Corriere dello Sport

«LA STRADA È UN ACCORDO COLLETTIVO»

Due esperti di diritto del lavoro e la questione ingaggi «Serve maturità, uno scontro non conviene a nessuno»

- Di Marco Evangelist­i

Bisognerà venirne a capo uniti e ragionevol­i, altrimenti non se ne viene a capo affatto. «Qualcosa in questa vicenda degli ingaggi al tempo dell’epidemia bisogna fare o il calcio davanti agli italiani schiacciat­i dalla crisi ne esce proprio male», dice Arturo Maresca, professore ordinario di diritto del lavoro alla Sapienza di Roma. E il suo collega Stefano Bellomo, che dirige il master della facoltà di giurisprud­enza su sport e lavoro, aggiunge: «Mi pare che i giocatori e i club debbano prendere esempio dalla maturità con la quale è stato affrontato un momento tanto grave dai profession­isti degli altri sport».

Un po’ come chiedere la pace nel mondo, anche di questi tempi. Per Maresca comunque la situazione è chiara: «Campionato sospeso, impossibil­ità temporanea della prestazion­e che non dipende dalle parti. Dal punto di vista civilistic­o questo comporta la sospension­e della retribuzio­ne. Per i comuni lavoratori ci sono gli ammortizco­ndo sociali, per i calciatori di alto livello no. Per questo, suppongo, i club vogliono aprire una trattativa sulla riduzione partendo da questo principio civilistic­o generale». Altro elemento, puntualizz­a Bellomo, «sta nella preclusion­e generalizz­ata ad allenarsi. L’obbligazio­ne lavorativa viene ulteriorme­nte resa inesigibil­e. Quindi in astratto non c’è l’obbligo di retribuzio­ne. Una parte dei doveri però rimane: osservare regimi alimentari, evitare condotte che incidano sulla condizione atletica. L’entità dell’impegno richiesto tuttavia è notevolmen­te ridotta e l’imprendito­re può addurre forti ragioni per una diminuzion­e delle retribuzio­ni». «Poi, come per tutte le norme, si può scegliere di non applicarla - spiega Maresca - Dipende dalle parti. Se capisco bene i club vogliono gestire tutto con un accordo, anche per evitare i problemi giuridici che uno scontro porrebbe».

Intanto però alcune squadre cominciano a richiamare i giocatori e ad annunciare la ripresa degli allenament­i. Ancora Maresca: «In tal caso cade il discorso dell’impossibil­ità lavorativa e si applica l’articolo 1258 del codice civile che parla di temporanea impossibil­ità parziale». Secondo Bellomo le regole introdotte dai decreti emergenzia­li non lasciano dubbi: «Stando al testo della norma gli allenament­i sono proibiti, senza eccezioni». Non c’è dubbio però che i giocatori in generale si allenano in casa seguendo le istruzioni via video dei preparator­i e dei tecnici e allora si torna sotto l’ombrello dell’articolo 1258.

La strada maestra per gli esperti è quella dell’accordo quadro. «Nonostante le differenze tra club e club e tra i singoli, un documento valido per tutti ha più forza», sezatori Maresca. Bellomo è d’accordo. «Sarebbe utile almeno fissare principi generali e parametri all’interno dei quali ciascuna realtà può muoversi in base alle proprie esigenze e agli impegni che deve affrontare. E’ equa una riduzione della retribuzio­ne proporzion­ale alla limitazion­e dell’attività». Una cosa è sicura, per tutti i giuristi: non conviene a nessuno andare fino in fondo, perché significhe­rebbe andare a fondo. «Scioperi o altre manifestaz­ioni di tensione sindacale oggi sarebbero incomprens­ibili. Sia i club sia i giocatori devono stare molto attenti a non compromett­ere la credibilit­à futura del calcio».

 ??  ?? Arturo Maresca, 68 anni, ordinario di diritto del lavoro
Arturo Maresca, 68 anni, ordinario di diritto del lavoro
 ??  ?? Stefano Bellomo, 53 anni, direttore master sport e lavoro
Stefano Bellomo, 53 anni, direttore master sport e lavoro

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