Cosmi parla chiaro: «Ripartire? Ma nel modo giusto»
Video-intervista molto interessante e significativa del nostro direttore, Ivan Zazzaroni, a Serse Cosmi (che potrete trovare sul nostro sito www.corrieredellosport. it), dove l’allenatore del Perugia non tradisce la sua immagine di personaggio schietto e per nulla imbrigliato negli schemi. Cosmi apre con una battuta, «quando dicono che è il momento di ritrovare il tempo, in realtà no... perché mio figlio è la dimostrazione che anche un minuto lontano dalla play station...», e chiude con un’altra, “speriamo di tornare presto ad incazzarci con il calcio”. In mezzo tanta roba, dal personale al professionale. «Questo periodo mi è servito per dare un senso alla casa che ho preso, è molto ampia, grandi spazi. Se penso a chi vive in 60 mq? Certo, perché quando mi sono sposato eravamo in quattro in 55 mq, io, mia moglie e due bambini. Comunque, in generale credo che questa clausura all’inizio sia stata presa non proprio come un gioco, però qualcosa di diverso che si pensava di poter gestire con semplicità, mentre adesso sta diventando dura. In questo momento il calcio mi manca molto di più di quando non allenavo».
NORMALITA’. Il discorso scivola sull’auspicato ritorno alla normalità e Serse... frena un po’. «Certamente non bisogna arrendersi, ma neanche essere troppo ottimisti. Bisogna fare i conti con la realtà, che non significa non dover programmare un futuro immediato, pero ... . Insomma, da una parte non mi piace l’idea di chi dice che è finito tutto, ma neanche di chi si sostiene che a metà aprile si torna in campo e ci si può allenare in due, tre alla volta. Il mio pensiero è che quando sarà il tempo giuso si potrà finire il campionato, però nella normalità, cioè non porte chiuse, ma con gente allo stadio e tutti dentro: allora sì che sarà una liberazione, Se dobbiamo aspettare aspettiamo, non c’è problema anche se giochiamo a luglio e centrifughiamo un po’ il prossimo campionato. L’evento sportivo deve essere attendibile. Io l’anno scorso, nel mio piccolo, ho vissuto con il Venezia una situazione simile, dovendo giocare per forza un play out dopo 25 giorni di stop: Una spareggio ridicolo dal punto di vista sportivo, solo che serviva una che retrocedesse. Non possiamo sottrarre allo sport in genere il concetto di attendibilità».
GRINTA SERSE. Dopodiché si introduce un discorso alquanto delicato che Cosmi affronta con la solita grinta. «Se sono cambiati definitivamente i parametri? Se dobbiamo abituarci alla restrizioni? Beh, in questi giorni ho sentito dichiarazioni di vari presidenti, dirigenti e anche qualche giocatore che non voglio commentare perché sarei cattivo ed è un qualcosa che non voglio buttare fuori. Bisogna ricominciare ma nella maniera giusta, non solo per dare una classifica. Qui, forse ce lo dimentichiamo, ci sono città devastate, 12mila morti. Figurarsi se non voglio ricominciare io che ho fatto tanto per tornare al Perugia, tuttavia se si ricomincia me lo deve dire chi ci deve garantire, perché le squadre vanno negli aeroporti, stanno dentro un pullman, insomma, servono certezze. Me lo deve dire chi sa (se l’emergenza è finita, ndc), non altri. Ho sentito cose singolari dai presidenti, guarda caso quelli che si trovano in alto vogliono per forza ricominciare, quelli in fascia bassa vogliono chiuderla qui e a quelli in fascia media possono andare bene entrambe le cose. Allora dico che mi è piaciuta la divagazione-provocazione di Giulini del Cagliari: facciamo decidere ai tifosi».
«Ho sentito cose che non commento Altrimenti divento davvero cattivo»