Corriere dello Sport

Ripartire o no? Giulini lo chiede ai tifosi

- Di Giuseppe Amisani

«Vorrei giocare domani perché significhe­rebbe che questo momentacci­o è passato, ma non mi sembra rispettoso verso i tanti amici che stanno soffrendo per questa grave emergenza. Mi piacerebbe, però, sapere di che idea sono i nostri tifosi». Da una parte la voglia di ricomincia­re, dall’altra il dolore che traspare ad ogni parola, il presidente del Cagliari Tommaso Giulini ha rotto il silenzio di queste settimane intervenen­do ai microfoni dell’emittente televisiva sarda Videolina.

Dal centro sportivo di Assemini, dove fa la spola qualche giorno alla settimana inserendol­o tra la casa di Villasimiu­s e la zona industrial­e della sua Fluorsid, il patron rossoblù ha voluto dare le sue impression­i soprattutt­o sulla ripresa di questo travagliat­o campionato. «Sento tante dichiarazi­oni fuori luogo. Chi dice di avere un’idea chiara non è rispettoso della situazione che sta vivendo tutto il Paese. E il calcio rischia di dare una pessima immagine di sé. Ci sono aspetti positivi nel riprendere, come avere classifich­e certe ed evitare una marea di ricorsi, e dal nostro punto di vista anche richiamare in servizio tanti lavoratori che sono a casa. Lo svantaggio: si ripartireb­be a porte chiuse e sarebbe necessario capire i rischi. Pensate se si riprendess­e e avessimo anche un solo contagiato». La situazione è delicata e per questo il presidente Giulini vorrebbe coinvolger­e il popolo rossoblù. «Non credo sia tanto importante l’opinione di un presidente di una squadra perché ognuno pensa ai propri interessi. Conta il parere

MILANO - (a.vit.) «Speriamo passi tutto in fretta e di poter tornare ad allenarci e a giocare, che è ciò che più ci piace». L’auspicio di Theo Hernandez, condiviso da tutti gli sportivi, è tornare quanto prima alla vita di tutti i giorni. Il terzino rossonero ha partecipat­o ad una Q&A con i tifosi del Milan e ha descritto il suo momento in questo periodo di sosta forzata: «In questi giorni sono qui a casa, tranquillo. Ma sarà bellissimo tornare in campo, perché quello che vogliamo noi giocatori è allenarci e giocare ogni weekend». Il laterale francese ha poi inviato un messaggio speciale a tutti gli operatori sanitari che quotidiana­mente sono impegnati a curare i contagiati dal virus negli ospedali: «Un grande grazie per tutto. Dai medici agli infermieri, state facendo un lavoro incredibil­e e spero che vinceremo tutti insieme questa battaglia il dei tifosi. Arriverà il momento in cui anche noi dovremo esprimerci e mi piacerebbe arrivarci con i sostenitor­i al fianco. Perché senza tifosi il calcio non esiste».

Il Cagliari combatte con una perdita che si attesta intorno ai quattro milioni di euro, ma i tesserati hanno già deciso di rinunciare alla mensilità di marzo per venire incontro alle esigenze delle casse sociali. «Li ringrazio perché hanno grande disponibil­ità e questo ci aiuta. Ma nell’attuale conteggio non è inclusa la perdita dei diritti tv che diamo per scontata in caso si chiudesse la stagione. Mancasse quell’introito, sarebbe una catastrofe e una mensilità non basterebbe certo a coprire il buco in bilancio». E le ripercussi­oni ci saranno anche nella prossima stagione. «Stiamo valutando per il mercato ma sarà sicurament­e più povero e fatto di scambi. Nainggolan? Ha dimostrato quanto può essere importante per questa squadra e, qualora volesse rimanere, anche se la trattativa sarebbe complicati­ssima proveremo a imbastirla. A oggi, però, non posso dire che ci siano grandi probabilit­à che Radja rimanga vista la situazione».

«Ci sono argomenti pro e contro, voglio conoscere il parere dei sostenitor­i»

«Se Radja intende restare, tratteremo Ma la situazione è molto complessa»

prima possibile. Sempre forza Milan e restate a casa». Chiosa sulla sua prima stagione in Italia: «È un momento molto bello della mia carriera. Spero di godermelo per molto tempo ancora. Giocare con mio fratello? Sarebbe un sogno, se sarà nel Milan, ancora meglio».

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CANNAS Tommaso Giulini, 42 anni, presidente del Cagliari dal 2014

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