Corriere dello Sport

ALLENATORI: PRIMA GLI ULTIMI

Anche l’Aiac prende posizione nello scontro tra Lega e Calciatori sul possibile taglio deglistipe­ndi Ulivieri: Ora pensiamo alle figure tecniche più deboli I big? Hanno la volontà di fare la loro parte

- Di Andrea Santoni

L’

Assoallena­tori in campo, dopo aver assistito negli ultimi giorni all’innalzamen­to della tensione tra Lega di A e l’Aic di Damiano Tommasi, con la messa in scena di un braccio di ferro sempre più muscolare tra le parti. Ieri è toccato a Renzo Ulivieri, storico leader dell’Aiac, prendere le distanze dalla deriva assunta dal confronto. Affiancand­osi per certi versi alla posizione dell’Assocalcia­tori ma con un taglio proprio. Il tentativo è quello di trovare una terza via, di merito e di metodo: «Faccio fatica a seguire certe dinamiche quando ancora muoiono 600 persone al giorno...» spiega il presidente dei tecnici italiani, riuniti in un associazio­ne che conta 18mila iscritti, compresi i preparator­i atletici. «E il punto è esattament­e questo. In un momento così delicato bisogna guadare la situazione con gli occhi di chi sta peggio. Che sono tanti. Capisco che le esigenze delle società di vertice sono fondamenta­li per la tenuta del sistema. Ma la pandemia ancora non permette di fare previsioni certe. Inutile usare modi e toni padronali, cercare polemiche fuori dalla storia. I campionati finiscono: sì o no? Si giocherà anche a giugno e a luglio, ovvero due mesi in più? Non si sa. Dunque per ora ci sono le leggi dello Stato e le norme della Figc che valgono. Poi vedremo come ripartire, come trovare nuovi punti di equilibrio».

FUTURO. Detto questo Ulivieri delinea le sue priorità: «Bisogna garantire l’Azienda calcio, formata dai tanti club di tutte le categorie, perché il futuro è lì, lì sono i posti di lavoro. Ma è appunto questo il nodo: l’azienda non è un concetto astratto, non è solo chi ha le chiavi per aprire il portone la mattina. Ma è fatta anche della gente che ci opera. C’è la cornice ma il quadro sono le persone. E con questo intendo, tornando al calcio, migliaia di figure, istruttori, preparator­i e collaborat­ori che hanno meri redditi da lavoro, anche al di sotto delle medie nazionali. Su questi stipendi non è ammissibil­e pensare ad alcuna riduzione. Per umanità. E per giustizia. Ora come ora si deve provvedere prima a garantire loro».

VOLONTA’. Per quanto riguarda gli allenatori della serie A, Ulivieri ricorda che, così come per i calciatori, gli accordi che intercorro­no con i club sono individual­i. «Premesso questo, per quello che ho registrato nei colloqui che ho avuto in questi giorni con molti di loro e per quello che leggo mi pare che si possa parlare non solo di disponibil­ità ma anche di volontà da parte degli allenatori di A nel dare il proprio contributo concreto per uscire da questa situazione». L’esempio di Sarri, anche lui sottoscrit­tore dell’accordo trovato in casa Juve, è un esempio concreto. Ma si potrebbero fare anche i nomi di Gattuso, Fonseca, Pioli.

VALORI. Aspettando di vedere quale piega assumerà il conflitto in atto tra Lega e componenti tecnicocal­cistiche, un rapido focus riguardant­e gli allenatori dei 20 club di A ci offre il quadro seguente. Ci sono in questo momento 34 tecnici sotto contratto, effetto degli esoneri, per un totale di circa 60 milioni di stipendi netti all’anno (59,45), al netto delle rescission­i di Ancelotti e Di Francesco (6,8 milioni). Questo significa uno stipendio medio per un allenatore di A da circa 1,7 milioni. Naturalmen­te la forbice è molto ampia, si va dagli 11 milioni di Conte ai 300 mila euro di Longo, subentrato a Mazzarri al Toro. Inter che ha un carico altissimo dato che a bilancio ha anche i 4,5 milioni netti di Spalletti (totale in conto tecnici: 30 milioni a stagione). Non dissimile il caso Juve, che somma il contratto di Sarri a quello di Allegri, per 26 milioni lordi nel 2019/20.

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Antonio Conte, 50 anni, allenatore dell’Inter. Il suo contratto da 11 milioni a stagione è il più alto nella storia della serie A
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Max Allegri, 52, pur esonerato ha uno stipendio super da 7,5 milioni che ne fanno il 2° tecnico più pagato d’Italia
MILIONI D’INGAGGIO Top Antonio Conte, 50 anni, allenatore dell’Inter. Il suo contratto da 11 milioni a stagione è il più alto nella storia della serie A MILIONI D’INGAGGIO Vip Max Allegri, 52, pur esonerato ha uno stipendio super da 7,5 milioni che ne fanno il 2° tecnico più pagato d’Italia

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