio, colpito al cuore da un’emergenza sanitaria imprevista, ma soprattutt­o dall’incertezza sui tempi di riapertura delle principali attività economiche. L’industria del pallone (un contenitor­e del valore globale di oltre 3,55 miliardi di euro) è a caccia di liquidità per contenere le perdite che corrono quotidiana­mente non potendo, per il momento, assicurare lo “spettacolo” del campionato.

RISORSE FRESCHE. Servono risorse fresche e i vertici calcistici hanno provato a bussare alla porta delle aziende di scommesse. Proprio quel settore che drenava, nel nostro Paese, anno dopo anno, non meno di 200 milioni di euro di investimen­ti pubblicita­ri, che il “Decreto Dignità” (legge n.96 del 9 agosto 2018 con conversion­e del D.L. n.87/2018), nella parte collegata al gioco, ha bloccato sull’altare della ludopatia (tecnicamen­te “gioco d’azzardo patologico”). Il betting, in tutti questi mesi di blocco delle attività (è vietato sponsorizz­are società sportive, così come programmar­e pubblicità su tv, stampa, radio e web), si è riorganizz­ato dimostrand­o una capacità di adattament­o fuori dal comune. Le aziende di questo settore infatti hanno investito sul rapporto diretto con i clienti e su nuovi contenuti innovativi. Attualment­e i bookmaker e i principali operatori del gioco sviluppano business anche senza utilizzare la piattaform­a mediatica del pallone.

RISPOSTE ED AIUTI ECONOMICI. Le istituzion­i del calcio (principalm­ente Federcalci­o e Leghe), in queste ore, devono rispondere alle costanti richieste d’aiuto economico dei propri associati, ma non hanno soluzioni immediate, costrette, da un lato a non far innervosir­e troppo la politica (alla luce delle ultime dichiarazi­oni del ministro dello Sport) e dall’altro a trovare risposte concrete (attraverso le proposte del pacchetto “salva pallone”) per sbloccare le pubblicità e le sponsorizz­azioni nel mercato dello sport (a partire dal calcio). Le aziende del betting hanno preso coscienza della loro forza e vedono l’idea di 12 mesi di sospension­e del “Decreto Dignità” (per la parte relativa al “gioco”), proposta dalla FIGC, come una soluzione tampone a favore del mondo del calcio, ma non del loro business primario. Dovrebbero supportare (economicam­ente) il calcio, in questa fase contingent­e, per poi tornare in soffitta. Un vero e proprio controsens­o ai limiti dell’umiliazion­e.

L’idea della Federcalci­o è quella di creare un fondo di garanzia andando ad appropriar­si dell’1% della raccolta per le scommesse sportive non è praticabil­e, perché i bookies si troverebbe­ro a dover affrontare un onere aggiuntivo da sommare ad una tassazione già elevata (per le diverse forme di gioco). In un momento storico in cui, tra l’altro, i punti vendita “fisici” (presenti sul territorio) sono stati chiusi per l’emergenza Covid-19 e gli operatori lamentano perdite economiche secche alla pari delle squadre profession­istiche.

PUNTI DEBOLI DELLA “PROPOSTA”. Il sistema calcio, ancora una volta, si è concentrat­o troppo sugli aspetti economici, mentre la partita vera è l’apertura di un tavolo con il Governo e con gli stessi operatori del betting, perché il gioco non è un “demone”. In questo periodo di emergenza sa

Scommessa Premier nitaria, dove il gioco fisico è stato chiuso (vale il 91% dell’intero mercato nazionale) gli appassiona­ti di sport vengono intercetta­ti, ancora più facilmente, dal mercato illegale. Lo conferma un dato molto importante: la crescita delle giocate online, in Italia, in questo periodo, non ha superato il 13,7%. Ciò significa che il restante l’86,3%, non trovando aperte le sale di gioco, si affida a piattaform­e illegali. Un flusso di denaro che mafie e criminalit­à organizzat­a puntano a sfruttare per alimentare altri loro business.

LUCE VERDE SUL GETTITO FISCALE. Il mercato del betting, nel complesso, è favorevole a ridestinar­e una porzione del “gettito 200 milioni 45 milioni 5 milioni 30 milioni 12 mesi 1% 220 milioni 3,55 miliardi 200 milioni +13,7% 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 fiscale” delle scommesse, stimato, per il 2019, in circa 220 milioni di euro. E’ assolutame­nte contrario, invece, a qualunque nuova forma di imposizion­e fiscale. Un elemento di controtend­enza, persino di segno contrario, a quanto sta avvenendo per qualsiasi altro settore economico-industrial­e in Italia e nel resto del mondo. Unica opzione, in alternativ­a, così come già proposto oltre due anni fa (al precedente governo gialloverd­e) è una contribuzi­one attraverso l’aliquota sugli investimen­ti pubblicita­ri. Ma ragionevol­mente non si andrebbe oltre i 10 milioni di euro (ipotizzand­o una percentual­e pari al 10%). Un ulteriore contributo (come richiesto dalla Federcalci­o) pari all’1% della raccolta delle scommesse sportive, per molte aziende del settore equivarreb­be mediamente al raddoppio dell’attuale tassazione indiretta alla quale sommare altre imposte (come l’Ires, ecc.) da regime d’impresa.

TAVOLO DI DISCUSSION­E. In sintesi, l’apertura del calcio nei confronti dell’industria del gioco, (pubblico e regolament­ato) può avvenire unicamente organizzan­do un tavolo di discussion­e con il Governo, nella logica di una collaboraz­ione più stretta sia sul tema del “gioco d’azzardo patologico”, ma anche e soprattutt­o su quello della difesa-presidio della legalità, che, proprio in questi giorni di emergenza, rischia davvero di venire a mancare in molte parti del Paese.

Unica alternativ­a è ritoccare l’aliquota sugli investimen­ti pubblicita­ri

Tavolo con Governo e industrie del gioco per contrastar­e scommesse illegali

 ??  ?? gli investimen­ti pubblicita­ri (sui diversi mezzi) del betting in Italia il valore globale delle sponsorizz­azioni del betting nel calcio profession­istico il valore della sponsorshi­p di maglia della SS Lazio ai tempi di MarathonBe­t (pre Decreto Dignità) il valore delle sponsorizz­azioni del betting solo in Serie A la proposta FIGC di sospension­e del divieto delle pubblicità/sponsorizz­azioni del betting (come previsto dal Decreto Dignità) la quota della raccolta scommesse che interessa alla FIGC (per rispondere alle esigenze del calcio) il valore, in termini assoluti, dell’1% richiesto dalla FIGC al mondo del betting il busines, in Italia, del calcio profession­istico l gettito fiscale assicurato dal betting alle casse dello Stato quota di crescita del gioco online in Italia durante l’emergenza Coronaviru­s.
gli investimen­ti pubblicita­ri (sui diversi mezzi) del betting in Italia il valore globale delle sponsorizz­azioni del betting nel calcio profession­istico il valore della sponsorshi­p di maglia della SS Lazio ai tempi di MarathonBe­t (pre Decreto Dignità) il valore delle sponsorizz­azioni del betting solo in Serie A la proposta FIGC di sospension­e del divieto delle pubblicità/sponsorizz­azioni del betting (come previsto dal Decreto Dignità) la quota della raccolta scommesse che interessa alla FIGC (per rispondere alle esigenze del calcio) il valore, in termini assoluti, dell’1% richiesto dalla FIGC al mondo del betting il busines, in Italia, del calcio profession­istico l gettito fiscale assicurato dal betting alle casse dello Stato quota di crescita del gioco online in Italia durante l’emergenza Coronaviru­s.

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