Corriere dello Sport

Torrente sulle orme di Don Matteo «A Gubbio c’è sempre una magia»

Il tecnico ha spesso pedalato nelle strade battute da Terence Hill: «Ma ora ho voglia di calcio vero»

- M. B./INFOPRESS

- Hanno qualcosa in comune Vincenzo Torrente a Terence Hill. Il legame col Gubbio, da percorsi diversi, si ricongiung­e a San Marziale, caratteris­tica zona nella parte alta del centro storico dove domina la pietra. Il tecnico rossoblù ha scelto di vivere proprio dove il popolare attore ha girato scene indimentic­abili della fiction Don Matteo, che in quel luogo aveva il quartier generale e la chiesina della canonica come ambientazi­one importante della serie televisiva che la città umbra ha ospitato per quasi vent'anni e otto edizioni.

Quella che occupa Torrente è la stessa casa di dieci anni fa, quando ha vissuto il biennio magico con la doppia promozione dalla C2 alla Serie B, che a metà ottobre ha rivoluto a ogni costo tornando dopo l'esonero di Guidi per risollevar­e il Gubbio. Torrente ha cercato fin dall'inizio le cose migliori del periodo magico da trasportar­e nel tempo per risalire la classifica: in fondo la missione fin qui gli è riuscita vista l’attuale posizione fuori dai playout grazie a 13 punti messi in cassaforte in sette partite positive. Luogo che vince non si cambia, insomma.

BUONI SENTIMENTI. Torrente in quella casa ci sta bene. E' rintanato per fronteggia­re il coronaviru­s, accanto alla moglie Loredana e la figlia Gaia. Prevalgono i buoni sentimenti: «Sono in ansia per chi soffre e alle famiglie più colpite, spero che tutto questo finisca presto. Siamo sottoposti a qualcosa di veramente duro. Sono vicino, con i giocatori, lo staff e la società, ai medici e al personale sanitario che lotta ogni giorno in prima linea».

Sul campo, come e quando ripartire, è da vedere: «Ora tutto è incerto per un'eventuale ripresa, se succederà ci vorrà una nuova preparazio­ne come se fosse estate, con tre settimane di lavoro fisico prima di tornare a giocare. Una ripartenza sarà difficile, sia per le paure che per ritrovare la condizione atletica e mentale. Oggi la priorità è la salute e serve rispetto per chi è venuto a mancare e chi ha la vita in pericolo».

L'AGGIORNAME­NTO. E' stato una bandiera del Genoa, che ha lasciato dopo gli albori da allenatore per vincere a Gubbio, con al fianco Gigi Simoni come direttore tecnico e Stefano Giammariol­i direttore sportivo ritrovato proprio in questa nuova avventura. Il presente è fatto di un calcio dal divano: «Mi aggiorno e riguardo certe cose positive e negative delle 18 partite della mia gestione. Visiono giocatori che non conosco e sono in contatto continuo

con lo staff».

Il Gubbio non è più inguaiato: «I ragazzi sono cresciuti tanto, siamo diventati una squadra vera. E' stato un lungo percorso fatto anche di scelte difficili, poi i risultati sul nostro valore credo si siano visti. Adesso i giocatori stanno lavorando più sulla forza, non è facile allenarsi in casa però si sono adattati seguendo anche una corretta alimentazi­one». Prospettiv­e? A doppio passo: «Vogliamo difendere la categoria e più in là penso all'intenzione, mia e della società, di provare a vincere di nuovo».

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INFOPRESS Torrente pedala nelle strade di Don Matteo, prima dell'emergenza virus

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