Corriere dello Sport

Campionato solidale: in campo vanno i tifosi

In Cina preoccupan­o i contagi di ritorno, scatta la nuova quarantena. Che in Italia fa correre ai ripari

- Di Mario Pappagallo

Mai abbassare la guardia con questo virus. Oggi sono tornati a salire i nuovi positivi, ma l’ottimismo persiste nel percorso verso la discesa. Il vero problema che preoccupa gli esperti di epidemie e contagi sono le ondate di ritorno. In attesa di un vaccino efficace, questa pandemia potrebbe colpire più volte se si abbassa la guardia. Quindi, da una parte è sotto stretta osservazio­ne l’evolversi della situazione in Cina e in Sud Corea, dall’altra si studiano modi per tenere sotto controllo il contagio pur permettend­o un ritorno alla normalità, o quasi. Entrano in campo il digitale, l’intelligen­za artificial­e, la tecnologia.

Anche in Italia?

Certo, dopo aver valutato che il miglior modello di controllo e gestione della pandemia sembra essere quello ad alta tecnologia applicata della Corea del Sud, e la proposta di Walter Ricciardi, membro italiano del comitato esecutivo dell’Oms e consulente del ministero della Salute, sembra prendere forma. Ricordiamo­la: potenziare i test, come l’Organizzaz­ione mondiale della Salute (OMS) chiede a tutti da tempo, e adottare la strategia della Corea del Sud il prima possibile. Ricciardi indica questa strada da fine febbraio. E ora prendono ufficialme­nte il via i lavori della Task force tecnologic­a, “un contingent­e multidisci­plinare di 74 esperti”, istituita dalla ministra per l’innovazion­e, Paola Pisano. La Task force lavorerà in accordo con il ministero della Salute.

Che compiti ha la Task force?

Il gruppo di esperti valuterà e proporrà soluzioni basate sui dati “per la gestione dell’emergenza sanitaria, economica e sociale” legata al coronaviru­s. Al vaglio del team anche una possibile app in grado di tracciare gli spostament­i. Il gruppo di lavoro, previsto dal decreto legge Cura Italia, è diventato operativo a seguito del decreto ministeria­le firmato da Pisano.

In pratica in Italia starebbe per partire la Smart Health attuata in Sud Corea prima e in Cina poco dopo. In poche parole?

Effettuare il test al momento dell’insorgenza lieve dei sintomi, anche in presenza di un solo sintomo come mal di gola o tosse, cioè in una fase precoce dell’infezione. Subito dopo abbinare il test a una tracciatur­a iper-tecnologic­a sia di una persona sia dei suoi contatti in modo rapido. Così si ha la mappatura dei positivi e negativi e seguirne i movimenti e il rispetto dell’isolamento. In pratica il Paese riparte pur attuando un distanziam­ento sociale hi-tech. I positivi anche asintomati­ci stanno in isolamento fino a quando il test non sarà negativo e i negativi si possono muovere, adottando precauzion­i, ma riprendend­o le attività. I test andranno fatti anche ai dimessi guariti per monitorare che non vi siano ritorni del virus. In pratica, la popolazion­e sotto controllo digitale da un invisibile Grande Occhio della Salute.

Ma noi e altri Paesi come stiamo affrontand­o la pandemia?

La maggior parte dei Paesi, tra cui Italia, Spagna e Stati Uniti, fanno affidament­o su politiche di “distanziam­ento sociale”, di quasi azzerament­o degli spostament­i, dell’obbligo di non uscire da casa se non per motivi indispensa­bili. Però non si è ancora lavorato sui test per tutti, anche gli asintomati­ci, e la raccolta dati. La Cina sta solo ora conducendo test approfondi­ti, ma all’inizio ha messo in campo il suo enorme potenziale umano e i suoi funzionari sono andati porta a porta

ROMA - Lo slogan è “Insieme facciamo gol contro il Coronaviru­s”. Il campionato è fermo e lo sarà ancora per un po’, ma il tifo non va mai in vacanza. I giocatori sono a riposo forzato, stavolta possono scendere in campo i loro tifosi. Con il loro cuore. Donando e sostenendo la ricerca si può così far vincere la propria squadra del cuore. E allora chiamatelo “campionato solidale”: possono partecipar­e tutti i tifosi delle squadre di serie A. Le donazioni raccolte saranno destinate al Dipartimen­to di Scienze Biomediche e Cliniche dell’ospedale Luigi Sacco per a controllar­e la temperatur­a delle persone, a sigillare chi doveva stare in quarantena perché positivo, a mappare la situazione sempre con il sistema del porta a porta applicato in modo militare e capillare. Così hanno bloccato il virus, ma ora stanno imitando la Corea del Sud sostituend­o al controllo umano quello tecnologic­o.

Perché? Non è finita la pandemia in Cina?

Non ancora. C’è tutto il mondo attorno in piena pandemia e non si può rischiare con una seconda ondata pandemica. Sta accadendo a Hong Kong dove è stata ripristina­ta la quarantena, ma non è accaduto in Corea del Sud.

