Riva: Lo scudetto? Il giorno più bello
CAGLIARI - «Nel silenzio dell’Amsicora, ventiquattro ore dopo il successo contro il Bari, ci siamo guardati in faccia e abbiamo realizzato che era tutto vero». Il ricordo di quella impresa è ancora ben chiaro nella mente di Gigi Riva che ieri parlando all’ANSA, è tornato sulla conquista dello storico scudetto del Cagliari. A cinquant’anni quasi esatti da quel giorno (era il 12 aprile del 1970), i rossoblù guidati da Rombo di Tuono conquistarono i punti per la matematica vittoria di un torneo che sarebbe rimasto nella storia non solo del club isolano ma di tutto il calcio dello Stivale.
LA RICORRENZA. Per la prima volta, infatti, lo scudetto veniva assegnato ad una squadra del Sud e il vero protagonista fu proprio l’attaccante nato a Leggiuno ma naturalizzato sardo, capace, a suon di reti, di guidare la banda Scopigno fino a farle mettere le mani sul tricolore. «Quello è il ricordo più bello che ho da calciatore» la conferma di Riva che ancora si emoziona nel ripensare a quelle gesta. Erano in programma vari festeggiamenti per ricordare quell’evento che cadrà il giorno di Pasqua, ma a causa del Coronavirus tutto è saltato. Difficilmente l’ex bomber avrebbe partecipato perché il suo carattere schivo e fin troppo emotivo non glielo avrebbe permesso, ma di sicuro si sarebbe goduto da dietro le quinte tanti bei ricordi. «Prima della matematica, non ne parlavamo mai e pensavamo solo a giocare tranquilli. Ma pur rendendoci conto che stavamo andando veramente forte, continuavamo a far finta di niente. Era il nostro modo di vivere quel momento». Fino all’epilogo con la partita contro il Bari in uno stadio Amsicora stracolmo e con i tifosi appesi agli alberi all’esterno per non perdersi l’evento. «Mi ricordo un pubblico spettacolare, migliaia di persone che chiedevano una sola cosa. La verità? No, non eravamo nervosi. Abbiamo fatto la nostra solita partita con la solita mentalità». Il successo, però, sarebbe potuto non bastare se non fossero arrivate buone notizie dall’Olimpico. «Lo capivamo dalla panchina, dal rumore che faceva il pubblico. Al fischio finale è stato come un sogno, ci abbracciavamo tutti e ci riabbracciavamo. Il pubblico era in estasi e Scopigno era in lacrime. Credo che nessuno di quelli che era lì quel giorno, possa mai dimenticarsi di quello che è successo in quella partita».
LONTANI MA UNITI - Questo è lo slogan che la società ha fatto girare tra i tifosi perché, pur separati, possano far sentire la propria vicinanza agli eroi dello scudetto colorando l’Isola di rosso e di blu. Basterà esporre una bandiera, uno striscione, una maglia o un disegno alle finestre il 12 aprile per ricordare quella straordinaria avventura.
«Soltando dopo ventiquattro ore ci rendemmo conto di aver vinto il titolo»