Ora il rischio maggiore sono i tempi
Anticipare una sentenza non è un esercizio esatto, e tantomeno consigliabile, dato che la giurisprudenza non è matematica. Detto questo, però, il ricorso al TAS di Losanna di Andrea Iannone - il primo pilota dell’era MotoGP condannato a uno stop in un caso di doping schiude orizzonti più promettenti per il trentenne di Vasto. Perché alla maggiore apertura del Tribunale Arbitrale per lo Sport di fronte ai casi di involontarietà e contaminazione, si uniscono le stesse motivazioni del verdetto della Disciplinare FIM, che pure ha condannato Iannone a 18 mesi di stop. Una sentenza nella quale emergono proprio i concetti di “involontarietà” e “contaminazione”.
Il 2020 offre precedenti che possono indurre Iannone all’ottimismo: basti pensare al nuotatore brasiliano Gabriel Santos, sospeso per un anno (per clostebol) poi assolto il 15 febbraio poiché riconosciuto negligente e inconsapevole. Ancora più vicina al caso di Andrea è la vicenda del saltatore in lungo Jarrion Lawson: il vice campione del mondo era stato condannato a quattro anni per epitrenbolone, poi è stato prosciolto a Losanna. A unire lo statunitense e il pilota Aprilia sono la famiglia delle sostanze proibite - steroidi anabolizzanti - e la contaminazione attraverso il consumo di carne.
Il tutto, senza contare Filippo Magnini, il cui caso non era legato a contaminazioni di alcun tipo: il pesarese ha avuto ragione sempre a Losanna.
TRIBUNALE ESTERNO. Più che considerare il TAS un tribunale “amico degli atleti”, è necessaria forse una riflessione che pone ombre sul sistema giuridico sportivo. Dove il primo grado si svolge nell’ordinamento interno alle Federazioni come la FIM (Federazione motociclistica internazionale), il cui board nomina i giudici. E del board della FIM fa parte anche Jan Stovicek, che ha condotto l’accusa nel procedimento di Iannone.
Nel caso del TAS cambiano gli attori, che diventano “esterni”, e anche le valutazioni visto che a Losanna un esame tossicologico come quello del capello assume rilevanza superiore. Un esame che fece storia con il tennista Richard Gasquet - che evitò la squalifica dopo la positività alla cocaina - e al quale Iannone si è sottoposto nel gennaio scorso, risultando negativo. Tale esito e le tesi prodotte dal collegio difensivo del pilota sembrano poter ribaltare il significato di quanto emerso nel controllo antidoping di Sepang, dove il drostanolone era stato identificato nelle urine in quantità minima (1,150 nanogrammi per millilitro). L’unica differenza, è che per nessuno degli atleti assolti a Losanna la sostanza rilevata era stata il drostanolone. La vera controindicazione, però, sembra legata ai tempi, dato che il TAS è chiuso per tutto il mese di aprile. Il rischio è che si vada a fine estate.
Al Tas tanti elementi favorevoli a Iannone ma il verdetto può arrivare a fine estate