«Se la B chiude noi in A o causa»
Il presidente del Frosinone, Stirpe: «Tamponi ai giocatori? Assurdo»
L’ ecosistema della Serie B è decisamente in pericolo. Il Coronavirus rischia di soffocarlo, schiacciando soprattutto le realtà più piccole che, prima della pandemia, già camminavano sul filo in un equilibrio precario. La sospensione dell’attività agonistica ha azzerato gli incassi da botteghino, mettendo in crisi alcuni accordi commerciali e congelando, per ora, i 5 milioni che dovrebbero arrivare dai diritti televisivi. È una catastrofe economica mai vista nella serie cadetta.
ASSEMBLEA. Il presidente di Lega, Mauro Balata, ha ricevuto dalle sue società un ampio e unanime mandato per affrontare la crisi Il numero uno della Serie B nelle scorse settimane aveva parlato di un “Piano Marshall” e di fondi straordinari per i club, da reperire in seno alle autorità governative e alla Federcalcio. La Figc, però, non aveva apprezzato quelle che secondo Gravina erano «rivendicazioni domestiche e di parte». In Serie B tutti cercano di fare fronte comune, ma anche ieri il confronto tra i presidenti di club è stato lungo e animato. I venti rappresentanti si sono riuniti alle ore 18.30 in una video-conferenza conclusa in tarda serata, che doveva servire a concludere i ragionamenti avviati lunedì e che, invece, ha rimandato i verdetti di qualche ora. A conclusione dei lavori Balata ha dichiarato: «Ancora una volta l’Assemblea ha confermato l’unità di vedute e la coerenza di comportamenti che ci vengono riconosciuti da tutti. Abbiamo deliberato anche una donazione a favore della protezione civile e la distribuzione di materiale sanitario».
TAGLIO STIPENDI. Durante l'assemblea si è parlato soprattutto di tagli agli stipendi. In attesa dell'ufficialità (è atteso un comunicato) sembra essere passata questa linea: nessun pagamento ai calciatori nel periodo di inattività, che diventerebbe blocco totale dei bonifici nel caso in cui non si dovesse riprendere a giocare. Per il mese di marzo le società vorrebbero retribuire i tesserati fino al giorno in cui si sono allenati. Sull'esempio della Serie A, verranno pubblicate delle linee guida che i patron seguiranno per uniformarsi tra loro, evitando concorrenze sleali. Si è parlato anche di un possibile taglio del 30% che sicuramente non piacerà all'Assocalciatori. Ogni club - dal Benevento che ha un monte ingaggi di 14 milioni al Cittadella che paga 3 milioni di stipendi - dovrà relazionarsi con i propri dipendenti, valutando caso per caso e trovando un accordo. La Serie B è un mondo eterogeneo: il clivense Giaccherini guadagna, ad esempio, 850 mila euro più bonus, ma c'è pure chi si trova al "minimo salariale” in una fascia che va dai 15 mila ai 28 mila annui a seconda dell’età. Il faro giuridico sembra essere l'articolo 1256 del codice cidi vile: se il lavoratore (pur non essendo responsabile dell'inadempimento) non offre la prestazione, il datore di lavoro può non offrire la controprestazione, ossia il pagamento. Durante la riunione ieri i club hanno proposto anche la sospensione dell'esibizione del "P.A." all’atto dell’iscrizione al prossimo campionato, un parametro che stabilisce la disponibilità liquida delle società al momento della chiusura dei bilanci.
STIRPE. Sul tema degli stipendi è intervenuto ieri il patron del Frosinone e vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe: «Qualora si dovesse interrompere il campionato pagheremo fino al momento in cui c'è stata la prestazione, cioè fino al 7 marzo - le sue parole a Radio Punto Nuovo - Pensate anche che alcuni contratti stipulati hanno costi che oggi non esistono più. Sarà così anche per contributi fiscali e tasse, non capisco perché dovrei dare i soldi allo Stato». Sul proseguimento della stagione la sua posizione è altrettanto netta: «Senza condizioni di sicurezza è inutile parlare di porte aperte o chiuse. Se inventiamo delle modalità di svolgimento dell'attività sportiva che non hanno alcun appeal, finiamo di uccidere il calcio. E giocare a porte chiuse va in questa direzione. In caso di stop totale? Il Frosinone dovrebbe salire in A perché è terzo, altrimenti mi muoverò per vie legali».
Nessun pagamento ai calciatori nel periodo di inattività dovuto all’emergenza
Sull’esempio della A verranno stilate delle linee guida valide per tutti