«SE LA LAZIO RIPARTE NON RISCHIA»
Bilancio in pareggio al 31 dicembre «La crisi sanitaria non impatterà sui ricavi con la Serie A in estate»
«Nessun impatto sui ricavi se riprenderà il campionato». Lotito non parla, ma scrive. La relazione semestrale di bilancio della Lazio al 31 dicembre 2019, approvata lunedì sera dal Consiglio di Gestione e pubblicata ieri attraverso il sito ufficiale, conferma in pieno e rivela la linea strategica del presidente. Conti in ordine e un solo obiettivo: salvare la corsa scudetto e portare a termine la Serie A anche in estate, evitando danni economici che rischierebbero di compromettere il lavoro e la crescita ottenuta dalla società negli ultimi due o tre anni. Si è avvicinata alla Juve e all’Inter con idee, competenza e un modello di gestione oculata. Il valore della produzione è salito, nell’ultimo semestre, a 70 milioni di euro: quasi il 10 per cento in più rispetto al 31 dicembre 2018, quando aveva chiuso a quota 65. Appena 1,1 milioni di perdita netta.
SOLIDITA’. Bilancio in pareggio e una previsione di ripresa svelata dal comunicato in cui si parla dell’emergenza generata dal Covid-19: «Nel caso in cui il campionato dovesse riprendere e terminare regolarmente, dato anche lo slittamento degli Europei, non si dovrebbero avere significativi impatti sui proventi dell’esercizio». Il Consiglio di Gestione ha indicato i tempi di una possibile ripresa anticipati dall’Uefa. «Ad oggi immaginabili sono la ripresa dei campionati nazionali a metà maggio, inizio o fine giugno». Restano i dubbi: «La pandemia ha causato un contesto di generale incertezza, le cui evoluzioni non risultano completamente prevedibili. Le potenziali ricadute economiche saranno oggetto di costante monitoraggio». La solidità della Lazio è una garanzia. «Non si ravvedono elementi di criticità dovuti alla crisi sanitaria e al conseguente rallentamento dell’economia nazionale, in quanto supportate da contratti esistenti o da valutazioni al momento non direttamente legate al contesto emergenziale (asset immobiliari). Il valore dei diritti alle prestazioni dei calciatori che costituiscono la parte significativa del capitale investito netto, non dovrebbe risentire in modo significativo della crisi sanitaria. Si segnala che non sono stati riscontrati casi di contagio all’interno della rosa».
CRESCITA. La relazione svela altri numeri. Il costo del personale è salito a 47,3 milioni con una proiezione di 94,6 a fine stagione. Gli ingaggi della prima squadra pesano per 37 milioni (compresi bonus) da luglio a dicembre: al 30 giugno 2020 diventerebbero 74. Inzaghi e il suo staff (undici tra tecnici e preparatori) costano 8,4 lordi per un anno. Nella cifra complessiva del personale sono compresi i dirigenti (Tare, Peruzzi, Calveri, Bianchessi), giocatori e tecnici della Primavera, allenatori del settore giovanile, dipendenti amministrativi. Nei 70 milioni di fatturato entrano 53,7 dai diritti televisivi, 5,3 dal botteghino, 6,8 dagli sponsor e 3,2 di altri ricavi. L’obiettivo di Lotito è ovvio: difendere l’ultimo terzo dei diritti televisivi portando a termine il campionato. E’ questa la priorità sua e di buona parte dei club di Serie A. In caso contrario, perdendo circa una trentina di milioni, vanificherebbe il beneficio prodotto dalla qualificazione Champions.
INGAGGI. Ecco perché sinora la decurtazione degli stipendi rappresenta il Piano B, a cui ricorrerebbe solo nel caso in cui il campionato non ripartisse. Sino a ieri non ne ha parlato con i suoi giocatori, ci sarà tempo per affrontare l’argomento. Le valutazioni esplorative riguardano uno scenario a cui la Lazio non pensa per più motivi. Il primo riguarda l’intesa collegiale che verrà stabilita dall’Aic: si atterebbe a quei criteri. Il secondo è in ordine al suo progetto. La Lazio correva per lo scudetto e viene da una stagione splendida: Lotito partiva dall’idea di premiare i suoi giocatori con i rinnovi, non di tagliare gli stipendi. Il doppio salto indietro non sarebbe sopportabile.
Monte ingaggi salito a 85 milioni: Lotito per ora prende tempo e non parla di tagli