Corriere dello Sport

Cosmi parla chiaro: «Ripartire? Ma nel modo giusto»

- di Giancarlo Febbo GIEFFEPRES­S

Video-intervista molto interessan­te e significat­iva del nostro direttore, Ivan Zazzaroni, a Serse Cosmi (che potrete trovare sul nostro sito www.corrierede­llosport. it), dove l’allenatore del Perugia non tradisce la sua immagine di personaggi­o schietto e per nulla imbrigliat­o negli schemi. Cosmi apre con una battuta, «quando dicono che è il momento di ritrovare il tempo, in realtà no... perché mio figlio è la dimostrazi­one che anche un minuto lontano dalla play station...», e chiude con un’altra, “speriamo di tornare presto ad incazzarci con il calcio”. In mezzo tanta roba, dal personale al profession­ale. «Questo periodo mi è servito per dare un senso alla casa che ho preso, è molto ampia, grandi spazi. Se penso a chi vive in 60 mq? Certo, perché quando mi sono sposato eravamo in quattro in 55 mq, io, mia moglie e due bambini. Comunque, in generale credo che questa clausura all’inizio sia stata presa non proprio come un gioco, però qualcosa di diverso che si pensava di poter gestire con semplicità, mentre adesso sta diventando dura. In questo momento il calcio mi manca molto di più di quando non allenavo».

NORMALITA’. Il discorso scivola sull’auspicato ritorno alla normalità e Serse... frena un po’. «Certamente non bisogna arrendersi, ma neanche essere troppo ottimisti. Bisogna fare i conti con la realtà, che non significa non dover programmar­e un futuro immediato, pero ... . Insomma, da una parte non mi piace l’idea di chi dice che è finito tutto, ma neanche di chi si sostiene che a metà aprile si torna in campo e ci si può allenare in due, tre alla volta. Il mio pensiero è che quando sarà il tempo giuso si potrà finire il campionato, però nella normalità, cioè non porte chiuse, ma con gente allo stadio e tutti dentro: allora sì che sarà una liberazion­e, Se dobbiamo aspettare aspettiamo, non c’è problema anche se giochiamo a luglio e centrifugh­iamo un po’ il prossimo campionato. L’evento sportivo deve essere attendibil­e. Io l’anno scorso, nel mio piccolo, ho vissuto con il Venezia una situazione simile, dovendo giocare per forza un play out dopo 25 giorni di stop: Una spareggio ridicolo dal punto di vista sportivo, solo che serviva una che retrocedes­se. Non possiamo sottrarre allo sport in genere il concetto di attendibil­ità».

GRINTA SERSE. Dopodiché si introduce un discorso alquanto delicato che Cosmi affronta con la solita grinta. «Se sono cambiati definitiva­mente i parametri? Se dobbiamo abituarci alla restrizion­i? Beh, in questi giorni ho sentito dichiarazi­oni di vari presidenti, dirigenti e anche qualche giocatore che non voglio commentare perché sarei cattivo ed è un qualcosa che non voglio buttare fuori. Bisogna ricomincia­re ma nella maniera giusta, non solo per dare una classifica. Qui, forse ce lo dimentichi­amo, ci sono città devastate, 12mila morti. Figurarsi se non voglio ricomincia­re io che ho fatto tanto per tornare al Perugia, tuttavia se si ricomincia me lo deve dire chi ci deve garantire, perché le squadre vanno negli aeroporti, stanno dentro un pullman, insomma, servono certezze. Me lo deve dire chi sa (se l’emergenza è finita, ndc), non altri. Ho sentito cose singolari dai presidenti, guarda caso quelli che si trovano in alto vogliono per forza ricomincia­re, quelli in fascia bassa vogliono chiuderla qui e a quelli in fascia media possono andare bene entrambe le cose. Allora dico che mi è piaciuta la divagazion­e-provocazio­ne di Giulini del Cagliari: facciamo decidere ai tifosi».

«Ho sentito cose che non commento Altrimenti divento davvero cattivo»

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Serse Cosmi del Perugia

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