Gli staff sulle cyclette verso l’ignoto
E’ un tempo sospeso - quello del nostro calcio - che contiene anche molte vite in stand-by. Pronte a ripartire, ma chissà quando. Un allenatore di calcio - da Conte a Liverani, da Pioli a Inzaghi in realtà è il capo di una mini-azienda (il suo staff) all’interno di una grande azienda (il club). Con un allenatore di Serie A lavorano mediamente dalle 5/6 alle 11/12 figure professionali. Collaboratori tecnici, preparatori atletici, preparatori dei portieri, match analyst, nutrizionisti, osservatori. Legati all’allenatore, pagati dal club.
PEDALANDO NEL BUIO. Un collaboratore tecnico di una squadra di Serie A ci ha regalato un’immagine che riteniamo definitiva per fotografare questi giorni. Siamo tutti sulla cyclette, ci ha detto. E lo siamo davvero. Pedaliamo, sudiamo, ma senza un dove, senza muoverci, senza andare da nessuna parte. Loro più di altri, perché hanno stipendi pari ad eccellenti professionisti in altri settori, ma non certo equivalenti agli ingaggi dei loro capi. Da un mese a questa parte - chiusi nelle loro case - si mantengono in contatto tra di loro, parlano con i giocatori, studiano (chi può farlo) metodologie di lavoro, si confrontano con amici che lavorano in altri club, si danno sostegno l’un l’altro immaginando un futuro che in realtà nessuno riesce ad immaginare. Prospettano scenari, anche se quegli stessi scenari svaniscono nel momento stesso in cui prendono forma.
ATTESA ATTIVA. Un paio di match analyst di squadre di Serie A e B stanno mettendo in circolo le loro conoscenze sulla piattaforma «Zoom», invitando amici e colleghi a collegarsi per un’analisi tattica ora di questa e ora di quella squadra. Hanno piena consapevolezza - tutti questi collaboratori - che il loro destino dipende dal capo; sanno anche - come ci hanno rivelato - che il «dopo-Coronavirus» avrà ripercussioni anche sul loro lavoro. E’ inevitabile immaginare che - in una riduzione di tutto il sistema-calcio - anche gli staff dei vari allenatori (sempre più esosi negli ultimi anni) verranno sfoltiti. Nella migliore delle ipotesi ci saranno tagli agli stipendi, nella peggiore molti di loro - soprattutto i meno protetti - perderanno il posto di lavoro. E’ probabile che si assista ad una riduzione delle risorse umane, termine orribile ma necessario per inquadrare il futuro che aspetta i collaboratori tecnici. Negli almanacchi Panini - fino agli anni 80 - gli organici tecnici si componevano di pochissime unità. Un allenatore, il suo vice, un preparatore atletico (non sempre), un massaggiatore. Non torneremo a quei tempi, ma è abbastanza chiaro a tutti che non ci saranno più staff da declinare come formazioni, dall’uno all’undici, più le riserve.
Centinaia di persone in questo momento a lavoro senza certezze per il futuro