Roland Garros Magica Schiavone: vince Parigi e si rotola sulla terra rossa
Francesca ha appena vinto il Roland Garros. Si rotola sulla terra rossa del Centrale, la bacia, la mangia. Si rotola per sporcarsi il bianco del completino, per sentire sulla pelle la terra del campo È una gestualità pagana che le permette di vivere ques
L’ultima al mondo col rovescio a una mano
Francesca Schiavone milanese, 39 anni, è stata la prima italiana, la terza assoluta (dopo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta) a vincere un torneo del Grande Slam nel singolare e l’ultima al mondo ad aggiudicarselo giocando col rovescio ad una mano. È stata nº4 del mondo, nessun’altra ha raggiunto una posizione così alta (eguagliando Panatta nell’era Open).
Lei gioca sempre con passione. «Mi impegno come se dovessi conquistare un amore». Ogni punto guadagnato diventa un abbraccio, un bacio, una carezza.
Lotta perché ha un assoluto bisogno di sentirsi amata.
«È il dono più grande della vita».
E adesso eccola qui a spiegare agli altri quello che tante volte mi ha raccontato con un mezzo sorriso che faticavo a interpretare, non riuscivo a capire se fosse un segnale di allegria o di tristezza. Francesca Schiavone ha fatto innamorare Parigi.
Ha appena vinto il Roland Garros. Si rotola sulla terra rossa del Centrale, la bacia, la mangia. Si rotola per sporcarsi il bianco del completino, per sentire sulla pelle la terra del campo. È una gestualità pagana che le permette di vivere questa avventura sino in fondo.
È stato un piacere vederla giocare.
La Schiavo pratica un tennis fatto di tocchi ormai dimenticati da gran parte della truppa. Un rovescio a una mano pieno di istinto e naturalezza; smorzate, variazioni di ritmo, top spin esasperati. Una tattica diversa per ogni partita. E quando sta sotto, non si arrende. Mette assieme le armi di un tennis pieno di risorse e riprende a lottare. Ma per esprimersi al meglio, per volare, deve sentirsi circondata da sentimenti nobili. È per questo che non nasconde nulla al pubblico. È solare. Si esprime con la faccia, la gestualità, il gioco, l’intero corpo.
Gioia, delusione, rabbia, felicità. Vuole che tutti siano partecipi dei sentimenti che prova. Sa che non deve nascondere nulla, perché prima o poi arriverà il momento di chiedere aiuto. Come Muhammad Ali nei suoi combattimenti, la Schiavo è una che succhia energia a chi è lì per vederla
La nostra prima pagina
Mitica “urlava” il Corriere dello Sport-Stadio all’indomani dell’impresa compiuta dalla Schiavone al Roland Garos che portava a tre i successi degli italiani in un Grande Slam. Una pagina mitica e indelebile, grazie a Francesca giocare. Dagli applausi, dalle urla, dagli incitamenti prende la forza per andare avanti, per ricominciare.
Le capita a volte, come è accaduto anche in questa occasione, di parlare con se stessa nel bel mezzo di una partita. E quando le cose si complicano, l’interlocutore diventa addirittura un essere umano con tanto di nome e cognome. Allora alza lo sguardo verso la tribuna, lo fissa dopo un colpo sbagliato, prima di tornare alla battuta, e gli parla.
«Da quando sono in campo, non te ne va bene una. Vuoi giocare tu al posto mio?»
E Corrado Barazzutti, è lui l’altro protagonista della commedia, abbassa le sopracciglia, stringe le labbra e con il pugno chiuso le fa cenno di osare. Lo sanno entrambi, a fine partita ci saranno sempre e solo abbracci.
Francy, come la chiama Samantha Stosur, la rivale della finale, stavolta è stata perfetta.
Le ha tolto respiro, spazio, possibilità di esprimersi all’altra. L’ha aggredita giocando solido, servendo assai bene e rispondendo meglio.
Questo Trofeo la Schiavone sognava da quando, a sei anni, andava assieme a papà Franco a raschiare il ghiaccio dai campi in cemento dell’Accademia Inter a Milano, per poi potersi allenare. Ce l’aveva in testa da una vita e in una calda domenica di giugno l’ha portato a casa. Ha cambiato la sua storia e quella del nostro tennis. È la prima italiana a vincere un torneo dello Slam.
Due settimane piene di magia, una finale perfetta. Ha giocato a rete con la classe di una campionessa autentica, ha distrutto la Stosur, atleta dal dritto devastante e dal servizio pesante. L’australiana è stata dominata nella partita a scacchi che la Schiavo le ha imposto. La milanese ha giocato d’anticipo, anziché difendersi