Lo stop si allunga anche la Ferrari resterà chiusa
Altre due settimane di sosta Confermato: sarà impossibile correre in Canada il 14 giugno
La Federazione Internazionale ha ufficializzato il provvedimento di proroga della chiusura delle squadre di Formula 1. Lo shutdown, inizialmente previsto per tre settimane, è stato esteso a cinque e si potrà protrarre fino a maggio, con tutte le squadre sullo stesso piano. La Ferrari avrebbe dovuto riaprire domani ma resterà chiusa fino al 22 aprile con il reparto chassis e fino al 29 con il reparto power unit, che si era fermato più tardi.
Un comunicato degli organizzatori del GP Canada ha anche ufficializzato quel che era chiaro da tempo: il 14 non si correrà a Montreal. La Francia (28 luglio) è in serie difficoltà per via del virus e oggi è possibile immaginare un inizio del Mondiale il 7 luglio con il GP d’Austria, se tutto andrà bene.
La Formula 1 deve arginare il buco finanziario della stagione 2020 che al momento, con lo stop all’attività dei gran premi, non ha prodotto reddito. E così Liberty Media è corsa ai ripari: la società proprietaria della Formula 1 ha messo in cassa integrazione circa metà del suo personale (250 persone su 500 totali), mentre per i manager è previsto un taglio degli stipendi almeno del 20%, senza gli ammortizzatori previsti dal governo britannico. Per il presidente e amministratore delegato, Chase Carey, il taglio dello stipendio è superiore al 30%. C’è anche sul tavolo il tema del tetto dei costi per le squadre: la diffusione del virus sta causando un significativo deficit finanziario alla Formula 1, e come è noto alcuni team meno solidi potrebbero dover fronteggiare una crisi che mette a rischio la loro sopravvivenza. Poche ore prima di allargare i tempi dello stop e chiudere i cordoni della borsa, Chase Carey, Ross Brawn e il presidente FIA Jean Todt si erano confrontati in una conference call “plenaria” con i dieci team sul tema budget.
McLaren e Williams sono già intervenute riducendo gli stipendi di personale e piloti e la volontà di sei, sette team è che il budget cap stabilito in 175 milioni di dollari possa essere ulteriormente ridotto. Le scuderie potrebbero anche accettare un limite di spesa più basso ma con una condizione importante: suddividere in due piani chi oltre a correre fa anche ricerca e sviluppo per terzi (si parla di chi fornisce meccanica, dunque Ferrari e Mercedes) e chi invece scende in pista con parti di macchina acquistate. Ai primi andrebbe una fetta di soldi in più, una cinquantina di milioni: pertanto Ferrari e Mercedes potrebbero attestarsi sui 150 milioni e le altre squadre su una cifra più prossima ai 100. Qui si gioca la partita vera, non senza incognite e le spese dei vari team di Formula 1 verrebbero messi su due velocità proprio per creare un’equità.
Sui tempi per far partire il Mondiale è intervenuto Daniel Ricciardo (Renault), parso più realista del re: «Non sappiamo quando andremo di nuovo a gareggiare e penso che, quando inizieremo, il nostro calendario sarà frenetico. Credo che proveranno a condensare e spremere il più possibile i tempi fino al nuovo anno. Quando riceverò la chiamata, voglio essere pronto. Mi piacerebbe che accadesse a giugno, ma questo si verificherebbe in un mondo perfetto e questo non lo è».
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