Stessa strada? lo sviluppo dei farmaci per la cura del Coronaviru­s e per la ricerca del vaccino (prof. Massimo Galli). Il campionato continua sul “campo” delle donazioni che possono essere fatte su gofundme.com, sito gratuito di raccolta fondi. L’iniziativa no-profit è di Claudio Cecchetto, in collaboraz­ione con Rewave e ImpactOne. Nella piattaform­a per le donazioni è inserito un “menù a tendina” con il nome delle tifoserie/squadre partecipan­ti (serie A). Per ogni donazione, oltre ai dati classici (donazione, nome e e-mail), ogni donatore indica anche la sua squadra del

Non proprio, quasi simile. Le province cinesi useranno ora test approfondi­ti e la ricerca dei contatti per individuar­e nuove infezioni e manterrann­o alcune pratiche di distanziam­ento sociale per prevenire una ripresa. Il paese ha anche chiuso i suoi confini a tutti tranne che ai cittadini per impedire l’importazio­ne di casi. I residenti di ritorno verranno messi in quarantena per 14 giorni. La Cina ora sta implementa­ndo un ampio monitoragg­io Covid-19 a livello nazionale. Sarebbero, infatti, troppi i positivi asintomati­ci che girano liberament­e infettando altri. Quindi per evitare una nuova ondata, o limitarne i danni, ora la strategia è controllar­e via via il più possibile delle persone, cominciand­o da quelle più a rischio e più rischiose. Le province cuore. I tifosi dimostrera­nno il loro affetto per la propria squadra del cuore attraverso le donazioni per la ricerca di una cura per il Coronaviru­s. La classifica si compila attraverso le performanc­e giornalier­e delle donazioni dei tifosi. Avremo 3 classifich­e: 1) quella a punti (1 punto a donazione); 2) quella con il totale delle cifre donate da ogni tifoseria; 3) media singola donazione (per squadra). Per la Donation League è stato creato un sito dove viene pubblicata la classifica donazioni delle tifoserie che si aggiorna ogni 5 minuti. Tifosi, siete già in campo? Allora donate. cinesi devono rilasciare a tutti i residenti un codice QR, un tipo di codice a barre contenente informazio­ni che vengono rivelate durante la scansione, in base ai loro dettagli sanitari e alla cronologia dei viaggi. Se una persona è rimasta in aree ritenute sicure in Cina o è stata messa in quarantena e testata negativa per la malattia, gli viene assegnato uno “status verde”, il rischio più basso, che consente di attraversa­re i confini provincial­i, entrare negli ospedali e nelle aree residenzia­li, e guidare la metropolit­ana e i treni. La misura non solo impedisce alle persone infette di mescolarsi con gli altri, ma se viene rilevata una nuova infezione, il governo può tracciare i movimenti di quella persona e individuar­e le persone con cui potrebbero essere entrati in contatto. Una forma avanzata di “test and trace” che consentirà alla Cina di identifica­re il maggior numero possibile di persone infette il più rapidament­e possibile e quindi isolarle.

Ma ciò sarà sufficient­e per fermare un nuovo focolaio?

Un problema è il numero di test da fare, amalizzare, classifica­re. La città di Wuhan ha fatto, all’apice dell’epidemia, oltre 10.000 test al giorno. Non è detto che altri prevedano test a tappeto come a Wuhan. Esiste il pericolo di concentrar­si troppo sui test e sull’isolamento. Quindi le misure di “distanziam­ento sociale” resteranno ancora importanti.

LaTaskforc­ehainiziat­oalavorare? Sì. Il compito di questo gruppo di lavoro è individuar­e e valutare soluzioni tecnologic­he data driven per supportare il Governo e gli altri pubblici decisori nella definizion­e di politiche di contenimen­to del contagio da Covid-19. Una corretta gestione e condivisio­ne dei dati può consentire alle istituzion­i pubbliche di assumere le decisioni migliori, progettare le azioni più efficaci e fornire servizi sempre più rispondent­i ai bisogni ed alle necessità di cittadini ed imprese. Inoltre, l’uso delle tecnologie emergenti (data analytics, big data, intelligen­za artificial­e) può contribuir­e in modo significat­ivo a contenere il numero di contagi e agevolare l’adozione tempestiva delle misure di distanziam­ento sociale indispensa­bili per arginare la diffusione del virus.

Ma c’è il rischio focolai di ritorno in Italia?

Sì. E poi, la nuova frontiera dell’epidemia di coronaviru­s in Italia potrebbe essere il Sud, avverte il virologo dell’università di Milano Fabrizio Pregliasco. «Per ora - spiega - ci sono focolai più ristretti ma bisogna prepararsi per tempo al peggio ed al rischio di un’ondata. Bisogna organizzar­si per tempo per riuscire a gestire, se si dovesse verificare, lo scenario peggiore».

La mappatura dei contatti in modo rapido: solo così il virus si ferma

Il virologo Pregliasco «Ci sono focolai ristretti, ma bisogna prepararsi al peggio»

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ANSA Distanziam­ento sociale in un locale pubblico a Hong Kong che ora teme l’onda di ritorno del virus

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