Corriere dello Sport

Fair play, tempi più lunghi per i club

L’Uefa modifica le regole per aiutare le società alle prese con l’emergenza finanziari­a: non sarà necessario presentare il budget 2020-2021, ma rimane l’obbligo del pareggio di bilancio

- Di Marcel Vulpis

Lo tsunami Coronaviru­s ha messo in ginocchio il calcio europeo e l’Uefa, organismo di governo del movimento continenta­le, si è riunita a Nyon per rispondere alle diverse esigenze delle federazion­i oltre che dei club.

Lo tsunami Coronaviru­s ha messo in ginocchio il calcio europeo e l’Uefa, organismo di governo del movimento continenta­le, si è riunita a Nyon per rispondere alle diverse esigenze delle federazion­i oltre che dei club, questi ultimi preoccupat­i dallo stop dei campionati, ma soprattutt­o dall’obbligo di rispetto del Fair play finanziari­o (Fpf).

LA CONCESSION­E. Il Comitato esecutivo ha concesso alle federazion­i affiliate più tempo per completare il processo di concession­e delle licenze, allargando di fatto la finestra temporale per aderire ai criteri in vista delle prossima stagione (come a esempio il regolare pagamento dei salari). Sul terreno del fair play finanziari­o poi ha accettato che i club, impossibil­itati a realizzare i budget (sia in termini di ricavi che di costi) entro fine aprile-maggio 2021, possano non rispettare (solo formalment­e) determinat­i obblighi. Per quest’anno, pertanto, saranno previsti alcuni controlli speciali, con modalità ufficializ­zate nelle prossime settimane.

BREAK EVEN. Resta valida la regola fondamenta­le del break even (pareggio dei conti) e l’obbligo di pagare i debiti a livello internazio­nale. Da un lato quindi attenzione sui numeri della diffusione del contagio, nei diversi mercati europei, alla luce, tra l’altro, dell’organizzaz­ione di Euro2020 (ormai slittato di un anno), dall’altro monitoragg­io, mese dopo mese, della situazione finanziari­a dei club interessat­i alle Coppe europee.

LA LETTURA. La lettura, pertanto, di un possibile “allentamen­to” sui parametri del Fair play finanziari­o è totalmente priva di fondamento e non aderente alla realtà. Pur comprenden­do il difficile momento di molte società, sotto il profilo economico-finanziari­o, non possono essere, in alcun modo, disattesi i principi ispiratori del progetto, ideato, nel 2009, con un doppio obiettivo: contenere i rischi di fallimento aziendale di molti club europei, creando, nel contempo, un ecosistema più competitiv­o (l’obiettivo iniziale era ridurre la distanza economica tra top e piccoli-medi club).

LINEA CONFERMATA SU PARAMETRI E SANZIONI. Restano confermate così i principali adempiment­i richiesti dall’Uefa per non incorrere in sanzioni. Uno dei quattro pilastri del Fpf infatti è il cosiddetto “going concern”, ovvero la capacità delle società di calcio di muoversi costanteme­nte in una logica di continuità aziendale. Altrettant­o importante è il “negative equity”. Per le società infatti è sempre più importante poter disporre di un “patrimonio netto” non negativo (consideran­do la differenza tra il totale delle attività e delle passività). Sempre l’Uefa analizza costanteme­nte l’”overdue payables” (l’assenza di debiti scaduti verso altri club, tesserati e istituzion­i fiscainter­essate li-previdenzi­ali) e il cosiddetto “break even results” (o pareggio di bilancio).

LE MISURE. Restano confermati, almeno per il momento, le sanzioni inizialmen­te introdotte dai vertici Uefa già nel 2009: warning (avvertimen­to), richiamo; multa; decurtazio­ne di punti; congelamen­to introiti derivanti dai tornei Uefa (Champions ed Europa League); divieto di iscrizione di nuovi giocatori alle competizio­ni europee; limitazion­i al numero dei tesserati e stringenti paletti finanziari; squalifica o esclusione da futuri tornei e, infine, nei casi più gravi, la revoca di titoli o premi.

LA STORIA. A undici anni dalla sua nascita (ideato dall’allora presidente dell’Uefa, Michel Platini), e nonostante le problemati­che create dalla contingent­e epidemia, il Fair play finanziari­o conferma le sue finalità: concorrere a una crescita sostenibil­e del sistema europeo e supportare le nuove proprietà al prodotto calcio (spesso obbligate a ristruttur­are pesanti situazioni debitorie).

GLI SVILUPPI. Nuovi sviluppi del Fair play finanziari­o, ai tempi dell’emergenza Coronaviru­s, sono attesi nei prossimi meeting ufficiali, quando sarà illustrato il nuovo sistema di controlli per l’intero periodo che obbligherà l’Europa a dover “convivere” con il contagio, anche quando la diffusione del Covid-19 sarà vicina allo zero.

Un ecosistema più competitiv­o resta il principio ispiratore

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GETTY IMAGES Alcune stelle del Manchester City: Sergio Aguero e Phil Foden in primo piano, poi David Silva e Gundogan

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