Corriere dello Sport

IL NAPOLI NON MOLLA: FINIRE LA STAGIONE

Dando per scontata la tutela della salute dei giocatori, il club azzurro intende lottare per salvaguard­are la regolarità del campionato ed è disposto a scendere in campo anche in autunno per completare la stagione (Coppa Italia compresa) ritardando così i

- Di Fabio Mandarini

Il Napoli vuole concludere la stagione: è deciso a portare il campionato all’ultima giornata e la Coppa Italia alla finale, fino in fondo. E se fosse necessario non avrebbe alcun problema a prolungare il calendario fino all’autunno inoltrato o magari a ridosso dell’inverno. No, nessuna remora a riguardo: l’importante è archiviare la stagione con tutti i crismi, e dunque con i vincitori e l’elenco dei qualificat­i alle coppe europee come da responso regolare del campo e dei calendari, a costo di superare anche l’estate. La posizione del club azzurro è questa, ma sia chiaro: perché se è vero che De Laurentiis ha spiegato in Lega a chiare lettere di puntare a ricomincia­re la stagione dal punto in cui è stata interrotta, allo stesso tempo ha precisato che il progetto non prescinde e non prescinder­à mai dalla tutela del diritto alla salute: dalla sicurezza degli atleti, degli impiegati e degli operatori del mondo del calcio, nonché degli sportivi tutti. Del pubblico. Ovvero: la ripresa delle attività calcistich­e dovrà coincidere esclusivam­ente con la fine dell’emergenza legata alla pandemia di Covid-19, in conformità con i decreti istituzion­ali, e le partite dovranno essere giocate comunque a porte chiuse.

LE MEZZE STAGIONI. E allora, il piano-Adl. Il piano del Napoli: arrivare fino alla fine giocandole tutte. Chiudere il campionato di Serie A, sospeso alla ventiseies­ima giornata, e il percorso della Coppa Italia, bloccata dopo le semifinali d’andata (azzurri coinvolti direttamen­te e in vantaggio con l’Inter dopo l’andata, vinta per 1-0 a Milano). L’ipotesi di una mezza stagione, di una maratona sospesa prima del taglio del traguardo, proprio non va a genio; e sebbene il tempo scorra e la curva dei contagi e dei decessi per coronaviru­s sia difficilme­nte gestibile, nonché prevedibil­e, tutto sommato secondo De Laurentiis il calcio non dovrebbe porsi eccessivam­ente l’assillo del tempo. Dell’estate, di agosto, come termine ultimo per chiudere i giochi; magari rinunciand­o alla Coppa. Anzi: si può prolungare e posticipar­e anche l’inizio della prossima stagione, con un occhio alle competizio­ni europee e agli impegni delle Nazionali.

STIPENDI E RICAVI. In pratica, se necessario il Napoli è disposto a dilatare i tempi del campiotato nato e della Coppa Italia fino a ottobre e anche novembre. O magari a ridosso dell’inverno: l’importante è non lasciare nulla in sospeso e tantomeno ricorrere ai playoff. L’idea, insomma, è salvaguard­are e soprattutt­o salvare il salvabile di una regolarità già colpita nel profondo da un evento straordina­rio che, dopo la Cina, ha paralizzat­o l’Italia, la Spagna, l’Europa intera e gradualmen­te il mondo. La vita e l’economia. A proposito: il club azzurro ha bilanci in perfetto ordine figli di una gestione lungimiran­te e oculata nonostante gli importanti investimen­ti, e dunque in prospettiv­a, al di là del contraccol­po generale e delle garanzie legate ai diritti televisivi, il problema ulteriore dovrebbe riguardare gli incassi del San Paolo. Sotto il profilo degli stipendi, intanto, dopo aver già corrispost­o la mensilità di febbraio ai giocatori e ai dipendenti, il Napoli attende l’eventuale accordo Aic-Lega sugli emolumenti di marzo: nell’Assemblea straordina­ria di domani sarà affronanch­e questo aspetto molto delicato.

SALUTE E SICUREZZA. Il piano-Adl, dicevamo, non prescinde dalla sicurezza. Anzi: l’idea di prolungare il campionato anche oltre l’estate è comunque legata a doppio filo al discorso della tutela degli atleti e di tutti quelli che gravitano intorno al pianeta calcio. Ovvero: le attività, a cominciare dagli allenament­i, dovranno riprendere quando il decorso dell’emergenza Covid-19 lo permetterà, di pari passo con il risveglio del Paese e in conformità con le indicazion­i dei responsabi­li degli staff medici in merito agli esami e ai controlli; e le partite dovranno disputarsi a porte chiuse. Fino a nuovo ordine. gentile nei confronti del tecnico bresciano con cui aveva condiviso (quasi per intero) l’età dell’oro delle maglie azzurre di maradonian­a memoria; un’improvvisa­ta particolar­mente gradita per ritrovare un attimo di leggerezza, con un inevitabil­e retrogusto di amarcord dei tempi andati e relegati negli archivi della memoria. Anche se, inutile negarlo, tutto continua dolorosame­nte a girare sulla tragedia che ha colpito tutto il Paese e in particolar­e la regione Lombardia. Le province di Brescia (lì dove Bianchi è nato e cresciuto) e Bergamo, dove attualment­e risiede, sono state le più martoriate. «Sono chiuso in casa come tutti, è impossibil­e adesso parlare di calcio» aveva commentato l’ex tecnico giorni fa: ma qualche (piacevole) ricordo, riaffioran­te dalle acque del golfo partenopeo, può almeno aiutare ad alleggerir­e un carico così pesante e insostenib­ile.

La società ha i conti in ordine grazie alla gestione oculata di entrate e uscite

Sotto il profilo degli stipendi, si attende l’eventuale accordo tra Aic e Lega di A

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