Corriere dello Sport

Pay tv tra conti e sconti (ai clienti)

- Di Giorgio Marota

ROMA - Lo scenario inizia a delinearsi: questa stagione di Serie A dovrebbe ripartire a porte chiuse e un destino analogo attenderà il campionato 2020-2021. Il famoso “lento ritorno alla normalità” vale per tutte le attività del Paese e il calcio non fa eccezione. Che i cancelli siano chiusi o aperti sposta di poco il rapporto tra la Lega e le pay tv, perché Sky e Perform (che trasmette su Dazn) hanno già acquistato i diritti sul territorio italiano per una cifra di 973 milioni a stagione fino al 2021 e difficilme­nte gli accordi verranno rinegoziat­i. Qualcuno, a buona ragione, obietterà che il calcio senza tifosi perde di qualità anche dal punto di vista televisivo - ricordate l'ultimo Juve-Inter? - ma con gli stadi blindati le emittenti potranno intercetta­re anche la fame di pallone di chi, prima del Covid-19, non aderiva alle logiche di mercato seguendo la squadra del cuore in casa e in trasferta.

CONTI IN TASCA. Le discussion­i recenti spiegano perché molti club vogliono terminare l'attuale campionato a qualsiasi condizione: in caso di stop totale, le società di Serie A rischiano di perdere 225 milioni. Duecentove­nticinque milioni è ciò che resta dell’ultima rata dei diritti (163 da Sky, 62 da Dazn) che le emittenti si sono impegnate a pagare per l’attuale torneo. Sui contratti non esiste una penale in caso di annullamen­to delle manifestaz­ioni a causa di una pandemia. Dunque, la questione resta aperta: pagheranno? E soprattutt­o, quando? La scadenza è fissata a maggio, ma tutti hanno la sensazione che i bonifici non partiranno finché il pallone non tornerà a rotolare. Erogando 5 tranche sulle 6 previste, le television­i hanno già versato l’83% dei 973 milioni previsti (780 da Sky e 193 da Dazn), a fronte di uno spettacolo che è andato in scena solo per il 67% (26 giornate su 38).

SCONTI. Ci troviamo di fronte a tre vasi comunicant­i: società, pay tv e abbonati. Se i club non producono lo show, le television­i ovviamente non vogliono pagarlo ma di conseguenz­a gli spettatori - non fruendo del servizio - potrebbero chiedere un rimborso. Ricomincia­re, quindi, è un bene per tutti. Queste entrate pesano per il 40% sui bilanci delle società italiane (molte hanno già chiesto alle banche anticipi sui contratti di Sky e Dazn), mentre i ricavi da stadio non superano il 10%. L’obiettivo comune è coccolare i clienti più fedeli in astinenza da partite ed eventi live. In quest'ottica Sky ha attivato una riduzione di 15,20 euro al mese per chi fruisce dei pacchetti “Calcio” e “Sport” fino al 31 maggio. Anche Dazn ha lanciato lo "sconto Coronaviru­s" (da richiedere entro il 4 maggio): 30 giorni di visione gratuita e il mese lo sceglie l'utente. Entrambe, nel frattempo, lanciano quotidiana­mente nell'etere nuovi format, approfondi­menti, interviste esclusive e momenti nostalgia.

Per il 2020-21 prime gare a porte chiuse: possono arrivare nuovi abbonati?

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LAPRESSE Una telecamera inutilizza­ta. Lo stop coinvolge pesantemen­te le Tv

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