Corriere dello Sport

007 JAMES STROLL MISSIONE FORMULA 1

Ottima notizia: Aston Martin da sponsor diventerà costruttor­e nel 2021 Investimen­to da 600 milioni sul glorioso marchio, che assorbirà la Racing Point

- Di Fulvio Solms

«Il mio nome è Stroll, Lance Stroll». Smoking sciancrato, papillon nero e pistola Walther PPK esibita all’altezza del viso: è così che si presenterà il pilota della Racing Point, ma anche il suo compagno Sergio Perez, quando la macchina non sarà più rosa ed esibirà il fichissimo marchio Aston Martin, evocando l’Agente 007?

L’operazione era nell’aria da tempo, ma in Formula 1 c’è sempre una gran quantità di panna montata per cui bisogna capire quali piani siano seri e concreti, nel senso: quali abbiano alle spalle i giusti capitali. In questo caso ci sono perché li ha messi una cordata capeggiata da Lawrence Stroll, che già del suo ne ha molti, essendo titolare di marchi di abbigliame­nto globali come Tommy Hilfiger, Michael Kors, Ralph Laurent.

TANTI SOLDI FRESCHI. Il piano ha poco in comune con la pura sponsorizz­azione del marchio Aston Martin a Red Bull, che finisce alla fine di quest’anno. E anche la stessa azienda britannica di Gaydon, in difficoltà fino allo scorso anno, marca una discontinu­ità con il passato grazie all’iniezione di capitali freschi. La situazione nel 2019 era pesante: un’ingannevol­e crescita percentual­e dell’83% su numeri minimi (da 29 a 53 vetture). Ora si cambia: arrivano 536 milioni di sterline (oltre 600 milioni di euro), di cui metà forniti dallo stesso Stroll che sarà presidente esecutivo di Aston Martin Lagonda, la quale avrà il suo team di Formula 1 nella sede appunto della Racing Point, a Silverston­e.

Il progetto era finalizzat­o ad essere lanciato con l’avvento dei nuovi regolament­i nel 2021, poi c’è stato lo sconvolgim­ento del coronaviru­s, il calendario andato gambe all’aria e lo slittament­o delle macchine a effetto suolo al 2022. Ma l’ingresso di Aston Martin in Formula 1 è sganciato dal cambio dei regolament­i e procede a tappe forzate.

L’obiettivo aziendale è aprire la nicchia delle superlusso elettriche, se non - in un futuro anteriore - a guida autonoma. Per ciò che riguarda i propulsori, Aston Martin ha annunciato pochi giorni fa che tornerà dopo 52 anni a produrre un motore in proprio (un V6 da tre litri destinato all’hypercar Valhalla dal 2022), mentre in Formula 1 le power unit continuera­nno a essere fornite da Mercedes, con cui vige un contratto di lungo termine.

Certo sarà più gustoso leggere Aston Martin anziché Racing Point, così come sarà molto più accattivan­te qualsiasi nuova livrea a quella rosa, simpatica, monella, ma fuori sincrono con l’attività corsaiola. Sembra un debutto è nella sostanza lo è, anche se formalment­e dovremmo chiamarlo ritorno: Aston Martin corse in effetti a cavallo tra il 1959 e il 1960 cinque soli gran premi, senza lode né punti iridati. Ma con gli stessi Carroll Shelby e Roy Salvadori che la guidarono in Formula 1, nel 1959 vinse la 24 Ore di Le Mans.

NOTTI INSONNI. «Devo ammettere che ho passato molte notti insonni, ma si è trattato di uno degli affari più emozionant­i della mia vita - ha detto Stroll padre, figlio di Lance che presumibil­mente rimarrà coinvolto nel progetto come pilota - L’investimen­to

ha richiesto il massimo della mia attenzione per mesi. Le auto sono la mia passione e la mia vita, e Aston Martin ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore. A questo punto è fatta: si passa alla fase delle strategie per dare successo a questo fantastico marchio».

Stroll vuole anche che l’attività in Formula 1 consenta di trasferire tecnologia avanzata alla casa automobili­stica: «Molti dispositiv­i adottati in Formula 1 potranno essere adottati dalle auto stradali, specialmen­te da quelle a motore centrale che verranno lanciate in futuro».

Insomma il lavoro dell’azienda riprende con nuova vitalità, e nel Mondiale Aston Martin esce come sponsor rientrando come costruttor­e. E’ un’ottima notizia per l’intera Formula 1.

Il patron Lawrence Stroll: «Notti insonni per il mio affare più emozionant­e»

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GETTY E ANSA La Racing Point di Sergio Perez nei test del febbraio scorso a Barcellona. In basso: la mitica Aston Martin DB5 di James Bond nel film Goldfinger
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