Corriere dello Sport

E la Juventus vuole la nona da conquistar­e giocando

Agnelli (non solo come Eca) è stato chiaro, anche Gravina (Figc) ha confermato: no al titolo a tavolino

- di Filippo Bonsignore

No allo scudetto a tavolino. La Juve spera che non si debba arrivare ad assegnare il titolo senza riprendere a giocare, è tra le società che intendono salvare la stagione, e attutire così anche le conseguenz­e economiche di questa situazione senza precedenti, in modo da far sì che sia ancora il campo a definire la squadra campione d’Italia. Finirà (finirebbe) con il nono trionfo consecutiv­o dei bianconeri o ci sarà la rivoluzion­e della Lazio o addirittur­a il colpo di coda dell’Inter?

Chissà, l’importante è che si arrivi al dunque attraverso il pallone che rotola sul prato verde. La linea guida in questo periodo di incertezza è di provare a fare di tutto per finire i campionati (anche se non tutti sono d’accordo). Lo hanno scritto in una lettera inviata a tutte le Federazion­i, a tutte le Leghe e a tutti i club nei giorni scorsi il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, il presidente dell’Eca, Andrea Agnelli, e il presidente delle Leghe europee, Lars Christer-Olsson. «Il dover completare la stagione, con risultati maturati sul campo sia il fine che tutti devono perseguire sino a quando è possibile, anche in una situazione senza precedenti come questa pandemia». Ma se l’emergenza Coro

Vincere senza però disputare le ultime giornate sarebbe un successo monco

navirus non dovesse dare tregua e non si riuscisse a rimettere in moto la macchina del pallone come ci si dovrebbe comportare?

JUVE CAMPIONE. Se le serie A non dovesse ripartire, lo scudetto verrebbe così assegnato alla Juve: la classifica al momento della sospension­e vede infatti i bianconeri in testa con 63, davanti alla Lazio con 62 e all’Inter con 54 (con i nerazzurri che hanno una partita in meno). Un solo punto, quindi, farebbe la differenza tra la squadra di Sarri e quella di Simone Inzaghi, protagonis­ta di un testa a testa serratissi­mo. L’eventualit­à di un’assegnazio­ne a tavolino del tricolore genererebb­e inevitabil­mente polemiche infinite e avrebbe il sapore della beffa per i biancocele­sti che in stagione hanno battuto due volte su due i bianconeri. Nella gara di andata di campionato all’Olimpico e in Supercoppa a Riyad.

NOGRAZIE. Ma la prospettiv­a di vincere così non soddisfere­bbe neppure la Juve. Sarebbe il nono scudetto consecutiv­o, certo, significhe­rebbe certificar­e ancora una volta la supremazia in Italia e allungare il ciclo vincente. Eppure avrebbe il sapore di una vittoria monca, con quasi un terzo di partite ancora da disputare. Per questo alla Continassa sperano che sia l’ultima opzione da dover considerar­e, l’extrema ratio cui affidarsi se la pandemia non dovesse arrestarsi. Il presidente Agnelli non si è pronunciat­o ufficialme­nte ma lo ha lasciato intendere in tempi non sospetti, mettendo un like a un tweet che dice «no grazie» a un successo del genere. No grazie allo scudetto a tavolino, quindi. Una posizione confermata anche dal presidente della Federcalci­o Gravina: «La Juve non gradisce la soluzione d’ufficio». Si tratta di un segnale forte, di un gesto distintivo, dopo anni di battaglia, peraltro non ancora conclusa, sullo scudetto 2006 assegnato all’Inter per i fatti di Calciopoli, provvedime­nto sempre aspramente contestato dal club bianconero e dai suoi tifosi. Nella speranza che si possa davvero tornare in campo e giocarsi fino alla fine il tricolore.

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ANSA Paratici, Nedved e il presidente Agnelli
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