Giocatori e club si parlano E scende in campo la Fifa
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Evenne il giorno d'inizio delle trattative per i tagli degli stipendi dei calciatori, ma anche della cassa integrazione per i dipendenti di alcune società. Il comunicato di lunedì della Serie A ha “stappato” la bottiglia e da ieri i club si stanno muovendo. Il “fenomeno” sarà intensificato soprattutto adesso che pure la Fifa, al termine di un lavoro portato a termine da una task force composta da rappresentanti di club, giocatori, leghe, federazioni nazionali e confederazioni, ha dato qualche indicazione sul tema. Il Bureau ha auspicato «un accordo giusto e ragionevole tra gli interessi dei calciatori e delle società» e ha «fortemente incoraggiato le due parti a lavorare insieme per trovare un'intesa per il periodo in cui non si giocherà in base alla situazione di ogni Paese e ai provvedimenti dei Governi». Se però tutto ciò non sarà possibile, la Fifa tornerà a giocare un ruolo chiave analizzando alcuni fattori come «la reale volontà da parte del club di accordarsi con i giocatori, la sua situazione economica, la proporzionalità dell'adeguamento richiesto riguardo ai contratti dei giocatori, l'eventuale disparità di trattamento tra i giocatori». Più facile a dirsi che a farsi.
CASO PER CASO. Le società dunque hanno iniziato a muoversi contattando sia i rappresentati dello spogliatoio sia i procuratori, perché in molti casi di trattative con singoli si tratterà. La Roma ha avuto un primo colloquio con una “commissione sindacale” (Kolarov, Pellegrini e Dzeko) che ha aperto al taglio e che adesso dovrà discutere con gli altri calciatori per quantificare una proposta. Da quel momento comincerà la trattativa vera e propria, fermo restando che la decurtazione sarà proporzionale ai guadagni di ognuno. Il Milan a brevissimo parlerà in videoconferenza con i giocatori più rappresentativi tra i quali ci saranno il membro Aic Bonaventura
e il capitano Romagnoli: con loro Gazidis e Maldini cercheranno un'intesa. La Lazio ha rinviato alla ripresa degli allenamenti, quando i calciatori torneranno a Formello, ogni discorso: Lotito vuole valutare la situazione in base alle reazioni dei singoli, ma se non ci saranno tagli da parte dei broadcast sui milioni in arrivo per i diritti tv, l'orientamento è quello di salvaguardare il più possibile gli stipendi per premiare la grande stagione della squadra.
Anche l'Inter ha iniziato qualche discorso perché l'apertura dello spogliatoio al taglio c'è stata: ora va quantificata la percentuale. Idem il Napoli che in ballo ha sempre la questione della multa per il no al ritiro a novembre. Niente di definito al Parma, mentre l'Udinese sta trattando tenendo come punto di riferimento il modello utilizzato dalla Juventus. L'ad del Sassuolo, Carnevali, ha parlato di accordo che sarà raggiunto senza problemi con i tesserati neroverdi. Tommasi a “Radio1 Sport” ha tuonato: «In un momento come questo mandare alla gogna un'intera categoria per ottenere benefici economici è inconcepibile come è paradossale che gli imprenditori mettano in cattiva luce i propri calciatori. Non si può dire “non vi paghiamo più” e allo stesso tempo prevedere la ripresa del campionato. I calciatori faranno la loro parte, lo stesso devono fare gli altri».
CASSA INTEGRAZIONE. Da oggi intanto il Napoli ha attivato la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti amministrativi della società assunti a tempo indeterminato. Altri tre club stanno pensando a un provvedimento analogo. Diverse società, invece, hanno imposto ai propri dipendenti di smaltire parte del monte ferie in attesa di capire quello che succederà.
ABBONAMENTI E NATALE. I club temono che, senza vaccino, gli stadi rimarranno vuoti fino a Natale o, nella migliore delle ipotesi, che potranno essere riempiti solo in minima parte. Questo comporta riflessioni serie sulla campagna abbonamenti che a inizio stagione garantiva una base di milioni utile per avere liquidità: nessuna società ha deciso cosa fare nel 2020-21 con le tessere stagionali e chi solitamente lanciava la campagna a inizio maggio dovrà ritardare. Tutte stanno aspettando indicazioni dalle autorità e dagli scienziati su come regolare in futuro l'affluenza degli spettatori, ma per ora regna l'incertezza. Le stime sui ricavi da ticketing per il 2020-21 vanno a picco: si parla di decine di milioni in meno per le big, ma di parecchi soldi persi anche per altre. In più c'è da capire la linea che i dirigenti sceglieranno con gli abbonamenti del 2019-20: saranno rimborsati almeno in parte o ci saranno agevolazioni su quelli futuri? Di certo al momento gli stadi sembrano destinati a riaprire a pieno regime insieme a discoteche, teatri e cinema solo tra diversi mesi, magari a fine 2020.
PAGHIAMO SOLO NOI? Dal canto loro i calciatori non accettano, in caso di taglio di due mensilità se si tornerà a giocare, di pagare “tutti” i debiti del pallone. Secondo i loro calcoli, se il campionato si concluderà, i giocatori tagliandosi il 17% del lordo copriranno circa il 70% delle perdite ipotizzate dalla A nella relazione consegnata a Figc e Governo. Un'esagerazione. Loro si aspettano decurtazioni forti anche dai salari dei dirigenti.
Tommasi : «Tutti facciano la propria parte». Napoli, amministrativi in cig