Tra Giulini e il Cagliari c’è l’accordo: tagliata la mensilità di aprile
Grande responsabilità della rosa, ma la società potrebbe avviare ulteriori consultazioni
Un primo passo è stato fatto con la rinuncia da parte della intera rosa e di tutti i tesserati, ad una mensilità dello stipendio, ma questa mossa potrebbe rivelarsi vana e allora il Cagliari resta in allarme sul fronte dei tagli agli ingaggi. Tutto dipenderà da se e quando il campionato ripartirà e solo dopo che si avranno maggiori certezze, in casa rossoblù sarà possibile valutare come procedere su una questione di non facile soluzione. Al momento la squadra ha dato la disponibilità a non percepire la mensilità di aprile e lo stesso hanno fatto tutti gli altri tesserati sia della prima squadra che del settore giovanile. In questo modo il sodalizio isolano confida di poter recuperare circa tre milioni di euro lordi che permetterebbero alle casse sociali di respirare.
LA SITUAZIONE. Dal diesse Marcello Carli, a Roberto Colombo, passando per Daniele Conti, Andrea Cossu e via via tutti gli altri, i più stretti collaboratori del presidente Tommaso Giulini hanno fatto la loro scelta precisa e hanno già firmato l’accordo in base al quale non percepiranno la prossima mensilità. In attesa che anche la squadra proceda a mettere nero su bianco, la società sta iniziando a fare i conti per capire quante risorse potrà recuperare per tappare un buco preoccupante dal quale sono già fuoriusciti oltre quattro milioni di euro. Senza contare il fatto che se nella voce al passivo dovessero essere inseriti minori introiti derivanti dai diritti televisivi (tutte le società sono in attesa di capire cosa succederà alla prossima scadenza) ed eventuali passi indietro degli sponsor, la situazione rischierebbe di diventare insanabile. Per il momento sono stati conteggiati solo i mancati guadagni al botteghino per le partite non disputate, tutto l’indotto legato alle gare e le somme perse sul merchandising, sui negozi e sui franchising della società. Inevitabile che il Cagliari viva alla giornata ma che allo stesso tempo, per non farsi trovare impreparato, abbia sott’occhio i bilanci e le possibili strategie per venire fuori da una crisi che rischia, e non solo in casa rossoblù, di far saltare tutto il banco.
L’ESEMPIO ZENGA. A dare un segnale importante di disponibilità ad un eventuale sacrificio economico, era stato Walter Zenga che in tempi non (tanto) sospetti, aveva già stabilito nel suo accordo con il Cagliari, di rinunciare ad una parte considerevole del suo ingaggio in caso il campionato non fosse ripartito. In piena sintonia con il presidente Giulini, il tecnico milanese ha nei giorni scorsi definito la sua come una “clausola di buonsenso” perché inserita già ai primi di marzo quando l’epidemia di Covid-19 aveva superato le previsioni più pessimistiche sulla sua diffusione. La stessa presa di posizione era stata sposata dal tattico ingaggiato insieme a Zenga, Gianni Vio, anche lui pronto ad una decurtazione dell’ingaggio in caso il torneo dovesse concludersi senza aver dato la possibilità al neo allenatore e allo staff ridisegnato, di poter giocare nemmeno una partita in questa stagione. Il buon esempio dell’Uomo Ragno è stato seguito ora dagli altri tesserati in un primo ampio segnale di disponibilità. Tutto ruota, insomma, intorno a quello che sarà anche perché, sia economicamente che dal punto di vista degli accordi per le stagioni successive, la fisionomia e la dimensione del nuovo Cagliari sarò determinata dalla decisione che verrà presa sul campionato sospeso. Tredici partite separano i rossoblù dalla chiusura di quella che, iniziata con grande entusiasmo, si è ora trasformata in una stagione da incubo.
Molto dipende da cosa succederà sul fronte diritti tv e degli sponsor