«GIUSTO ANNULLARE ANCHE SE È CASA MIA»
«Mi piace tutto di quel torneo ma ora dobbiamo stare a casa e basta. Poi giocherei anche a Natale»
Thomas Fabbiano con Wimbledon ha una love story. E’ l’unico Slam in cui ha raggiunto per due volte il terzo turno, raccogliendoci soprattutto vittorie importanti: l’anno scorso contro Stefanos Tsitsipas e nel 2018 contro Stan Wawrinka. Ma condivide l’idea che annullare l’edizione di quest’anno sia la soluzione più giusta. «Il contagio è una questione che riguarda tutto il mondo, con tanti morti in giro bisogna rispettare l’isolamento, aprire i cancelli a tanta gente non avrebbe senso. E’ vero che mancherebbero ancora tre mesi, ma questo problema purtroppo è destinato ad andare per le lunghe. Se siamo bravi e stiamo in casa magari in due mesi potremo iniziare ad allentare l’isolamento, non è giusto tornare a circolare adesso».
Qual è il ricordo più bello che la lega ai Championships? «Sicuramente la vittoria dell’anno scorso al primo turno contro Stefanos Tsitsipas, su un campo importante: diciamo che è l’highlight della mia carriera ai Wimbledon» Dove si è sempre trovato a suo agio.
«Sì, mi piacciono tante cose del torneo: l’eleganza, il suono ovattato che fa la palla toccando l’erba, il rimbalzo basso che si adatta alla mia tecnica. Poi Londra è una bellissima città, anche se durante le gare non sono mai andato troppo in giro. E ho fatto bene, visto che qualche partita l’ho vinta…» Dove alloggia?
«A fianco del Club, praticamente attaccato al campo numero 1. Con mio padre, mio fratello, il mio coach e il preparatore affittiamo una casa, come fanno quasi tutti i giocatori. Mi piace perché sento ‘l’odore’ del torneo, e quando voglio posso riposarmi e in un minuto essere di ritorno sui campi. A Southfields uno dei ritrovi è la pizzeria ‘Franco Manca’, altre volte mangio in casa. Ma non cucino io».
Lei era a Indian Wells nei giorni in cui è avvenuta la prima cancellazione. Ce li racconta? «Sembrava tutto normale: gli allenamenti senza restrizione, i ristoranti affollati. Nessun controllo in aeroporto quando siamo arrivati, e devo dire niente di particolare neppure quando siamo tornati. In California noi italiani eravamo visti quasi come appestati, i colleghi francesi e spagnoli ci prendevano un po’ in giro, pensando che fosse solo un problema italiano. Mentre noi conoscevamo già la realtà perché leggevamo i giornali di casa nostra». Comevedeilrestodellastagione? «Non è facile fare previsioni. A me personalmente l’idea di una stagione compressa non dispiace. Se riescono a mettere in fila tanti tornei, meglio così, è un’occasione di recuperare una parte dei punti e dei soldi che stiamo perdendo oggi».
Giocherebbe anche a Natale? «Perché no? Del resto Natale e Capodanno sono abituato a passarli in aereo, o allenandomi».
E’ d’accordo con la scelta del Roland Garros di spostarsi autonomamente a settembre?
«Non mi è piaciuto che non abbiamo avvertito nessuno, né l’Atp e la Wta, né noi giocatori. Però capisco che, egoisticamente, abbiano cercato di salvare uno Slam. Prima che lo faccia qualcun altro, devono aver pensato, facciamolo noi». Se la data verrà confermata, Us Open e Parigi si giocheranno a una settimana di distanza: un problema? «Forse per uno come Nadal, abituato ad arrivare sempre in fondo, non certo per la maggioranza di chi perde al primo o al secondo turno e può guadagnare comunque un montepremi importante. Non credo che nessuno rinuncerebbe a giocare uno Slam». Come sta trascorrendo il ‘distanziamento sociale’?
«A Sanremo. Ero venuto qui ad allenarmi, e sono rimasto bloccato, per fortuna in compagnia della mia fidanzata. Per 16-17 giorni non ho fatto nulla, come se fosse una vera vacanza, non ho neanche badato alla dieta. Da cinque giorni ho ripreso ad allenarmi: in soggiorno, come posso. In attesa che si possa ricominciare».
«Mi piace l’idea di giocare in pochi mesi una stagione ridotta alla ripresa»