Ceferin: Sono ottimista, serie A e Liga assegneranno il titolo
Oggi il via ai lavori della commissione federale Presto un protocollo conforme al testo FMSI o diverso sui tamponi? Che accadrà in caso di fai da te? La condizione sanitaria dei luoghi di ripresa dell’attività al centro. Norme ad hoc per gli arbitri. Add
Primo obiettivo evitare la giungla e il fai da te. Da oggi si riunisce la commissione scientifica della Federcalcio che, come sottolineato anche lunedì dalla Lega di serie A, emanerà le norme medico-sanitarie, dopo che l’unica società scientifica di medicina dello sport, la Federazione medico sportiva (Fmsi), aveva fornito sabato scorso le raccomandazioni per la ripresa dell’attività sportiva. Perché tanta attenzione a ciò che si farà in Federcalcio? Non sarebbe lecito aspettarsi linee di indirizzo in conformità a quanto indicato per l’intero mondo dello sport dalla Fmsi nel cui comitato scientifico ci sono personalità impegnate per il Paese come il professor Massimo Galli, il virologo del Sacco e il professor Ranieri Guerra, direttore generale strategico dell’Organizzazione mondiale della Sanità? Sì, anche se l’ultima volta è andata piuttosto male: la task force medica di via Allegri e il conseguente consiglio federale del 24 febbraio si svolsero all’insegna della più radicale autonomia, Coni e federazione medico sportiva rimasero in disparte e alla fine si tuonò: «A casa nostra facciamo quello che ci pare». Di lì uno scontro aperto fra Maurizio Casasco, presidente Fmsi e Gabriele Gravina (Figc). Un mese di drammi e l’incerto avvenire può aver ridotto gli attriti, anche se un appropriato dibattito sul protocollo emesso dai medici sportivi è atteso per capire come questo potrà funzionare nel mondo del calcio.
TAMPONI. Al centro della questione la raccomandazione di effettuare tamponi ogni quattro giorni per gli atleti negativi e non immunizzati al virus, in attesa di un protocollo Rna che affianchi l’uso dei tamponi (ora indispensabili per l’emergenza del Paese) e i test sierologici, in grado di fornire una sorta di patente di immunità per la quale la ricerca scientifica anche in Italia muove ogni giorno passi importanti. Nella situazione attuale effettuare un tampone ogni quattro giorni renderebbe macchinosa ogni attività visto che immaginare una corsia preferenziale per il calcio solleverebbe questioni etiche e polemiche che tutti vogliono evitare. E allora che fare? Forse si potrà lavorare su un allargamento dei giorni di intervallo fra un tampone e l’altro, ma tutto ciò esporrebbe maggiormente, in caso di positività, squadre e avversarie a quarantena e lunghi percorsi a ritroso per stabilire la mappatura del contagio, con fatale ricaduta sui calendari.
NORME SUGLI AMBIENTI. Poi c’è la questione delle indicazioni logistiche sulla messa in sicurezza dei luoghi del calcio, dai ritiro, ai viaggi, agli stadi, fino agli spogliatoi e all’utilizzo di dispositivi come le mascherine per i fisioterapisti, che non sono presenti nel protocollo Fmsi. I medici sportivi infatti hanno aspettato a dare indicazioni perché vogliono agire solo in conformità alle disposizioni di Governo che daranno il via all’attività. La task force medica della Figc potrebbe magari anticipare su questo la Fmsi, presentando un piano subito applicabile per gli allenamenti o ipotizza
re un torneo no stop di A, magari in una zona limitata del Paese.
ARBITRI. Prima, insieme alle altre questioni: la salute degli arbitri. Le giacchette nere saranno presenti con il proprio responsabile medico, il dottor Angelo Pizzi. Quali le condizioni in cui opereranno e non solo in A? A differenza delle squadre non potranno viaggiare in un vettore sanificato per loro, si sposteranno, dovranno garantire una sostituzione d’emergenza di un componente designato e come si potrà evitare la loro esposizione al contagio fra una gara e l’altra? Infine la questione Var. L’ausilio tecnologico potrebbe saltare totalmente: troppi tecnici e arbitri in pochi metri quadrati, senza le dovute distanze di sicurezza. Anche Nicchi è d’accordo: la salute davanti a tutto. Visto che una sala centrale a Coverciano per tutte le gare monitorate non è stata approvata, il video assistant referee nei campi gara sarà probabilmente il primo sacrificio.