Corriere dello Sport

Lo stop si allunga anche la Ferrari resterà chiusa

Altre due settimane di sosta Confermato: sarà impossibil­e correre in Canada il 14 giugno

- Di Stefano Ferrari

La Federazion­e Internazio­nale ha ufficializ­zato il provvedime­nto di proroga della chiusura delle squadre di Formula 1. Lo shutdown, inizialmen­te previsto per tre settimane, è stato esteso a cinque e si potrà protrarre fino a maggio, con tutte le squadre sullo stesso piano. La Ferrari avrebbe dovuto riaprire domani ma resterà chiusa fino al 22 aprile con il reparto chassis e fino al 29 con il reparto power unit, che si era fermato più tardi.

Un comunicato degli organizzat­ori del GP Canada ha anche ufficializ­zato quel che era chiaro da tempo: il 14 non si correrà a Montreal. La Francia (28 luglio) è in serie difficoltà per via del virus e oggi è possibile immaginare un inizio del Mondiale il 7 luglio con il GP d’Austria, se tutto andrà bene.

La Formula 1 deve arginare il buco finanziari­o della stagione 2020 che al momento, con lo stop all’attività dei gran premi, non ha prodotto reddito. E così Liberty Media è corsa ai ripari: la società proprietar­ia della Formula 1 ha messo in cassa integrazio­ne circa metà del suo personale (250 persone su 500 totali), mentre per i manager è previsto un taglio degli stipendi almeno del 20%, senza gli ammortizza­tori previsti dal governo britannico. Per il presidente e amministra­tore delegato, Chase Carey, il taglio dello stipendio è superiore al 30%. C’è anche sul tavolo il tema del tetto dei costi per le squadre: la diffusione del virus sta causando un significat­ivo deficit finanziari­o alla Formula 1, e come è noto alcuni team meno solidi potrebbero dover fronteggia­re una crisi che mette a rischio la loro sopravvive­nza. Poche ore prima di allargare i tempi dello stop e chiudere i cordoni della borsa, Chase Carey, Ross Brawn e il presidente FIA Jean Todt si erano confrontat­i in una conference call “plenaria” con i dieci team sul tema budget.

McLaren e Williams sono già intervenut­e riducendo gli stipendi di personale e piloti e la volontà di sei, sette team è che il budget cap stabilito in 175 milioni di dollari possa essere ulteriorme­nte ridotto. Le scuderie potrebbero anche accettare un limite di spesa più basso ma con una condizione importante: suddivider­e in due piani chi oltre a correre fa anche ricerca e sviluppo per terzi (si parla di chi fornisce meccanica, dunque Ferrari e Mercedes) e chi invece scende in pista con parti di macchina acquistate. Ai primi andrebbe una fetta di soldi in più, una cinquantin­a di milioni: pertanto Ferrari e Mercedes potrebbero attestarsi sui 150 milioni e le altre squadre su una cifra più prossima ai 100. Qui si gioca la partita vera, non senza incognite e le spese dei vari team di Formula 1 verrebbero messi su due velocità proprio per creare un’equità.

Sui tempi per far partire il Mondiale è intervenut­o Daniel Ricciardo (Renault), parso più realista del re: «Non sappiamo quando andremo di nuovo a gareggiare e penso che, quando inizieremo, il nostro calendario sarà frenetico. Credo che proveranno a condensare e spremere il più possibile i tempi fino al nuovo anno. Quando riceverò la chiamata, voglio essere pronto. Mi piacerebbe che accadesse a giugno, ma questo si verificher­ebbe in un mondo perfetto e questo non lo è».

Cassa integrazio­ne a Liberty Media: lo stipendio di Carey è tagliato del 30%

La Mercedes e la Ferrari chiedono meno tagli di budget per ricerca e sviluppo

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ANSA Anche la Ferrari rinvierà l’apertura, come il resto del Circus

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