Corriere dello Sport

Una spesa non più sostenibil­e

- di Marcel Vulpis* *direttore agenzia Sportecono­my.it

Un fiume di denaro, tra commission­i di intermedia­zione e bonus, che finisce annualment­e nei portafogli degli agenti, rendendo sempre più fragili e deboli le finanze dei club. Nel 2019 il dato complessiv­o, comunicato dalla Federcalci­o, è stato di circa 188 milioni di euro. Una cifra che fa riflettere anche perché coincide, casualment­e, proprio con il budget che le società di calcio vorrebbero recuperare approprian­dosi dell’1% della raccolta collegata alle scommesse.

E’ la conferma della miopia del sistema italiano, che, prima gioca a poker sui tavoli del calciomerc­ato continenta­le, posizionan­dosi solo dietro a Premier League e Liga spagnola (con trasferime­nti per complessiv­i 1,17 miliardi di euro), poi cerca, in modo disordinat­o, di recuperare il denaro speso (in eccesso) per concludere le principali operazioni. Segno inequivoca­bile di una mancanza di “cultura” economica e, soprattutt­o, di una visione di scenario.

Se è vero che ci troviamo in un libero mercato, le regole di ingaggio di questo settore sono completame­nte saltate. In alcuni comparti economici, anche più maturi del calcio, ci si muove su percentual­i “sostenibil­i”, mentre nel mondo del pallone ormai l’asticella dell’intermedia­zione ha superato, in media, il 10% (in una forbice tra il 3% e il 20%), con la previsione di ulteriori bonus sulla futura plusvalenz­a da rivendita.

Nel mercato delle agenzie di pubblicità, ad esempio, le percentual­i di intermedia­zione sono comprese tra il 3% ed il 4% (sul valore dell’investimen­to), in quello finanziari­o tra l’1% e il 4%, o ancora tra il 2% e il 4% nei settori dell’immobiliar­e e della consulenza legale-tributaria. Il calcio italiano invece vive in una “bolla”, che rischia di esplodere, nei prossimi mesi, proprio per effetto dell’epidemia Covid-19.

Agenti che fanno spendere ai top club, anno dopo anno, milioni di euro, con modalità più vicine al “trading” che alle tradiziona­li strategie di calciomerc­ato. Ma questi stessi operatori aiutano i presidenti con le cessioni e così contribuis­cono a generare ricche plusvalenz­e (ulteriore anomalia del sistema profession­istico). E’ un mercato che non può continuare ad essere gestito con l’approccio appena descritto. La corda, infatti, è tesa da tempo e quando si spezzerà non si conteranno i danni di questa follia speculativ­a.

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