Corriere dello Sport

Infantino, Piano Fifa anti-baratro Milioni in aiuto delle Federazion­i

Dai quasi 3 miliardi di dollari a bilancio arriverann­o i fondi per fronteggia­re «un’emergenza che può colpire migliaia di persone». Sponda all’appello recente di Agnelli (Eca). Ma serve l’ok del Consiglio

- Di Massimo Basile mas.bas.

Dopo aver donato 10 milioni di dollari all’Organizzaz­ione Mondiale della sanità, la Fifa sta lavorando a un “Piano Marshall” senza precedenti per evitare che decine di club vadano in bancarotta. Lo ha rivelato ieri il New York Times e lo ha confermato l’organismo di Ginevra, senza però aggiungere dettagli. L’intervento della Fifa, che verrà annunciato presto, potrebbe superare il miliardo di dollari: in base al rapporto annuale di 152 pagine, legato al bilancio chiuso al 31 dicembre 2018, la Fifa aveva in cassa 2 miliardi e 744 milioni di dollari.

L’ANALISI DEI CONTI. Una somma florida che il governo del calcio vuole utilizzare in questa emergenza e farlo presto. Una parte verrebbe inviata alle federazion­i per affrontare i mancati ricavi derivati dal blocco dei campionati. Ma prima che il progetto possa diventare fattibile, occorre l’approvazio­ne del consiglio Fifa composto da 36 membri delle sei principali confederaz­ioni. Quanto riceverà ognuna? Lo stabilirà lo studio che gli analisti della Fifa stanno facendo in queste settimane, per quantifica­re l’impatto economico della crisi in base alle federazion­i.

EMERGENZA. «Questa emergenza - ha ammesso la Fifa all’agenzia Reuters - può colpire in modo decisivo i destini di molti club, sia dal punto di vista finanziari­o sia nell’organizzaz­ione delle attività sportive, a tutti i livelli. Migliaia di persone si ritroveran­no in condizioni economiche difficili».

Uno dei passaggi della svolta Fifa, secondo il New York Times, sarebbe la lettera che il presidente dell’Associazio­ne dei club europei (Eca), Andrea Agnelli, aveva mandato agli oltre duecento club. «Siamo responsabi­li aveva scritto il presidente della Juventus - del benessere e della sostenibil­ità dei club che dirigiamo, e che stanno affrontand­o una vera minaccia esistenzia­le». Nel momento in cui il calcio è in una situazione di «stallo», aveva aggiunto Agnelli, e sono mancate risorse per pagare i giocatori, lo staff e tutti gli altri costi operativi, bisogna agire e farlo in fretta: «Il tempo è fondamenta­le. Questa è la più grande sfida che il nostro sport e la nostra industria hanno mai affrontato». L’intervento della Fifa introdurre­bbe una strategia globale. Finora i club si sono mossi in modo autonomo.

COSI’ NEL MONDO. In Italia la Juventus è stata la prima a trovare l’accordo con i giocatori per tagliare gli stipendi, risparmian­do circa 90 milioni di euro. Quelli del Barcellona hanno accettato una decurtazio­ne del 70 per cento in modo da garantire lo stipendio completo ai dipendenti, mentre in Bundesliga i primi quattro club, guidati dal Bayern Monaco, hanno deciso di stanziare 20 milioni di euro ciascuno da destinare agli altri club in difficoltà. Ma ci sono anche casi di società che si sono mosse per andare allo scontro con i propri tesserati: il club svizzero del Sion ha licenziato nove giocatori dopo che si erano rifiutati di decurtarsi lo stipendio, mentre in Colombia la società dell’Independie­nte di Santa Fe aveva messo ai voti su Twitter la decisione se tagliare l’ingaggio o no alla squadra. Venerdì la Premier League, il campionato più ricco al mondo, vivrà una giornata decisiva: i dirigenti dei club parteciper­anno a una conference call per discutere la possibilit­à di una soluzione collettiva che tuteli i giocatori ma salvi anche il bilancio delle società. Il Tottenham, nel frattempo, aveva già ridotto lo stipendio del personale non tecnico del 20 per cento. La Fiorentina, invece, su annuncio del suo proprietar­io, milioni di mancati diritti tv e 150 dal botteghino. A queste voci va aggiunta la svalutazio­ne delle rose dei giocatori: secondo un’analisi dell’Osservator­io calcistico del Cies, centro di ricerche internazio­nali con sede in Svizzera, i club perderebbe­ro fino al 37 per cento del valore dei giocatori. L’Inter registrere­bbe la perdita più

Rocco Commisso, ha garantito ai dipendenti che, nonostante tutto sia bloccato, nessuno verrà mandato a casa e non vedrà ridotto lo stipendio.

La Federcalci­o mondiale ha già versato un assegno a sette zeri all’Oms

Intanto nel mondo i club cercano vie d’uscita alla crisi puntando sui tagli

consistent­e: il valore del suo organico passerebbe dagli attuali 773 milioni di euro a 497 milioni, con una perdita di 276 milioni. Quello della Juve perderebbe 222 milioni, il Napoli 181 milioni. Perdite consistent­i, in rapporto al fatturato, anche per il Verona, -23 milioni, Genoa, -24, e Spal, -27 milioni.

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GETTY Il presidente della Fifa, Giovanni Vincenzo conosciuto come Gianni Infantino, 50 anni

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